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Triptykon - Requiem (Live at Roadburn 2019)
18/06/2020
( 2194 letture )
Dopo oltre trent’anni di attesa, di battute di arresto e di rinvii, giunge finalmente al pubblico il Requiem completo di Tom Gabriel Warrior. L’ex Hellhammer e mente dei fondamentali Celtic Frost, ha finalmente portato a compimento quella che è probabilmente la sua opera più sfaccettata ed ambiziosa che guarda tanto al passato del musicista svizzero quanto avanti nella ricerca di nuove soluzioni musicali. Prima però facciamo un po’ di chiarezza. Questo Requiem ha un sapore speciale, sin dalla sua genesi. Il prodotto finito che oggi possiamo ascoltare su supporto fisico infatti non è una registrazione in studio ad hoc, bensì contiene la preziosissima testimonianza del concerto del 12 aprile 2019 presso il prestigioso palco del Roadburn Festival, dove i Triptykon e la Metropole Orkest hanno unito le forze nell’eseguire le tre parti del Requiem in un’unica e imperdibile serata. Per dovere di cronaca va sottolineato che la parte realmente ghiotta è l’inedito secondo movimento, poichè Rex Irae e Winter erano note ai più in quanto già presenti in Into The Pandemonium del 1987 e Monotheist del 2006. Non che sia un male, anzi. Se già infatti le due parti singole avevano un certo peso all’interno dei suddetti album, in questa occasione vengono rivitalizzate in un nuovo contesto che dona ai brani una profondità e linfa vitale che per essere fruite al meglio vanno naturalmente inscritte in questa nuova veste.

L’intera performance è connotata da una aura solenne, marziale e asfittica. I suoni del pubblico sono ridotti allo zero assoluto e sembra davvero di star sentendo un disco in studio. La tensione è alta e stenta volutamente ad esplodere, suscitando sensazioni oscure e ipnotiche. Alle cadenze doom delle chitarre dominanti in Rex Irae presto si aggiungono in secondo piano le orchestrazioni, inizialmente quasi sovrastate dalla potenza degli strumenti elettrici. Tuttavia i fiati e soprattutto gli archi riescono a fare capolino di tanto in tanto, ponendo l’accento sui toni tragici e più cupi del pezzo. Decisamente teatrale invece il duetto vocale che vede sugli scudi Tom G. Warrior e la cantante Safa Heraghi, nettamente a suo agio nell’interpretare il mood salmodiante del pezzo.
Arriviamo così al sostanzioso piatto forte di questo live album con Grave Eternal. C’è davvero di tutto: assoli psichedelici di matrice pinkfloydiana, maestosi passaggi orchestrali da colonna sonora e, infine, i più consueti scenari plumbei al confine tra doom metal e la follia primigenia proto black metal che ha reso i Celtic Frost prima e i Triptykon poi così riconoscibili ed unici. E poi il catartico finale, una sorta di potentissima e struggente fanfara funerea doom davvero emozionante ed intensa, ascoltare per credere. Tutti danno il meglio riproducendo le rispettive parti, esaltandosi a vicenda e soprattutto valorizzando di volta in volta i singoli aspetti senza strafare, rendendo questo Requiem un’opera mutevole e misteriosa. Degna e, a posteriori, perfettamente consona al contesto la chiusura, su toni decadenti e di forte intensità emotiva con Winter, brano dove la componente orchestrale e soprattutto gli archi fanno da padroni. Il tutto è talmente meraviglioso e naturale che il concerto nel complesso sembra essere durato cinque minuti appena.

Applausi scroscianti, sipario.

Si fatica davvero a descrivere cosa sia successo in questi tre quarti d’ora di musica e soprattutto si può solo ipotizzare cosa abbia provato il fortunato pubblico che ha potuto assistere ad un evento così speciale e unico nel suo genere. Tuttavia è chiaro che Tom G. Warrior abbia pensato ad un lavoro d’ampio respiro che chiude anni di ricerca e sperimentazione. Lo svizzero non si è mai seduto sugli allori osando sempre parecchio e questa ne è l’ennesima conferma. Il risultato è un lavoro mostruoso, una sorta di entità lovecraftiana criptica e sfaccettata difficilmente descrivibile, qui giunta nella sua forma più completa. Questo Requiem è complesso da catalogare, così come da valutare se paragonato alle precedenti gemme nere Eparistera Daimones e Melana Chasmata. Sicuramente però il live album è un’occasione che ci ricorda quanto i Triptykon ci siano mancati e quanto ancora abbiano da dire in materia. Speriamo di non dover attendere nuovamente sei anni prima di qualcosa di inedito.



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
89 su 10 voti [ VOTA]
Rob Fleming
Sabato 26 Settembre 2020, 10.37.47
7
Album veramente bellissimo. Rex Irae la conoscevamo già, ma onestamente questa versione mi piace di più. E la ragione è semplice, si chiama Safa Heraghi. Al min. 5'20" è qualcosa di indescrivibile: conturbante e disturbante allo stesso tempo. Avrò ascoltato i 20" successivi un milione di volte. A dir poco entusiasmante Grave Eternal con echi di Pink Floyd, musica monastica, marziale, gotica e chissà cos'altro. L'atmosferica Winter è la degna conclusione. 85
Le Marquis de Fremont
Giovedì 25 Giugno 2020, 14.58.12
6
Molto bello. Solenne e molto evocativo. Non propriamente estivo ma di livello. Naturalmente il pezzo forte è la suite centrale, lunga ma mai banale o noiosa. Sottolineo, e in questo periodo mi pare pertinente, la bella copertina. Au revoir.
Zess
Domenica 21 Giugno 2020, 4.43.08
5
Comprato senza aver ascoltato mezza nota.
Hellion
Sabato 20 Giugno 2020, 20.52.31
4
Superiorità come se piovesse.
Tino
Venerdì 19 Giugno 2020, 23.15.00
3
Il requiem da into the pandemonium è qualcosa di monumentale
Aceshigh
Venerdì 19 Giugno 2020, 14.17.33
2
Da Tom G. Warrior è quasi scontato aspettarsi qualcosa di inusuale, se non unico. Personaggio che è stato praticamente “proto-qualsiasi cosa”. Non si è smentito neppure con questa release. Divisa in 3 parti, di cui solo la seconda inedita: però questa copre il 75% del tutto, quindi si può dire che ci troviamo di fronte ad un prodotto in larga parte nuovo. Quello che secondo me innanzitutto è giusto sottolineare è che il nuovo materiale è stato concepito PER gruppo e orchestra; non ci troviamo di fronte a nuove versioni /arrangiamenti di pezzi che non presupponevano nessuna ispirazione orchestrale (cosa che avviene nella maggioranza dei Live con orchestra da più di vent’anni). Specialmente nel pezzo nuovo (ma anche nell’ultima parte) c’è un’ottima fusione tra band e compagine orchestrale, ogni sezione (ottoni, archi, chitarra elettrica, Tom e Safa Heraghi, percussioni) ha il suo spazio, c’è equilibrio. Volendo trovare un difetto, oltre a non essere certo musica facile, c’è anche un po’ di prolissità ogni tanto. A fronte però - va detto - di alcuni momenti veramente emozionanti. Non è un prodotto per tutti, ma credo che i fans di Tom non rimarranno delusi. Voto 83
Claudio
Venerdì 19 Giugno 2020, 0.31.43
1
Spettacolare, un lavoro di cesello notevole. Warrior e’ l’iniziatore e il re dell’avantgarde
INFORMAZIONI
2020
Century Media Records
Inclassificabile
Tracklist
1. Rex Irae (Requiem, Chapter One: Overture)
2. Grave Eternal (Requiem, Chapter Two: Transition)
3. Winter (Requiem, Chapter Three: Finale)
Line Up
Tom Gabriel Warrior (Voce, Chitarra)
V. Santura (Chitarra, Voce)
Vanja Slajh (Basso, Voce)
Hannes Grossmann (Batteria)

Musicisti ospiti
Metropole Orkest (Orchestra)
 
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