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20/04/24
THE OSSUARY
CENTRO STORICO, VIA VITTORIO VENETO - LEVERANO (LE)
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Mother Island - Motel Rooms
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22/07/2020
( 697 letture )
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Arrivati al terzo album i vicentini Mother Island sembrano aver raggiunto la maturità pensante, quella capacità propria dei veri musicisti di trattenere i freni inibitori in modo da poter favorire l'atmosfera unica provocata dalla credibilità del sound realizzato. Il loro psychedelic rock s'insinua nell'ascoltatore con vivacità tramite il proficuo lavoro delle due chitarre in una combo riuscitissima di raffinatezza acustica ed acidità elettrificata, ma anche tramite la leggerezza movimentata della sezione ritmica e la voce ipnotica di Anita Formilan, la quale raccoglie le lezioni di Grace Slick cogliendone la classe e mitigandone la potenza canora oltre a presentare una sensualità atipica, quest'ultima essenzialmente tutta farina del suo sacco.
Non pensiate però che Motel Rooms si accontenti di risultare un valido remake sessantiano di suoni allucinogeni poiché nel frattempo vi sono stati più di cinquant'anni di musica filtrati coscientemente dai Mother Island, i quali decidono di lasciare in superficie alcuni frammenti d'indie d'inizio millennio. A tal proposito basti pensare all'avvio affidato a Till the Morning Comes e Eyes of Shadows, canzoni che sembrano scritte da degli Artic Monkeys meno incazzati per via dell'uso di sostanze stupefacenti. La seconda in particolare è una gran bella track dal chorus leggiadro, costruita tra le maglie d'irresistibili arpeggi che si liquefanno sul lungo bridge per poi tornare caparbi nel corso dell'arrembante finale. Ad ogni modo sarebbe surreale negare il pathos della band nel riproporre suoni vividi direttamente provenienti dalla California dei Doors e dei Jefferson Airplane, ma anche dall'Inghilterra dei Beatles e di Syd Barrett. A dimostrarcelo giungono la genuina And We're Shining contenente un assolo liberatorio senza fronzoli ed il pop/rock elettrizzante di Summer Glow, ricco di strofe conturbanti e di un accomagnamento che avrebbe reso felice Ray Manzarek. Probabilmente al tastierista di origine polacca non sarebbe dispiaciuta nemmeno la mirabile produzione della successiva We All Seem to Fall to Pieces Alone: una spiazzante marcetta orchestrale, un "triste circo" dove la cantante è la malinconica star al centro del tendone. Dopo il riuscito esperimento è compito di Demons e Song for a Healer farci rituffare nei soffici meandri del blues/rock d'annata attraverso ritmi sincopati e passaggi melodici significativi. Se il taglio moderno di Santa Cruz risulta meno affascinante del solito tutt'altro invece si può dire per i refrain funkeggianti di Dead Rat dai caleidoscopici colori.
La conclusione fumosa, sfocata affidata a Lustful Lovers è la ciliegina sulla torta di una proposta profondamente offuscante che non tradisce le aspettative. Un album da godersi serenamente con la consapevolezza di cimentarsi in un paradigma psichedelico conturbante dal quale appare difficile estraniarsi.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Till the Morning Comes 2. Eyes of Shadows 3. And We're Shining 4. Summer Glow 5. We All Seem to Fall to Pieces Alone 6. Demons 7. Song for a Healer 8. Santa Cruz 9. Dead Rat 10. Lustful Lovers
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Line Up
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Anita Formilan (Voce) Nicolò De Franceschi (Chitarra) Nicola Tamiozzo (Chitarra) Giacomo Totti (Basso) Jody Berton (Batteria)
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RECENSIONI |
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