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Night - High Tides- Distant Skies
28/09/2020
( 2903 letture )
Certe band vanno letteralmente stanate dall'iperuranio nel quale fluttuano indisturbate, imperturbabili al suono delle sirene della fama, e rese accessibili al maggior numero di persone: in particolari condizioni l'esclusività è tanto un vanto quanto un crimine ed è qui che entriamo in gioco noi modesti recensori col chiodo fisso della filantropia.
Nel caso dei Night, infatti, trovereste persino complesso scovarli da soli, magari dopo il caldo suggerimento mossovi da un cultore che non avesse a mente di specificarvi anche il nome di una canzone a loro correlata, poiché digitando ''night'' vi trovereste a navigare in un oceano sterminato di musicisti che hanno la sola colpa di aver utilizzato questo sostantivo per battezzare tracce e album, andando di fatto a rendere la vostra ricerca infruttuosa.
Il quartetto di Linköping non potrà vantare un nome particolarmente originale e d'immediata riconoscibilità nondimeno ha già all'attivo tre dischi di ottima fattura ed è annoverabile di diritto nella schiera delle band contemporanee più influenti del panorama hard rock svedese.
High Tides- Distant Skies è l'apice raggiunto dai nostri dopo 7 anni spesi ad arricchire il proprio sound, disco dopo disco, a caccia del giusto equilibrio fra la prepotente componente heavy dei primi lavori e la propensione verso le melodie cristalline dell'hard rock settantiano.
Il risultato va ben oltre le più rosee aspettative perché, e lo diciamo senza inutili giri di parole e fin da subito, i nostri hanno dato alla luce il capolavoro dell'intera discografia.

Occorrono 37 minuti per completare il viaggio nell'universo dalle molteplici sfumature cromatiche disegnato dai Night ed è probabilmente quanto basta per godersi appieno e tutto d'un fiato la verve compositiva degli svedesi, ispiratissimi già dall'opener Shadow Gold, col suo intro dal gusto maideniano poi adagiato su un ritmo ben sostenuto dal duo chitarristico e vocale Andersson/Ouirra: i due fraseggiano in un continuo botta e risposta delle rispettive sei corde e delle ugole, esaltate dal ritornello in controvoce che le intreccia in un ricamo melodico da primi della classe.
Burning Sky marchia a fuoco lo stampo NWOBHM ma cede il passo, dopo un'iniziale cavalcata selvaggia, ad un intermezzo strumentale che focalizza l'attenzione sulla musica, rock for rock's sake diremmo, eletta come indiscussa protagonista del full-length e infarcita dai contributi dei singoli musicisti, mai così a proprio agio nel mettersi a servizio della band per offrire una prestazione corale eccelsa senza virtuosismi individuali o egocentrici.
Con Crimson Past cala la frenesia ma non la qualità: le chitarre acustiche incupiscono l'atmosfera conferendole un'aura di piacevole dannazione nella quale è possibile cogliere la lezione dei Blue Öyster Cult, il basso di Joseph Max pulsa nervoso, le voci dei cantanti trascendono dalla dimensione terrena e danno l'impressione di riecheggiare dalle profondità più occulte dell'inconscio di chi ascolta. Non manca neppure l'apporto del pianoforte, scelta appropriata che non a caso impreziosisce il già ottimo comparto ritmico, donando al brano un fascino etereo.
Se vi sembra impossibile evitare di fare rewind una dozzina di volta per gustarvi ancora e ancora uno dei pezzi migliori del lotto, aspettate di sentire la successiva Falling in the Black: irresistibile, trascinante grazie alla quadratura del riff ma capace di sorprendere al momento opportuno, quando cioé si spegne l'elettricità e si accende l'acustica. Anche in questo caso i Night regalano ampio spazio alla musica mediante una soluzione arpeggio/pennata semplice, oseremmo basilare, ma dannatamente convincente: ogni singola nota è studiata di modo che sprigioni la propria carica emozionale, affine cioè al grigio contesto che gli svedesi rievocano con questa traccia dal sapore autunnale.
Running Away mette da parte le divagazioni intimistiche della precedente, ritrova maggiore sfrontatezza e snocciola tutte le soluzioni armoniche che cementificano l'album, a partire dall'asse dualistico di chitarre rocciose e dirette fino all'utilizzo del coro nel ritornello, piuttosto epico grazie all'espediente di mestiere dell'alzata di un tono in su dopo l'assolo.
Dopo l'irrequieta Here On My Own, l'asticella si rialza con la sognante Lost in a Dream, quasi imparentata con la bellissima Crimson Past, e con la quale ne condivide il background oscuro ma allo stesso tempo, complice anche il minutaggio superiore, viene arricchita da uno splendido assolo.
Give Me to the Night da' modo alla band di sfogare quanto ''tenuto a guinzaglio'' finora, ossia la vena più hard 'n' heavy, sporca e grezza come piacerebbe ai Motörhead ma è soltanto un episodio isolato, giacché Under the Moonlight Sky va a concludere un disco straordinario e senza filler in piena coerenza con quanto espresso finora, convergendo e dunque sintetizzando gli impulsi dosati dai Night nelle canzoni precedenti.

Con High Tides- Distant Skies gli svedesi consegnano ai fan e agli amanti dell'hard rock il lavoro perfetto. Faticheremmo a trovare il benché minimo difetto in un album che, al di là dei suoi episodi più energici, in realtà non disdegna rivelare una natura più ricercata, intimista, specie negli intervalli acustici così ben ritagliati all'interno delle composizioni e che infondono l'opera tutta di un sensazionalismo romantico davvero suggestivo.
Le alte maree e i cieli distanti, alla fine di quest'eccezionale esperienza di ascolto, non vi sembreranno più imperscrutabili divagazioni da decifrare ma lidi concreti che per 37 minuti avete lambito, interiorizzandone il significato, qualunque esso sia o vogliate assegnargli.



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
86.33 su 3 voti [ VOTA]
Harleking11
Giovedì 29 Settembre 2022, 11.01.27
15
Bell'albm, veramente ben fatto e ben prodotto. Suggerisco di recensire anche il primo "Raft of the world".
Mic
Venerdì 13 Maggio 2022, 17.21.49
14
Riascoltato oggi. Rimane piacevole, ma questi sono dei furbacchioni. Ti infilano melodie e pezzetti che rimandano a brani di successo. Così non vale. Oggi ci ho sentito Owner of a Lonely Heart e un qualcosa di Bon Jovi. Scusate se era già detto in recensione (non l'ho letta)
Mic
Domenica 13 Febbraio 2022, 13.14.42
13
Scoperto questo bel CD. Condivido l'entusiasmo. Ma al primo commento leggo che Crimson Pasta sarebbe la canzone che I BOC non riescono a scrivere da anni. Beh, perché l'hanno già scritta nel 76, credo
Rob Fleming
Domenica 28 Febbraio 2021, 20.33.13
12
Album stratosferico. Per me l'apice del 2020. In più occasioni mi ha rimandato ai Warlord, ai Wishbone Ash, ai Blue Oyster Cult (e ai Ghost). C'è un qualcosa di arcano nelle melodie...nella "gentilezza" della voce...nelle chitarre...Ogni brano è una perla che brilla accecante. Ma alla pochi commenti. Peccato. Non sanno quello che si perdono. 90
Rasta
Domenica 4 Ottobre 2020, 13.02.14
11
Vittorio: è sbagliato dirlo, ma è talmente scontato già dalle prime note che pare di dire una banalità. In effetti i THIN LIZZY, hanno influenzato il Rock 70 e dopo, molto + di quanto gli venga riconosciuto al di fuori degli appassionati ed esperti del settore. Ma credo sia un fenomeno solo italiano. Questi tizi (i NIGHT) sembrano davvero usciti dagli anni '70, non solo il disco, anche loro se li vedi. Nella loro semplicità, senza obbiettivi di marketing, a mio avviso. ... un saluto!
Vittorio
Sabato 3 Ottobre 2020, 10.22.11
10
Com’è che nessuno ha tirato fuori ancora il nome “Thin Lizzy”? Sono perplesso...
dariomet
Venerdì 2 Ottobre 2020, 14.29.37
9
Affini ai night consiglio gli svedesi hallas di excerpt from a future past
Rasta
Mercoledì 30 Settembre 2020, 12.29.18
8
P.S. ... eccetto quando pigiano sull'acceleratore come in Give Me To The Nights, già + metallara. Riguardo al quesito.
Rasta
Mercoledì 30 Settembre 2020, 12.19.03
7
Al secondo ascolto, ma x certa musica ormai mi basta un attimo. C'è + Rock che Hard Rock, il che non è necessariamente un male, almeno x me. Il disco lo terrò, in bacheca, è vario e scorrevole come scritto. Avete tutti tessuto le doverose lodi (che peraltro sottoscrivo), quindi farò io la parte del cattivo. Il cantato solista non è niente di speciale, qualcuno bisogna che lo dica; a tratti ricordano, tra gli altri citati, certe cose della E.L.O., Band che non mi ha mai fatto impazzire.; ma qui almeno non ci sono arrangiamenti dance. La domanda che mi rimane dopo l'ascolto è questa: la Band è attuale, ciò influisce sul giudizio data la penuria, in + abbiamo quasi tutti simpatia x il movimento Rock scandinavo, ma se fosse un disco del 1975, 76, 77, come ne parleremo? Sarebbe un disco da 8 / 8 e mezzo? /// Mentre cercavo la copertina x itunes, mi sono imbattuto casualmente in una band recente loro conterranea, tali CHILDREN OF THE SUN, di cui ho prontamente trovato la recensione di Lizard, che provvederò a commentare previo ascolto. Quindi doppiamente grazie a Metallized! /// Ora aspettiamo di vedere se i GRETA VAN FLEET, ormai portavoce dell'Hard Rock dei giovani, sforneranno un lavoro con personalità come questo, o se vorranno continuare a giocare a fare i cloni dei LED ZEPPELIN.
Voivod
Mercoledì 30 Settembre 2020, 10.46.22
6
Album fantastico! Ce l'ho in cuffia da 2 settimane!
Altered
Lunedì 28 Settembre 2020, 18.46.34
5
@Shock : Lieto di essere riuscito a mantenere la promessa! Alla fine era inevitabile che un disco così piacesse davvero a tutta la redazione, quindi è anche merito loro se questo scritto ha potuto vedere la luce! Mi inorgoglisce sapere di aver reso ''felici'' i lettori e di aver in qualche modo invogliato all'ascolto anche chi non conosceva la band che merita, merita tantissimo! Stay rock, e alle prossime! \m/
Fabio Rasta
Lunedì 28 Settembre 2020, 17.36.54
4
Grazie a tutti! Un'occhiata veloce a rece e commenti, e ho già capito essere il mio prossimo doveroso ascolto. Se una Band con un nome così si fa largo in quest'era, deve avere qualcosa di speciale. Riferirò.
Rob Fleming
Lunedì 28 Settembre 2020, 16.14.28
3
Mi piace l'incipit della recensione E' così. Devo ringraziare @Shock che me l'ha consigliato e mi ha reso agevole il compito indicandomi il titolo dell'album (con il solo nome del gruppo ero ancora lì a cercarlo). Ordinato immediatamente dopo 2/3 ascolti (37 min. un sogno!). Bella recensione. In attesa che arrivi fisicamente proseguo negli ascolti in rete
dariomet
Lunedì 28 Settembre 2020, 15.30.47
2
Sì shock ..su di loro hai completamente ragione.consigliati anche per me e meritevoli di un bell 80
Shock
Lunedì 28 Settembre 2020, 14.30.51
1
E bravo Alessandro!! Come promesso hai ottimamente recensito questa piccola grande gemma! Quando sento dischi così, alla faccia di tanti che sostengono che non c'è più niente da dire e nessun gruppo possa essere come i grandi del passato, so' che il nostro genere preferito (dall'hard rock all'heavy metal) è vivo e vegeto e continuerà ad esistere. Perché questo è un gran disco! Nove canzoni, 37 minuti, nessun filler, una prova maiuscola del gruppo, due canzoni CAPOLAVORO: Crimson past, tra Dire Straits e Blue Oyster Cult, semplicemente quella canzone che il Culto da anni non riesce a scrivere; Under the Moonlight Sky ovvero la perfezione, riff coro assolo, semplicemente strepitosa. Ma le altre sette canzoni non sono da meno, da quelle più dure a quelle più melodiose tutto il disco non ha cedimenti. Per me pure 90!!
INFORMAZIONI
2020
The Sign Records
Hard Rock
Tracklist
1. Shadow Gold
2. Burning Sky
3. Crimson Past
4. Galling in the Black
5. Running Away
6. Here On My Own
7. Lost in a Dream
8. Give Me to the Night
9. Under the Moonlight Sky
Line Up
Oskar Andersson (Chitarra, Voce)
Sammy Ouirra (Chitarra, Voce)
Joseph Max (Basso)
Linus Fritzson (Batteria)
 
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