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Ministry - The Mind is a Terrible Thing to Taste
15/08/2020
( 1825 letture )
The Mind is a Terrible Thing to Taste, quarto album in studio dei Ministry, fu il primo incontro in assoluto del sottoscritto con industrial metal e affini. Album che mi trovai ad acquistare per puro caso ormai svariati anni fa, su una bancarella di un mercatino tra un CD di Vasco e uno di Pino Daniele, lo portai a casa a due euro ispirato semplicemente da titolo e copertina. C'è da dire che le mie orecchie ancora poco affini a tali sonorità non ne rimasero impressionate, e infatti questo disco rimase a prendere polvere sullo scaffale per diversi anni prima di tornare finalmente alla luce.

E ripensandoci ora, tutto ciò fu perfettamente normale. The Mind... è un disco crudo, asettico, violento e opprimente, ed è un album che spesso all'interno della discografia dei Ministry passa in secondo piano, in maniera abbastanza ingiustificata aggiungerei, collocandosi cronologicamente tra The Land of Rape and Honey, il primo vero passo della band in campo industrial, e il capolavoro indiscusso Psalm 69. Il lavoro si apre con l'anthem per eccellenza, Thieves: un riff dal sapore thrash, una batteria martellante che macina l'apparato uditivo di chi ascolta, il tutto a fare da contorno alla voce tagliente del frontman Al Jourgensen. Cinque minuti di pura furia meccanica dall'incedere chirurgico e incessante, frammentato in continui rallentamenti e accelerazioni. E la successiva Burning Inside non è da meno, dal ritmo incalzante e per certi versi ancora più furioso e sanguigno, così come Never Believe. Il primo vero cambiamento si ha con Cannibal Song, le cui ritmiche si fanno più morbide (certo, ricordiamoci che sempre dei Ministry stiamo parlando), ma mantenendo quella sensazione di disagio di fondo che pervade il disco dalla prima all'ultima nota. Breathe torna invece alle ritmiche marziali dell'opener, in maniera meno cruda e aggiungendo delle tastiere che tendono ad impreziosire il tutto.
Ma se la prima parte dell'album si è dimostrata diretta e violenta, generalmente senza fronzoli od orpelli di sorta, la seconda si apre verso qualche esperimento in più, a partire dagli otto minuti di So What, resi molto variegati dall'opera del batterista William Rieflin, che si dipana tra campionamenti sinistri, cori e vocals sempre più ruvide. La successiva Test, di nome e di fatto, si muove verso ritmiche danzerecce dando vita a un pezzo che dà l'impressione di non essere a fuoco al cento per cento. Ci avviamo alla conclusione tra Faith Collapsing e Dream Song, pezzi in sospeso tra ambient e industrial che sembrano decisamente in contrasto con quanto ascoltato finora, ma che comunque si rivelano all'altezza di chiudere un album di questa caratura.

Insomma, The Mind is a Terrible Thing to Taste raramente viene fatto figurare tra i capolavori assoluti dei Ministry, ma rimane comunque un album fondamentale per lo sviluppo della storia della band. Non è rivoluzionario come ciò che è venuto prima, e nemmeno è esplosivo come ciò che verrà dopo, ma i pezzi da novanta ci sono eccome, e tutto ciò lo rende un album da non perdere assolutamente.



VOTO RECENSORE
89
VOTO LETTORI
84.85 su 7 voti [ VOTA]
Galilee
Lunedì 9 Novembre 2020, 14.23.49
11
Land è più elettronico ma è una furia, Filth pig è più metal e oscuro e anche marcio. Il tutto rispetto a psalm69. Diciamo che pur essendo sempre Ministry c'è un bel salto evolutivo tra i loro orimi 5/6 dischi. Partendo da Land eh.. I primi primi non si contano.
LUCIO 77
Lunedì 9 Novembre 2020, 13.43.04
10
Grazie... Si avvicinano di più a Psalm 69? Tanto per farmi un'idea..
Galilee
Lunedì 9 Novembre 2020, 12.46.31
9
X Lucio77 Ascoltati land of rape and honey e filth pig. Sono I migliori secondo me. Anche io ritengo questo lavoro non proprio centrato. Di transizione direi. Fico lo stesso eh..
LUCIO 77
Lunedì 9 Novembre 2020, 12.36.13
8
Dopo Psalm 69 ascoltato anche questo.. Opinione: Partito benissimo, alla lunga è calato di intensità.. Se i Brani fossero stati tutti come i primi Tre, lo avrei apprezzato maggiormente.. Ma non si può avere tutto..
enry
Mercoledì 19 Agosto 2020, 13.29.49
7
Imperdibile, insieme a The Land e P69 forma una tripletta che vale una carriera e marchia a fuoco tutto il genere industrial metal e non solo.
Sadwings
Mercoledì 19 Agosto 2020, 1.25.53
6
anche secondo me é il migliore.
Duke
Martedì 18 Agosto 2020, 21.33.35
5
...gran bel disco....
L'ImBONItore
Domenica 16 Agosto 2020, 12.05.59
4
Eeeeee il capolavogho indiscusso ! Eeeeeeee il mix peghfetto tgha elettghonica eeeeeeeee sound metallico ! Grrrrrrrazie pegh questa ghescenzione !
Indigo
Sabato 15 Agosto 2020, 20.17.01
3
Thieves la mia preferita in assoluto dei Ministry. Bellissimi i riff e decisamente azzeccati tutti i samples/campionamenti. Ottima davvero
Galilee
Sabato 15 Agosto 2020, 15.32.03
2
Gran disco. Per molti il migliore, io preferisco il precedente e i successivi. Rimane comunque un capolavoro del genere.
Shock
Sabato 15 Agosto 2020, 14.29.12
1
Tralasciando il primo paragrafo della recensione che mi ha fatto cadere dalla sedia....questo è un disco fenomenale!!. Bastano Thieves, So What, Breath e Burning inside ad elevarlo a quasi capolavoro dell'industrial, che accadrà col disco successivo. Un gruppo che qui è ai suoi massimi livelli e che ha poco da spartire con quello pessimo attuale.
INFORMAZIONI
1989
Sire
Industrial
Tracklist
1. Thieves
2. Burning Inside
3. Never Believe
4. Cannibal Song
5. Breathe
6. So What
7. Test
8. Faith Collapsing
9. Dream Song
Line Up
Al Jourgensen (Voce, Chitarra, Programming)
Paul Barker (Basso, Programming)
William Rieflin (Batteria, Programming)
 
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