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SVNTH - Spring in Blue
08/09/2020
( 755 letture )
I Seventh Genocide, oggi noti come SVNTH, sono un gruppo ormai storico nella scena post-black metal romana. Fondati nel 2006, hanno pubblicato due album con un riconoscibile mescolamento di melodie sospese e diatoniche reminiscenti di vari gruppi sullo stile di Alcest e Agalloch con sezioni in blast-beat e soluzioni prese in prestito da un black melodico vicino, per certi aspetti, ai Taake. Dopo un debutto un po' incerto e di neanche mezz’ora di durata, è con il secondo album, Toward Akina, che il gruppo mostra dell'ottimo potenziale. Oltre a durare il doppio mostrava anche un maggiore focus sulle melodie a corda aperta e qualche occasionale influenza dei Forgotten Tomb. Tuttavia, mancava ancora qualcosa che potesse elevarlo a ottimo.

Dopo aver pubblicato due album, il gruppo ha cambiato monicker in un abbreviato SVNTH, a cui è seguita la terza release in studio con la partecipazione di ospiti, anche di un certo peso. Dopo un'intro strumentale che introduce l’ascoltatore al tipo di sound proposto nel disco, Erasing Gods' Towers si prende più di tre minuti prima di includere chitarre distorte e progressivo uso di fraseggi in tremolo e batteria in doppia cassa. Parallel Layers prende un approccio ancora più subdolo e catartico, includendo riff più violenti e occasionali palm-muting e passaggi di chitarra slide. Dopo Wings of the Ark, un pezzo minore penalizzato dall’essere circondato da tracce lunghe più del doppio, l’assalto a base di accordi sostenuti da blast-beat continua con Chaos Spiral in Reverse, lungo brano di quattordici minuti che dopo un calo di dinamiche spara dei breakdown affrontando altre sezioni più veloci che si ripetono più volte. Da segnalare la presenza del funambolico Colin Marston (Gorguts, Krallice e tantissimi altri), che in questo brano partecipa suonando la sua ormai iconica warr guitar (una chitarra/basso stick a dodici corde). Sons of Melancholia, altro lungo brano di tredici minuti, segue ritmi up-tempo molto meno massicci ed arpeggi in clean in bilico tra qualcosa di vicino ai Rush ed Intronaut, a cui si aggiungono alcuni passaggi e assoli stile new wave anni ottanta ed una sezione finale d'ispirazione doom. A non colpire pienamente è la produzione (curata da Colin Marston), che a causa di una distorsione poco convincente ed entrate poco naturali ed improvvise, fa suonare il tutto un po' artefatto e freddo. E non solo, a perderci è anche lo scream di Rodolfo Ciuffo, debole e sepolto dagli arrangiamenti.

Se il cambio di monicker può essere visto come l'inizio di un nuovo percorso, bisogna ammettere che Spring in Blue risulta più completo, ed abbraccia vari stili eseguendo in maniera competente il lavoro psichedelico che ci si aspetta. Tuttavia, l’album appare più dispersivo di Toward Akina, e spesso si fa fatica a digerire i momenti in cui ci le progressioni si fanno più statiche o cariche esclusivamente di atmosfera. Con membri del gruppo attivi anche in altri progetti/gruppi attivi e con cui collaborare (Bedsore, Night Gaunt e Thecodontion tra i vari), resta da vedere se il progetto SVNTH avrà ancora modo di migliorarsi.



VOTO RECENSORE
74
VOTO LETTORI
64 su 10 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2020
Transcending Records
Black
Tracklist
1. Who is the Dreamer?
2. Erasing Gods' Towers
3. Parallel Layers
4. Wings of the Ark
5. Chaos Spiral in Reverse
6. Sons of Melancholia
Line Up
Rodolfo Ciuffo (Voce, Chitarra acustica, Basso)
Stefano Allegretti (Chitarra)
Jacopo Gianmaria Pepe (Chitarra)
Valerio Primo (Batteria)

Musicisti ospiti:

Marco Soellner (Voce sulla traccia 4)
Angela Radoccia (Voce sulle tracce 2 e 6)
Colin Marston (Warr Guitar sulla traccia 5, Tastiere)
Josiah Babcock (Batteria sulla traccia 5)
 
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