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18/02/21
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Pan.Thy.Monium - Dawn of Dreams
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11/07/2020
( 1042 letture )
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Prima di tutta la follia sperimentale che ha stravolto il mondo black metal con le note di Ved Buens Ende e compagnia bella, Dan Swanö, nel 1992, aveva già demolito le convenzioni del metal estremo, indossando le vesti del death metal (se di death metal si può parlare, in fondo) con Dawn of Dreams. Cosa suonano, infatti, i Pan.Thy.Monium? Progressive metal? Death metal? Rap? Flamengo? Musica da balera? House? Dubstep? Non è dato sapersi. Tutto ciò che all'ascoltatore è concesso di sapere è che il quintetto svedese capitanato dai fratelli Swanö, Dan e Dag -rispettivamente nascosti dietro gli alias di Day DiSyraah e di Äag-, stravolge il modo di creare musica.
Anziché impegnarsi nella ricerca di un “perché” per giustificare le proprie scelte, infatti, i Pan.Thy.Monium si abbandonano alla totale libertà concessa dal “perché-non”. Perché non sorreggere una blanda chitarra acustica riverberata con un rapido blast beat? Perché non aprire un disco con un macigno di 21 minuti? Perché non lasciare le canzoni senza un titolo? Perché non realizzare Dawn of Dreams? Quella che si ascolta nei circa quarantacinque minuti di durata del disco è musica anti-creata, anti-composta, è il negativo di un disco death metal (o di qualsiasi altro genere). Le canzoni si alternano senza logica, l'ordine qui è privato di un ordine, i suoni sono ombre di una musica che non potremo mai udire. Alla brutalità propria del genere, Dan Swanö -la mente di questa creatura policefala e cangiante-, mischia la gravità del doom, carezze spagnoleggianti, mistici interventi nipponici, subito succeduti, come nella seconda Untitled Track, da sfuriate vicine al black metal, e molto, molto, molto altro. Come si può parlare di un disco simile? Come si può descrivere ciò che non ha forma, ciò che ad ogni istante diventa qualcosa di altro da sé? Dawn of Dreams è il perfetto esempio di quel tipo di dischi che escludono la possibilità del tiepido apprezzamento o dell'insapore antipatia: o lo si ama o lo si odia, senza alcuna via di mezzo. In fondo, tutto ciò che possiamo ascoltare è manifestazione di un estremismo artistico tale per cui, in nessun suo aspetto, si danno vie di mezzo. È tutto nero o tutto bianco: le gradazioni di grigio sono banditi dai Pan.Thy.Monium. Le sfumature divengono confini netti ma, cionondimeno, aperti a qualsiasi folle idea si palesi alla mente di Dan Swanö.
Le parole non riescono ad esprimere il pot pourri da capogiro che è Dawn of Dreams. Il modo migliore di recensirlo, forse, è tramite immagini. In particolare, quelle dell'arte di Jackson Pollock. Quel senso di irrazionalità ed “istintualità” -mi si perdoni il termine- che le sue chiazze evocano, i colori nettamente separati ma, insieme, perfettamente amalgamati, il caos che da tele come Number 17A si eleva e pervade i sensi dello spettatore è esattamente ciò che contraddistingue anche la musica dei Pan.Thy.Monium. Certamente si potrebbe pensare che il quintetto svedese, con questo disco -e con i successivi- avesse voluto forzosamente scavalcare i confini di ogni genere per produrre dell'oltre-musica, realizzando canzoni infinitamente pretenziose. E, sicuramente, Dawn of Dreams è un disco sfacciatamente pretenzioso. È pretenzioso perché è ambizioso e sicuro di sé. Nel marasma eternamente cangiante dei sette brani che lo compongono, anche nei momenti più irrazionali e folli (viene da pensare, ad esempio, tra i tantissimi momenti, all'ultima Untitled Track, con un sax sgraziatissimo che danza senza equilibrio su una base metal cadenzata e logorante, per poi concludersi con una voce sinistra che sussurra continuamente “Echoes”), nemmeno per un singolo istante si ha la sensazione di incertezza e di totale causalità: c'è una sottile, sottilissima, razionalità sul fondo di Dawn of Dreams, una razionalità inintelligibile per la semplice mente dell'ascoltatore, al quale non resta che scegliere tra due differenti opzioni: innamorarsi perdutamente o distruggere totalmente ed insultare senza pietà il disco.
Dalle mie parole scritte sin qui, probabilmente, poco si sarà compreso circa il contenuto del debut album dei Pan.Thy.Monium ed è giusto che sia così: Dawn of Dreams non va capito. Esso non è Into the Pandemonium dei Celtic Frost -al quale comunque la band svedese, come qualunque altra che si sia mai posta con piglio sperimentale nei confronti della musica estrema, deve moltissimo-, non necessita di descrizioni, di analisi, di riflessioni: Dawn of Dreams va solo ascoltato e vissuto come un'esperienza immediatamente presente. È, forse, la massima espressione di una musica che sia puramente hic et nunc.
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Gran bel disco....sana follia compositiva... |
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Difficile nel 1992 trovare qualcosa di più folle in ambito estremo. A momenti ancora erano una novità le tastiere ... questi qui ci infilano il sassofono (così... tanto per dirne una). Fu il primo album con Dan Swanö che ebbi tra le mani, devo dire che di lui ascolto e preferisco maggiormente le produzioni più “normali” (aggettivo quantomai inadeguato al soggetto in questione), ma senza dubbio i Pan.Thy.Monium furono un progetto geniale e dal linguaggio unico. Audaci come pochi. Voto 88 |
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Tra l'altro appena recuperato Moontower, che disco... |
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Io ho "solo" Khaooos comprato all'uscita leggendo una recensione forse su Flash... Però se questo è sulla stessa onda... Gruppo Unico in tutti i sensi... |
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10
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Un grandissimo album...riascoltarlo mi ha riportato indietro nel tempo ai felicissimi anni 90... |
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Thanks DRI  |
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8
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Inclassificabile?....ma quando mai....era al pari del sound dei 3ed and the mortal...era il 1992 / 1993...si sperimentava molto nell' ambito doom metal...era una band al pari di quellaappena citata e dei panthimonioum ...una sorta di funeral doom con qualche cosa in più...non inclassificabile....voto 90 |
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6
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@Gal kaooos è il secondo, questo è il primo.
Questo e kaooos si trovano facilmente, è dura trovare kaoooos e kon-fu-sion in cd a prezzi accessibili perché non è stato fatto dalla osmose.
Comunque per le altre cose di Swano pian piano le stanno ristampando, è appena uscito il cd degli Unicorn |
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5
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Sono stati ristampati dalla Osmose nel 2018, questo che mi mancava l'ho recuperato proprio grazie a loro, probabilmente adesso sono sold out anche le ristampe. Dan Swano patrimonio della Musica tutta. |
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3
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Vero. Difatti ho pochissimo di Dan Swano. Già ai tempi non erano facili da reperire. |
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2
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Dan Swano ha suonato e prodotto dischi capisaldi di vari generi, avanti di vent'anni sui tempi, che nessuno ristampa.....I misteri del mondo discografico.... |
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1
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Grande band ma i dischi non sono mai riuscito a recuperarli. Ho solo khaoohs che forse è il primo. Comunque spettacolari. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Untitled Track 2. Untitled Track 3. Untitled Track 4. Untitled Track 5. Untitled Track 6. Untitled Track 7. Untitled Track
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Line Up
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Derelict (Voce) Äag (Chitarra, Organo, Sassofono) Mourning (Chitarra) Day DiSyraah (Basso, Tastiere) Winter (Batteria, Percussioni, Violino)
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RECENSIONI |
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