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Nargaroth - Herbstleyd
26/09/2020
( 1244 letture )
Nella discografia assolutamente sui generis di Nargaroth, progetto caratterizzato in primis da uno spiccato attaccamento al mondo e alla materia black metal, il debutto Herbstleyd, pubblicato nel 1998 dalla No Colours Records, ricopre un ruolo del tutto particolare. Un disco che innanzitutto mai ha messo d'accordo molti appassionati, divisi tra chi lo ritiene un grande inizio di carriera che già lasciava trasparire le doti artistiche di Renè Wagner, allora conosciuto con lo pseudonimo scandinavo di Kanwulf, prima della metamorfosi “horrorifica” in Ash, e chi lo giudica come un disco mediocre, sostanzialmente derivativo, che ha goduto di un presunto stato di album di culto solo grazie alla notorietà raggiunta dal monicker con il celeberrimo Black Metal Ist Krieg.

Chi scrive, ed è portato dunque a giudicare in questa sede Herbstleyd, cercherà quindi di mediare fa queste due posizioni opposte. Se da una parte è vero che, nonostante la No Colours Records fosse ben nota negli ambienti black metal soprattutto tedeschi, il debutto di Nargaroth passò abbastanza in sordina al momento della sua uscita, questo non necessariamente fa di questo un cattivo album, che anzi è stato probabilmente riscoperto con notevole sorpresa da chi, rimasto colpito dalla potenza di Black Metal Ist Krieg ha potuto assaporare al meglio l'anima più d'atmosfera del progetto che nella sua opera seconda era appena accennato, ad esempio in un capolavoro come Seven Tears are Flowing to the River. Herbstleyd, letteralmente “agonia autunnale”, non è affatto easy-listening: la lunghezza del disco, che supera l'ora di durata, e delle singole canzoni, in parte attenuata dalla discreta varietà di soluzioni, in parte amplificata dalla loro intrinseca complessità è sicuramente uno degli scogli più grandi in tal senso. A chi non avesse sofferto di questa difficoltà o a coloro che siano riusciti a superarla si dispiegherà poi chiaramente la bellezza, pur imperfetta, di questo disco. Caratterizzato in primo luogo da una costante alternanza, non solo tra i vari brani ma anche all'interno degli stessi, di sfuriate black old-school e parti più calme in cui tastiere e suoni della natura, come il soffiare del vento o lo scorrere di un ruscello si affiancano o si sostituiscono alle chitarre distorte (che in verità ricordano molto, nel suono, il primo Burzum) e alla batteria. Si fanno notare, inoltre, scelte sicuramente coraggiose come l'inserimento un'intro di più di sette minuti in cui si susseguono cori femminili, canti di guerra a cui fanno da sottofondo il clangore delle spade e i rumori della battaglia, e addirittura un estratto di una canzone di Lord Wind dell'amico Rob Darken e di un episodio della serie Xena, o di un lunghissimo brano interamente “ambient” quale Das Schwarze Gemälde, comunque di ottima fattura, nel quale possiamo apprezzare i suoni più disparati, dai classici pad di tastiera agli archi, passando per organo e pianoforte. Tra gli altri brani spiccano poi la bellissima title-track, in cui i riff principali, solenni, monolitici vengono separati dalle parti più veloci da brevi intermezzi tastieristici, e ovviamente la titanica Amarok – Zorn des Lammes, della durata di quasi 16 minuti, il cui black lento e mesto viene interrotto nel mezzo e per svariati minuti dall'ululare del vento e dei lupi che si confondono tra di loro, a cui si aggiungono poi i malinconici arpeggi di una chitarra acustica. Ultima menzione, infine, per i testi: pur non essendo ricchi di spunti lirici degni di essere ricordati, vanno in qualche modo a legarsi bene con la musica, tra echi di battaglie in paradiso, immagini di boschi notturni, stati d'animo depressivi ed addirittura richiami fantastici ad Elfi ed affini, presentando peraltro tematiche come appunto la guerra e la natura che saranno ricorrenti nella carriera di Nargaroth.

Herbstleyd è, insomma, un disco sicuramente non perfetto, ma altrettanto sicuramente complesso e ambizioso, figlio di un'idea di black metal imperniata sul giusto quanto difficile equilibrio tra aggressività e atmosfera che in molti, già in quegli anni, stavano certamente smarrendo (“Fuck Nowadays Black Metal”, dirà poi Kanwulf) ma che forse neanche lo stesso Nargaroth, pur producendo altri dischi di egregia fattura, riuscirà più a centrare in questo modo.



VOTO RECENSORE
82
VOTO LETTORI
67.4 su 5 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
1998
No Colours Records
Black
Tracklist
1. Introduction
2. Herbstleyd
3. Karmageddon
4. Nargaroth
5. Des Alten Kriegers Seelenruh'
6. Amarok – Zorn des Lammes
7. Das Schwarze Gemälde
8. Von Traum, die Menschheit zu tötem / Outroduction
Line Up
Kanwulf (Voce, Tutti gli strumenti)
Charoon (Chitarra solista)
 
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