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Elvenking - Wyrd
05/09/2020
( 943 letture )
Dopo l'ottimo Heathenreel pubblicato nel 2001 gli Elvenking, band originaria dalla provincia di Pordenone, giunsero nel 2004 alla pubblicazione del loro secondo album in studio, Wyrd. Dopo il primo grande successo, a cui segu unintensa attivit live, nel 2002 il carismatico vocalist Damnagoras decise di abbandonare il progetto (anche se sappiamo che a pochi mesi dalluscita di Wyrd torn in formazione e da l in poi non ha pi mollato, tirando fuori con continuit dischi eccellenti). A prendere il suo posto fu Kleid e con esso arriv in pianta stabile il violinista Elyghen.
Da queste premesse nasce Wyrd, un disco che a distanza di anni si rivela ancora super godibile, anzi, fin troppo poco considerato nella discografia della band friulana, ritenuto anche da loro un mezzo passo falso, un disco che non spicca, nato in un contesto caotico, con una band in un momento difficile. Ascoltandolo in verit si sentono subito il sound e lidentit della band: Wyrd a tutti gli effetti un disco degli Elvenking e anche confrontato con i dischi successivi, miscelando con sapienza elementi power e folk, non sfigura. Se facendo un paragone tra Damna e Kleid, almeno sulla carta il primo sembra avere pi stile e personalit (grazie a uno stile meno impostato e a unattitudine da vero rocker, come fa ben vedere con gli Hell in The Club), forse anche questo aspetto, pi o meno in maniera calcolata, aiuta nella resa del disco: Kleid si rivela il tipo di cantante giusto per il contesto, capace di fornire ottime prestazioni grazie a una grande tecnica e un bel timbro caldo, lavorando sempre in modo funzionale alla riuscita del disco senza mai rivelarsi una personalit troppo ingombrante.

Il disco, la cui struttura va in crescendo, partendo da sonorit leggermente pi allegre e pi improntate sul lato folk per poi sfociare in un power, sempre contaminato dal folk, ma pi canonico ed energico, si apre con il festoso folk di The Losers' Ball, accompagnata da strumenti tradizionali e dai cori di una voce femminile. Segue una delle canzoni pi importanti del disco, Pathfinders, power allegro e movimentato, tra violini e strumenti tradizionali, assoli di chitarra, cori epici e parti pi cattive (Jarpen si occupa della voce harsh). In cinque minuti gli Elvenking riescono a mostrare tutte le loro carte. La stessa cosa avviene con le altrettanto ottime Jigsaw Puzzle, The Silk Dilemma e Disappearing Sands, canzoni estremamente piacevoli, dalle ritmiche andanti, in cui il violino di Elyghen, la fa da protagonista, arricchendo in maniera incredibile il suono della band. Il grande salto in avanti rispetto allesordio pi che altro risiede nella produzione meglio curata: alla realizzazione del disco, registrato e mixato in Germania difatti ha preso parte Achim Khler (produttore di un certo calibro nel metal). Si susseguono nuovamente parti pi lente a parti pi cariche con Moonchariot, con The Perpetual Knot e con Another Heaven, brano efficace, con delle sezioni pulite e acustiche efficaci, energiche ed allegre come quelle elettriche. Lo stesso accade con A Fiery Stride, che unisce un lato acustico al power convenzionale e con Midnight Circus. Il compito di chiudere lalbum spetta a A Poem for the Firmament, brano di dodici minuti che alterna parti cantate pulite accompagnate da arpeggi a momenti power pi pomposi e teatrali.

Wyrd un disco nato in un momento difficile (e che per sua sfortuna si posiziona tra Heathenreel e The Winter Wake, i due dischi migliori degli Elvenking), probabilmente non riuscito come doveva essere, ma in ogni caso pi che buono: alluscita stato accolto positivamente e negli anni stato rivalutato (visto che non il disco pi famoso degli Elvenking) e apprezzato dai fans, che tante volte lo considerano come uno tra i migliori dischi della formazione friulana. Come gi detto il suono abbastanza maturo e gli elementi che poi hanno continuato ad evolversi e a formare la discografia degli Elvenking sono gi presenti e ben sviluppati. Le melodie sono efficaci e orecchiabili, rendendo Wyrd un disco facile da assimilare, anche se in realt cela scelte stilistiche e compositive pregevoli, ragionate, che rendono il disco vario e ricco di spunti interessanti. La produzione pi che buona, come lo la scrittura, che non ha un vero e proprio concept alla base ed pi legata allintrospettivo e alle emozioni, che al fantasy presente nei lavori pi recenti. Alla fine non sono presenti difetti tangibili ed il disco risulta piacevole: poche band riescono a tirare fuori un lavoro simile in un momento no. Gli Elvenking rientrano in questa nicchia.



VOTO RECENSORE
78
VOTO LETTORI
38.43 su 32 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2004
AFM Records
Power
Tracklist
1. The Losers' Ball
2. Pathfinders
3. Jigsaw Puzzle
4. The Silk Dilemma
5. Disappearing Sands
6. Moonchariot
7. The Perpetual Knot
8. Another Haven
9. A Fiery Stride
10. Midnight Circus
11. A Poem for the Firmament
Line Up
Kleid (Voce)
Aydan (Chitarra, voce)
Jarpen (Chitarra, voce)
Gorlan (Basso)
Elyghen (Tastiere, violino, viola, voce)
Zender (Batteria)
 
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