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24/04/24
KARMA
CENTRALE ROCK PUB, VIA CASCINA CALIFORNIA - ERBA (CO)
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Disavowed - Revocation of the Fallen
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22/08/2020
( 955 letture )
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Sembravano destinati a sparire, a non registrare più nulla e a lasciarci con i ricordi di due dischi fantastici: Perceptive Deception (2001) e Stagnated Existence (2007). Parliamo dei Disavowed, olandesi che nei primi dieci anni del 2000 ha fatto parte di quell'enorme schiera di gruppi che in qualche modo andavano piano piano a ringiovanire il brutal death metal. Rendendolo infatti ancora più tecnico, con il passare del tempo si è arrivati ad uno stile che pur essendo estremamente tecnico (creando un legame tra tecnica e scenari sci-fi/horror con copertine che spesso sembravano somigliarsi un po' tutte) riusciva comunque a suonare violento ed intransigente. Un periodo in cui la Unique Leader la faceva da padrona seguita da Brutal Bands, Neurot Records e tante altre. Tra questi gruppi c'erano anche gli olandesi, che purtroppo, per motivi personali sono stati costretti ad interrompere le attività dopo l'uscita del secondo lavoro. A distanza di tredici anni li ritroviamo con la formazione originale e con l'aggiunta del batterista Septimiu Hărşan(ex-Pestilence).
È un piacere notare che lo stile dei nostri non è poi cambiato molto. Il brutal rimane tecnico, i riff di chitarra mutano in continuazione passando da serrati a rapidissimi legati senza lasciare da parte i momenti più groove in cui i tempi rallentano per dare il via a quelli che in sede live faranno partire il più classico pogo. Possiamo dire che pur restando fedeli al loro stile, è inevitabile che il tutto suoni più moderno, almeno in termini di suoni e produzione, molto più pulita che in passato e con un basso di cui è possibile sentire ogni singola nota; fattori che dimostrano come gli olandesi siano comunque al passo coi tempi e tutto sommato siano meno “vecchia scuola” di altri. Pur ammodernandosi un po', la loro anima è sempre la stessa, anche per quanto riguarda le idee compositive: i brani si limitano infatti ad una durata che si aggira principalmente tra i due ed i tre minuti per un totale di circa mezz'ora, caratteristica che aiuta l'ascolto (e riascolto) di un lavoro veloce, brutale e ricco di passaggi riusciti. E di momenti degni di nota in cui è possibile percepire la classe dei nostri, ce ne sono assolutamente, a partire dall'ottimo singolo di lancio, The Enlightened One, che ben dimostra cosa sono i Disavowed del 2020. Notevoli anche la titletrack, ricca di riff rocciosi e tempi meno sostenuti, Deformed Construct con una struttura più varia varia, per non parlare poi della doppietta centrale composta da Therapeutic Dissonance e Defractured in Contemplation, pezzi in cui la classe e la capacità di saper scrivere brani di questo tipo si mostrano in ogni singolo passaggio. L'utilizzo di soluzioni più armoniche non si spinge mai oltre un certo limite ma fa quasi da guida se vogliamo, così come tutta la tecnica riversata nei riff è sempre al servizio della brutalità e del pezzo. Stesso discorso per l'ottimo lavoro alla batteria di Septimiu Hărşan, eccezionale, mai troppo monotono e in grado di rendere alcuni passaggi davvero incredibili (Egocentric Entity. Insomma, ogni singolo musicista dimostra di essere non in forma, ma di più, ricordandoci quali fossero le peculiarità che hanno reso i due album precedenti così amati. Che dire poi del growl di Robbe Kok? Sembra proprio non abbia accusato i tredici anni di silenzio; pur diventando leggermente più “chiaro” che in passato, la capacità di raggiungere tonalità basse e gutturali è costante. Una gioa per chi ama stili come questo.
I ritorni in scena di gruppi rimasti in silenzio per troppo tempo porta sempre una dose rischi legati al dispiacere, ma con gli olandesi non è stato affatto così. A tredici anni dall'ottimo Stagnated Existence, i Disavowed centrano l'obbiettivo registrando un album da non perdere e che in questo momento li mette al vertice di quella nicchia (ormai davvero ristretta) di gruppi legati a questo stile (vedi gli Infuriate. E se questo ritorno ha riacceso in voi qualcosa, sappiate che stanno per tornare anche gli Arsebreed, progetto parallelo di Kok e van der Broek.
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2
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Ottimo disco. Scorre che è un piacere. io gli do un 80 meritato |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Process of Comprehension 2. The Enlightened One 3. Revocation of the Fallen 4. Imposed Afterlife 5. Deformed Construct 6. Therapeutic Dissonance 7. Defractured in Contemplation 8. Egocentric Entity 9. The Inevitable Outcome 10. Facing the Singularity
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Line Up
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Robbe K (Voce) Daniel van der Broek (Chitarra) Gerben van der Bij (Chitarra) Nils Berndsen (Basso) Septimiu Hărşan (Batteria)
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RECENSIONI |
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