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Jaco Pastorius - Live in Italy
( 6733 letture )
E’ marzo, generalmente qui non fa freddo, ma sul ponte di questo traghetto tira un fresco maledetto, per fortuna sono solo venti minuti.

Sbarchiamo a Reggio nel tardo pomeriggio, un’ora circa a piedi e siamo al Teatro Tenda Pentimele, che cazzo ci facciamo qui? Siamo noi cinque e duemila fighetti in giacca e cravatta, ne varrà la pena?

Ma guardali… sono tutti seduti ai loro posti, compiti ed immobili, noi distinto restiamo in piedi e ci dirigiamo sotto il palco, saremo in venti ad averlo fatto e per la prima volta in vita mia raggiungere la migliore posizione possibile per il concerto è un’operazione di tutto riposo, peggio per quei coglioni che rimangono seduti.

Ore nove e trenta, entra un tizio con due bacchette in mano e si piazza dietro le pelli, un altro tizio con un groviglio di capelli ricci e l’aria di chi ha appena fumato la produzione mondiale di un anno di pakistano nero, regge una Gibson SG rossa con un adesivo dei Black Sabbath e si piazza a meno di un metro e mezzo da me, mi sorride e si dondola sulle gambe con aria sorniona, attaccano una improvvisazione fusion e sembrano attendere qualcuno o qualcosa.

Dopo una trentina di secondi entra un altro tizio allampanato, magrissimo e dal volto scavato e malaticcio, dimostra molti più anni di quelli che ha, ma suona il suo basso divinamente; “Chi sei”? urla qualcuno dietro di me; “Me?.... My name is Jaco Pastorius.

Questa introduzione sui generis serve per porgervi la recensione di Live in Italy, uno dei prodotti forse minori del più grande bassista del secolo scorso, ma che per me rappresenta molto, perché venne registrato durante quel tour italiano che mi vide partecipe di una data da posizione privilegiata, un metro e mezzo da Bireli Lagrene, all’epoca appena ventenne, e che poi sarebbe diventato uno dei più grandi esponenti mondiali della chitarra gipsy stile Django Reinhardt; alla batteria Thomas Borocz, ed a meno di due metri da me Jaco, che era a pochi mesi dalla sua fine (fine che troverà per mano di un maledetto buttafuori di un locale di Fort Lauderdale circa un anno e mezzo dopo), che era già largamente devastato da alcool , droghe e dal suo disturbo bipolare, ma che suonava sempre come un dio, e che era a meno di due metri da me e spesso guardava e si rivolgeva ammiccando a quello strano tipo con i capelli lunghissimi, così diverso dal resto della platea e, forse, un po’ affine a lui.

La tracklist del disco prevede un excursus tra classici interpretati da Jaco a suo modo, una improvvisazione di cui vi parlavo in precedenza, pezzi firmati Marley anziché Zawinul -recentemente scomparso, se qualcuno non sa chi era si dia prima una palettata sui marroni e poi si informi- ma è del tutto secondario, l’ho solo preso a pretesto per parlare di Jaco e della mia esperienza con lui.

Quello che avrebbe potuto fare con un’esistenza più sobria nessuno lo sa, o forse quello che ha fatto lo ha fatto proprio a causa di quella vita sregolata che lo ha portato ad una rapida fine, un discorso questo che potremmo fare per decine di altri artisti, ma ben pochi accostabili a lui per grandezza

Che vi rivolgiate al periodo Weather Report, a questo disco o a qualsiasi altro non ha importanza, quello che conta è che, se non lo conoscete, vi interessiate ad uno dei musicisti fondamentali del 900, quello che, presentandosi a Zawinul per una audizione, si rivolse a lui così:

Pastorius: "Seguo la tua musica dai tempi di Cannonball Adderley e mi piace molto".
Zawinul: "Cosa vuoi?"
Pastorius: "Mi chiamo Jaco Pastorius e sono il più grande bassista del mondo".
Zawinul: "Togliti dai piedi, imbecille"

Se volete avere un’idea di cosa sia il basso, bè…il suo nome è Jaco Pastorius.



VOTO RECENSORE
s.v.
VOTO LETTORI
38.36 su 19 voti [ VOTA]
Tony
Lunedì 6 Febbraio 2017, 0.10.32
22
Visto tre volte dal vivo, una con i W.R. e due in trio, Il PIU' GRANDE DI TUTTI!!!
Raven
Venerdì 16 Gennaio 2009, 17.17.27
21
Ultimamente ho cominciato a ripostare alcune mie vecchie rece su un piccolo sito a valenza provinciale, bè, pochi sapevano chi era Pastoruis, e chi rispondeva era un bassista
NiK
Venerdì 16 Gennaio 2009, 16.32.35
20
Splendida rece...veramente toccante...e non sai quanto ti invidio...hehe Concordo anche con Andrea è eguagliabile ad Hendrix per innovazione...e per la brevità della sua vita. Purtroppo il genere lo rende un artista di "nicchia"...cioè dici Hendrix ed anche il gatto ti risponde, dici Pastorius e il 99% delle volte ti ritrovi a parlare o con un jazzista, o con un bassista. ...eppure Birdland era il motivo della pubblicità dell'amaro ramazzotti vent'anni fa
Raven
Sabato 10 Maggio 2008, 12.27.02
19
Può essere che più avanti mi occupi anche di Joni Mitchell.
Nicolò
Lunedì 24 Marzo 2008, 20.06.53
18
Scusatemi, volevo dire "i due suonano ASSIEME al..."
Nicolò
Lunedì 24 Marzo 2008, 20.03.49
17
Jaco Pastorius mi ha segnato, e anche questo disco è bellissimo; inoltre, essendo io innamorato di Joni Mitchell, non posso che provare una stretta al cuore nel sentire Hejira, album stupendo al quale molti ricordi della mia vita sono ancorati...oppure il live Shadows and Lights del 1980, nel quale i due suonano al giovanissimo ma gia grandissimo Pat Metheny. Un saluto
francesco gallina
Domenica 18 Novembre 2007, 20.37.42
16
Anche di più, a secondo delle condizioni del mare.
ironhawk
Domenica 18 Novembre 2007, 12.15.20
15
Sapevo dell' esistenza dei guitar heroes; è sorprendente, almeno per me, constatare che esistono, o sono esistiti, anche i bass heroes. Ho sempre considerato la chitarra la protagonista dell' hard rock/metal, mentre il basso solo come uno strumento "di rifinitura" o, comunque, subalterno. P.S: possibile che occorrano addirittura venti minuti per attraversare lo stretto di Messina? Potrei capire in barca a remi, ma con un traghetto a motore Diesel...
francesco gallina
Mercoledì 14 Novembre 2007, 17.17.01
14
ah, ecco....
Andrea
Mercoledì 14 Novembre 2007, 3.10.34
13
no , volevo raccogliere un po' di insulti! Sono banale, ma penso che JP sia stato il jimi hendrix del basso, ma con in più tecnica e tanta innovazione. In fondo hendrix era molto legato al blues e al rock del suo tempo, Jaco invece ha visto oltre, anche rispetto alla musica che si produce oggi..infatti le cover di JP non le fa nessuno, hendrix lo fanno (meglio, ci provano) anche i 16enni! (con rispetto per hendrix). Su hejira di Joni mitchell fa un lavoro pazzesco, ma tuttavia dietro le quinte, da bassista che si rispetti (suono anche io il basso)
FRANCESCO GALLINA
Martedì 13 Novembre 2007, 20.46.34
12
dE GUSTIBUS...ma intendi sostenere davvero che Jaco non sapeva suonare?
Andrea
Lunedì 12 Novembre 2007, 17.59.32
11
molto meglio john petrucci dei dream theater, come bassista
FrancescoGallina
Lunedì 12 Novembre 2007, 8.29.58
10
E per la categoeia MIGLIOR CAZZATA DEGLI ULTIMI 132 ANNI THE WINNER IS.....ANDREA!!!!!!!!!!
Andrea
Domenica 11 Novembre 2007, 21.02.37
9
fa cagare, non sa suonare.
Francesco gallina
Martedì 30 Ottobre 2007, 8.03.19
8
Dopo la palettata?
Gofro
Lunedì 29 Ottobre 2007, 18.09.03
7
... adesso qualcuno chiederà anche chi era Zawinul...
Francesco gallina
Lunedì 29 Ottobre 2007, 8.11.17
6
Lo so, lo so....è un errore di battitura, ho già segnalato la cosa ed attendo la rettifica, tranquilli, fino lì ci arrivo.
benda
Domenica 28 Ottobre 2007, 16.08.41
5
Nella schedatura delle recensioni bisognerebbe aggiungere la voce jazz e jazz rock, altrimenti non si possono classificare alcuni dischi classici sotto la giusta nomeclatura. Io per esempio, nelle recensioni di Frank Zappa ho messo sempolicemente genere rock, ma non basta...
[...]
Domenica 28 Ottobre 2007, 12.45.29
4
Un grandissimo personaggio ed un grandissimo musicista. PS: comunque si chiama Jaco Pastorius
benda
Sabato 27 Ottobre 2007, 13.23.20
3
Un genio indiscusso del novecento.
Francesco Gallina
Venerdì 26 Ottobre 2007, 8.11.05
2
Grazie bellissima.
Blackie
Giovedì 25 Ottobre 2007, 23.39.58
1
grande francesco!
INFORMAZIONI
1986
JazzPoint
Heavy
Tracklist
1. Improvisation No 1 / Teen Town
2. I Shot The Sheriff
3. Continuum
4. Fannie Mae
5. Black Market
6. Satin Doll
Line Up
Jaco Pastorius : electric bass
Bireli Lagrene : guitar
Thomas Böröcz : drums
 
RECENSIONI
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