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Phaze I - Phaze I
01/08/2020
( 740 letture )
Dietro al monicker PHAZE I scopriamo esserci i fratelli Potvin (già noti ai più per esser membri dei Lyzanxia) ad occuparsi del concept, delle vocals e degli strumenti e Dirk Verbeuren (Soilwork e Scarve) dietro ai fusti della batteria. Un progetto proveniente dalla Francia, nazione che oggigiorno più che mai può vantare estrema attività ed innovazione in ambito di metal estremo. A colpire immediatamente l'attenzione è l'artwork, con un volto sinistro e malvagio dalle sembianze aliene a dominare la scena.

Siamo davanti ad un concentrato di violenza estrema, un death metal a tratti industrial e a tratti thrash che richiama subito alle orecchie gli ultimi Strapping Young Lad, come Fear Factory e Hypocrisy. Phaze I è un concept album, il primo di una cyber-trilogia, in cui i nostri ci raccontano la nascita e lo sviluppo di una nuova razza, primordiale e feroce, che ha come unico scopo la distruzione dell'uomo e la procreazione di caos e guerra. Nonostante i gruppi succitati, il suono di questo disco è estremamente dinamico e può vantare una spiccata personalità, dall'impatto sonoro moderno ma soprattutto imprevedibile. I riff dalla matrice spesso thrash si alternano a parti di caotico death, amalgamati da tastiere sinfoniche, diaboliche e futuristiche, ma ciò che dona unicità all'album è l'atmosfera che si respira. La produzione è ai suoi massimi livelli, le chitarre che oscillano tra claustrofobiche sfuriate e riff spezzacollo suonano piene e gonfie, la batteria nel mixaggio generale ha un tocco moderno che riesce a valorizzare ancor più l'egregio lavoro svolto dietro alle pelli da Verbeuren. I fiori all'occhiello sono senza dubbio le parti di tastiera e programming che grazie a un sapiente e mirato utilizzo sono il vero elemento destabilizzante dei brani. Davvero originale, ad esempio, è il perpetuo apparire del suono di uno xilofono assomigliante a un carillon malato, scelta veramente singolare e distintiva. La voce è versatile, un growl non eccessivamente profondo e uno scream potente ed acido uniti a parti di cantato pulito si succedono con un ottimo spessore tecnico, donando movimento e fluidità ai brani. Dopo un assalto iniziale conNew Archetypes, a rimanere nelle orecchie è la linea vocale di Evolution of a Species, seconda traccia dell'album. L'enfasi massima esce prepotentemente quando i tre rallentano la presa in favore di cadenze marziali come in Scream of Dying Dogs, in cui si susseguono riff thrash-death con incastri sinfonici, voci pulite e atmosfere sci-fi. Nella parte centrale di Phaze I possiamo notare un crescendo del livello tecnico messo in atto dalla band, che trova sbocco in Truce, un riuscitissimo brano strumentale nel quale dopo un inizio epico e marziale e una violentissima parte centrale, troviamo a chiudere uno splendido assolo di chitarra. Uno dei picchi compositivi dell'album giunge infine con Going to Exist, un brano in cui le parti di tastiera lungo tutto il brano giocano un ruolo determinante, a suggello di questo concept.

Non c'è alcun dubbio che Phaze I sia un album molto ragionato nella sua stesura, perché verosimilmente dietro ogni composizione ci sono tantissima tecnica e tanto studio. Nessun passaggio è banale o prevedibile e ogni soluzione adottata -come per esempio stop-and-go o repentini cambi atmosferici- porta i brani, e di conseguenza l'ascolto, in direzioni nuove e inaspettate. I PHAZE I si presentano al grande pubblico con un primo lavoro che si pone ad un livello veramente alto, in cui ogni dettaglio è curato maniacalmente e dove nulla è lasciato al caso. Un album di debutto in cui è effettivamente difficile trovare pecche o sbavature.



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
70 su 2 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2006
Scarlet Records
Industrial
Tracklist
1. New Archetypes
2. Evolution of a Species
3. Stench of Their Flesh
4. Screams of Dying Dogs
5. The Guide
6. Truce
7. Intensified Elements
8. Going to Exist
Line Up
Frank Potvin (Chitarra, Voce)
David Potvin (Basso, Chitarra, Voce)
Dirk Verbeuren (Batteria)
 
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