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Nazgûl - De Expugnatione Elfmuth
05/09/2020
( 1220 letture )
De Expugnatione Elfmuth è, ad oggi, l'unica opera “compiuta”, per così dire, dei siciliani Nazgûl, duo fondato nel 1997 e formato da tali Thornset e Zakrathor, dedito ad un black metal chiaramente legato al filone “medieval-oriented”, sempre molto apprezzato nell'underground e che anche in Italia era stato seguito da alcune realtà diventate “di culto” come gli Evol.

Pubblicato nel 2002 con la conterranea Elegy Music, era la naturale prosecuzione, ed evoluzione, di quanto già di buono fatto sentire nel demo Omne Est Paratum, uscito quattro anni prima. La formula stilistica presentata solo in forma embrionale in quell'uscita viene infatti confermata ed ampliata: il sound dei Nazgûl , partendo da un'atmosfera medievale e fantasy (come suggerisce il monicker di tolkeniana memoria) trova una sorta di equilibrio tra la fastosità del symphonic e le soluzioni più anticheggianti tipiche di un certo atmospheric black che aveva trovato in progetti come Godkiller le sue maggiori espressioni artistiche. Le parti di tastiera, sempre protagoniste e ben composte, dai toni epici e talvolta quasi allegri grazie all'impiego di tonalità maggiori, e la furia incontrastata di chitarre distorte e blast-beat creano un piacevole contrasto incastrandosi in modi talvolta inaspettati e la loro complementarietà costituisce il nucleo musicale dell'intero album. Le composizioni si presentano molto articolate, ricche di idee e mai ridondanti, i riff e le melodie vi scorrono all'interno senza soluzione di continuità, senza ripetersi mai, eppure risultando nell'insieme estremamente organiche. Del resto anche il concept lirico è ben pensato ed è quasi interamente incentrato su una battaglia e sull'assedio di una mitica città, Elfmuth: la narrazione, accostabile in qualche modo come temi e atmosfere al “Signore degli Anelli” et similia, non contiene però nessun riferimento a opere letterarie esistente, preferendo dunque vicende e ambientazioni ideate ex novo. Ad impreziosire il tutto il rigoroso utilizzo del latino nei testi, sicuramente evocativi e particolarmente adatto nelle sezioni in cui la voce di Zarakthor si fa meno distorta e lascia spazio ad un potente declamato. Gli elementi che, non a caso, caratterizzano di più l'intero album grazie anche alla varietà di soluzioni che sperimentano sono proprio la voce e, ovviamente, le tastiere: la prima spazia da uno scream molto acuto, quasi straniante a primo impatto, (che non a caso forse ricorda proprio le vocals su The Rebirth of the Middle Ages di Godkiller) a un growl profondissimo passando per le già citate parti declamate, mentre le tastiere costituiscono in sostanza le fondamenta dell'intero album. Che siano sotto forma delle orchestrazioni maestose di Hult-Garth – Qui Inferorum Animas Excitat (introdotta saggiamente dal Proemium, come ci trovassimo davanti ad un poema epico), o dei fiati prorompenti di In Sumnis Montibus o del clavicembalo baroccheggiante di Nigrum Praessagium o, ancora, del flauto di Impetus Quartae Lunae Novae, le parti di tastiera rappresentano quasi sempre l'elemento più caratterizzante di tutte le canzoni e sono in generale ben composte ed eseguite. Pur essendo tutte le canzoni emozionanti e di ottima fattura, qualche altra menzione d'onore va riservata ad Elficidium, ingannevolmente tranquilla all'inizio, dura e insidiosa poi, come il testo che racconta del violento attacco di alcuni orchi a un villaggio di elfi, nonché alla breve quanto geniale Dies Festi, che tratteggia fugacemente ma chiaramente l'immagine di un piccolo villaggio medievale in un giorno di festa, e infine a Charcaron – Damnosus Impetus, tra le più cattive e in-your-face del lotto.

In buona sostanza, De Expugnatione Elfmuth è una piccola gemma del black metal nostrano, ben ideato, scritto e suonato, pregno di belle idee, spunti interessanti, melodie ed atmosfere azzeccatissime e di quell'aura sinceramente epica che solo grandi dischi si portano dietro.
Con un debutto così promettente, sarebbe stato interessante vedere come sarebbe stata un'opera seconda dei Nazgûl, che ad oggi però non ha mai visto la luce. Tuttavia il gruppo sembra essersi riunito giusto l'anno scorso, quindi chissà se in futuro potremo sentire qualcosa di nuovo da loro. Per il momento, accontentiamoci di riscoprire e di custodire questo pezzo di metal estremo italiano.



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
83 su 4 voti [ VOTA]
Nyarlathotep
Domenica 6 Settembre 2020, 6.10.57
6
Davvero un piacere veder recensito questo album qui!
Nyarlathotep
Domenica 6 Settembre 2020, 6.06.58
5
Comprato appena uscito su consiglio del preparatissimo proprietario di un negozio di Palermo, negozio significativamente chiamato Helvete, che ebbe una vita troppo breve. Una bella batosta per le mie ancora giovani orecchie del 2002, ma lo apprezzo ancora. Nigrum presagium ed Impetus quartae lunae novae le mie preferite.
Kriegsphilosophie
Sabato 5 Settembre 2020, 19.02.44
4
Sempre amato. E comunque si sono riformati, uscirà qualcosa (molto presto) per la Gollum's Treasure
Federico S.
Sabato 5 Settembre 2020, 18.52.09
3
Mamma mia che perla.
gianmarco
Sabato 5 Settembre 2020, 14.12.19
2
ci sono anche parti molto Bal Sagoth , Summoning .
gianmarco
Sabato 5 Settembre 2020, 14.09.24
1
i limbonic art siciliani .
INFORMAZIONI
2002
Elegy Music
Black
Tracklist
1. Proemium
2. Hult-Garth – Qui Inferorum Animas Excitat
3. Elficidium
4. Dies Fest
5. In Sumnis Montibus
6. Nigrum Praesagium
7. Impetus Quartae Lunae Novae
8. Caelum Obscuratur
9. Legio Draconorum Orkian
10. Natura Cadit
11. Charcharon – Damnosus Impetus
12. Solvitur Ad Elfmuth – Ante Bellum
13. Bellum Humanes Resistentes Superavit
14. Epilogus
Line Up
Zakrathor (Voce, Tastiera, Drum Machine)
Thornset (Chitarra, Basso)
 
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