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25/04/24
MARDUK + ORIGIN + DOODSWENS
AUDIODROME, STR. MONGINA 9 - MONCALIERI (TO)
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Napalm Death - Throes of Joy In the Jaws of Defeatism
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01/10/2020
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Ricordo nitidamente una sera di Ottobre di dieci anni fa quando, in un piccolo club in una piccola e remota provincia del nord Italia (la mia) approdarono i Napalm Death, oltre ad un live semplicemente devastante mi colpì la semplicità, l’umiltà e la disponibilità dell’act britannico, seppur già conclamati e riconosciuti a livello mondiale quello che si scolpì nelle memorie di noi spettatori fu il cuore che ci misero, sopra e sotto il palco. Son passati dieci anni da allora, i Nostri non si sono mai fermati e in questo 2020, tramite la Century Media danno alle stampe il loro nuovo lavoro: Throes of Joy In the Jaws of Defeatism.
Ciò che ha reso unici i Napalm Death nei loro trentacinque anni di carriera è l’aver creato un genere, il grindcore e, album dopo album averlo codificato, evoluto e reso noto ad un pubblico sempre più vasto, unificando i pareri di critica e fans. La ricerca musicale di Greenway e soci non si è mai fermata e anche in questa loro ultima fatica possiamo trovare nuove influenze, da una ventata “post” che permea l’album ad un nome su tutti: Killing Joke, ovviamente senza che il trademark della band di Meriden venga snaturato. Il suono di Throes of Joy In the Jaws of Defeatism è volutamente old style dal sapore metal-punk anni ’80, coadiuvato da una produzione moderna che rende l’impatto generale mastodontico, la batteria di Herrera è naturale e nitida in ogni suo elemento, il basso di Shane come sempre è aggressivo e presente, nota particolare alle chitarre in quanto nella line up è volutamente non citato nessun chitarrista: Mitch Harris (in pausa ufficiale dal 2014) e John Cooke si sono spartiti i lavori alle sei corde. Come sempre invece risulta ispiratissima e istrionica la performance vocale del buon Barney, capace come sempre di rinnovarsi e cambiare timbri e stili. Play. Bastano i primi venti secondi di Fuck the Factoid a far sussultare gli animi, un attacco frontale a una velocità impressionante mette subito in chiaro che i Britannici non hanno perso nemmeno un colpo anzi. Backlash Just Because ci riporta alle sonorità tipiche della band, grindcore crudo, con il basso di Shane a dominare la scena. The Curse of Being In Thrall si rivela essere un brano dal sapore veramente thrash marcato da ispiratissimi riff di chitarra, come sempre i Napalm Death fanno loro generi che amano e li rendono molto personali. Eccoci ora arrivare alla chiave di volta del disco Contagion, un brano davvero clamoroso in cui si possono sentire echi e omaggi ai Killing Joke nei chorus e ai Voivod per ispiratissime ritmiche e sonorità di chitarra. Nella successiva metà del disco a colpire sono Joie de Ne Pas Vivre, in cui le atmosfere si fanno molto dark, un brano alquanto noise e ossessivo, il singolo Amoral brano che si distingue per le sonorità e le chirissime influenze post-punk e, la titletrack Throes Of Joy In The Jaws Of Defeatism brano che con il suo incedere martellante sicuramente in sede live causerà fortissimi ematomi, tra poghi e mosh pit. A conclusione della tracklist troviamo la particolare A Bellyfull Of Salt caratterizzata da ritmi rallentati, atmosfere oscure, claustrofobiche e opprimenti, con una prestazione vocale veramente pazzesca e malata.
Throes of Joy In the Jaws of Defeatism è quindi un album completo, c’è ispirazione, dinamismo, evoluzione, coerenza e musica con la M maiuscola; il sedicesimo capitolo di una leggendaria carriera ci consegna una band in costante ascesa, sempre alla ricerca di una marcia in più, che non dimentica le proprie radici, sonore e non. I Napalm Death a distanza di anni non hanno mai perso la voglia di urlare, di far riflettere, di ribellarsi contro un sistema di politiche e ingiustizie che ha umiliato la società moderna e soprattutto di far tutto ciò con la loro incredibile musica. “Thank you” fu l’unica cosa che dissi a Shane in un piccolo club in una piccola provincia del nord Italia dieci anni fa; “Thank You” è l’ultima cosa che vorrei dire ai Napalm Death oggi.
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Tolto l\'entusiasmo iniziale, lo metterei al pari con Utilitarian. Ennesima grande prova in studio. 85 |
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Davvero potente questo nuovo Napalm death. Forse il disco più convincente da Smear campaign. Proseguendo sulla rotta degli ultimi due, qui i Napalm centrano di più il segno scrivendo dei pezzi davvero convincenti, riuscendo a dominare e a far propria qualsiasi influenza e variazione sul tema. |
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il voto.....(almeno qui si può votare.....) 85\100 |
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autentica istituzione del metal 'estremo', ispirazione per una moltitudine di bands sparse ovunque. capostipiti di un genere , chiamatelo grind o grindcore o grindmetal, poco importa, anche se personalmente li considero 'grind' nei primissimi lavori, poi il genere si fonde con il 'death' ed ecco il 'deathcore' , vabbè.... questo disco mi ha spiazzato, non me lo aspettavo così intenso e vibrante. i lavori degli ultimi anni non è che mi avessero particolarmente impressionato, a tratti, in alcuni pezzi, risultavano quasi noiosi. con questo 'throes...' invece si riscattano alla grande. album suonato e prodotto ottimamente ed infatti il sound è debordante, devastante. grandi Napalm Death, disco consigliatissimo!! |
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Che non riescano a suonare riff dal vivo, onestamente non so a cosa LAMBRUSCORE si riferisse (quella parte del post non la consideravo nel mio commento)! Concordo con Utopia Banished - tra i miei preferiti ci sono anche Scum, Inside the Torn Apart e Enemy of the Music Business. Sono d'accordo anche che sia un gruppo di spessore o statura morale. Però, quello che voglio dire è che da un po' i loro dischi non mi dicono molto... Evviva! |
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Questo Gruppo ha una Statura morale Per Me, che va oltre il Genete che suonano.. |
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Io continuo a pensare non abbiano sbagliato un disco. Comunque li ho visti qualche anno fa e non mi è sembrato non riuscissero a suonare i pezzi degli ultimi dischi. Anzi, han suonato alla grande come sempre. D'accordo con Lucio, Utopia banished Top!
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Utopia banished sobre todo! |
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Sono molto d'accordo con LAMBRUSCORE... Dopo Enemy, Smear è quello che mi ha convinto di più, ma per il resto non troppo... |
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Disco dell'anno! Pur apprezzando anche gli ultimi lavori credo che questo sia da mettere fra gli apice della carriera, insieme ai primi 4 e Enemy. Non mi aspettavo un lavoro che riesce ad amalgmaere spunti e stili differenti senza mai perdere nulla del calssico Napalm sound. Davvero efficace. Visti dal vivo l'anno scorso mi pare che abbiano fatto diversi pezzi dagli ultimi lavori, poi ovviamente con 30 di musica alle spalle è ovvio che non puntino solo sulle cose più recenti, ma soprattutto sui classici. Che band fantastica |
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il disco chiude veramente bene, dovrebbero esplorare quella zona li, tra Amoral e A Bellyfull of Salt and Spleen
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Da anni usano dei riff assurdi, che poi non sanno riproporre dal vivo. Per me validi fino a Enemy of...poi mi hanno sinceramente stufato, compresi alcuni album degli anni '90, quelli sperimentali, esperimenti dei miei maroni, da loro voglio del grind come sanno fare...se vogliono..... |
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In parte sono d'accordo con quanto detto sotto. Penso anche che siano tematiche che usano per far sì che i benpensanti si avvicinino a loro, così risultano buoni anche loro. Infatti compaiono spesso anche in ambiti non proprio metal. Fonti ben informate dicono che Mitch ha presenziato alle registrazioni, pur non essendo segnalato. |
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Se volevano ribellarsi contro un sistema usurario e creatore di debito perperuo non dovrebbero pensare alle stronzate arcobaleno ...socialismo unica via |
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9
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Sì, grande prova, funzionano alla grande sia le fucilate classiche della band che i brani più 'sperimentali'. Contagion da urlo, da inserire fra i brani migliori dei ND seduta stante. Disco da comprare e già messo in ordine. PS. La copertina mi fa cagare, ma questo è un mio problema. |
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8
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Piacevolissima "sorpresa".. Son sempre i Miei Napalm.. |
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7
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Una lezione per tutte le band odierne, i maestri del genere ancora inarrivati. 90 |
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6
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Grandi Napalm! Rispetto agli album degli ultimi vent’anni, tutti validissimi anche se stilisticamente tutti molto vicini tra loro (e al loro interno, considerando i brani che ne facevano parte), questo ultimo parto si presenta decisamente più sfaccettato, sorprendente e magari anche un po’ spiazzante. Accanto alle tradizionali mazzate come la splendida opener Fuck the Factoid o Fluxing of the Muscle, si alternano pezzi più sperimentali come la clamorosa Contagion, Amoral o la claustrofobica Jois De Ne Pas Vivre che rendono il complesso dell’album tutt’altro che monotono. Al 16º album, dopo più di trent’anni di attività, da cinquantenni suonati... decidono di aprire la nuova decade facendo ancora qualcosa di diverso. Dopo più di qualche ascolto sono convinto che lo stiano facendo alla grande. Mitici! Voto 83 |
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4
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Piu sperimentale di quelli usciti prima, anche se parlare di sperimentalismo ormai pure nel grind è inesatto, pure li è stato detto tutto anche dagli stessi napalm. Questo non è male e lo comprerò anche se non mi ha soddisfatto pienamente come quelli venuti prima, i 3 singoli usciti prima del disco per esempio non mi avevano soddisfatto e lo penso tuttora ma il disco nella sua totalità è buono, una rilettura dei loro schemi grind crust/ death in chiave un po diversa, molti arpeggi molti effetti. In definitiva sono rimasto meno soddisfatto rispetto ai suoi predecessori ma è un lavoro valido e suonato bene. |
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3
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Bene bene, non vedo l'ora di ascoltarlo. Diciamo che le influenze KJ nei Napalm Death fecero già capolino ai tempi di Utopia banished. Niente di nuovo sotto il sole quindi, anche se la personalità rimane schiacciante. Forza Napalm Death Sempre!! |
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Sono felice di leggere che in questa recensione si esplica anche quello che è il mio pensiero: questo disco è un tributo dei Napalm Death ai Killing Joke e questo è evidentissimo lungo tutto lo svolgimento dell'album. Dal momento che i KJ sono una delle mie band preferite, sto apprezzando molto questo album, che si fa ascoltare bene dall'inizio alla fine, cosa non semplice - per me - con un disco dei Napalm Death. Adesso però voglio uno split con Jaz Coleman, suvvia! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Fuck the Factoid 2. Backlash Just Because 3. That Curse of Being In Thrall 4. Contagion 5. Joie De Ne Pas Vivre 6. Invigorating Clutch 7. Zero Gravitas Chamber 8. Fluxing of the Muscle 9. Amoral 10. Throes of Joy In the Jaws of Defeatism 11. Acting In Gouged Faith 12. A Bellyfull of Salt and Spleen
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Line Up
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Mark “Barney” Greenway (Voce) Shane Embury (Basso) Danny Herrera (Batteria)
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