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MullMuzzler - Keep It to Yourself
03/10/2020
( 1077 letture )
Keep It to Yourself è il primo album dei MullMuzzler, progetto solista, nato alla fine degli anni '90, di James LaBrie, noto cantante dei Dream Theater, per avanzare in estrema sintesi una presentazione. Il gruppo, dopo l'uscita del secondo disco, si riunì esplicitamente sotto il nome di LaBrie, ma fino a quel momento continuò a chiamarsi col monicker coniato dal cantante, termine che indica il soffocare il pensiero di una persona prima che questo possa venir espresso. La formazione è di assoluto rilievo: alla chitarra figura Mike Keneally, polistrumentista che ha collaborato con svariati musicisti, tra cui Frank Zappa, e che vanta inoltre un'ampia carriera solista. Bryan Beller, al basso, attualmente suona con i The Aristocrats e ha preso parte a molti lavori di Steve Vai. Il batterista poi è Mike Mangini, dal 2011 membro dei Dream Theater che in passato ha suonato anche con Annihilator ed Extreme. Si intuisce dunque che nell'album non viene valorizzata solo la voce di LaBrie, ma che la totalità degli strumenti ha modo di manifestarsi in maniera per niente secondaria.

I confini tra generi non sono definiti con rigore, quindi tendenzialmente si può affermare che l'album sia progressive metal. Ci sono però contatti con altre realtà che non si realizzano tramite cambi repentini di atmosfera, ma che si possono avvertire ad esempio in un particolare riff o in un accompagnamento. Nel caso di Beelzebubba, la quarta traccia, la "contaminazione" avviene in modo più evidente e autoproclamato in quanto vi sono diversi fiati, come il trombone di Trent Gardner (Magellan), che offrono linee melodiche o brevi parti soliste rendendo così il brano ancora più catchy. Il giro di accordi della tastiera è ossessivo, il suo suono di organo è una reminiscenza di un impianto fortemente anni '70 che si vuole ricreare con l'intero pezzo; l'introduzione lo dichiara, vista la sua forma. Il basso si avvolge componendo una spirale sempre più compatta, fino a quando non si apre il tutto in un mood rilassato ma pur sempre incalzante. Il brano è un'invettiva politica che richiama i seventies anche per questa ragione. Ciò si discosta dalle tendenze generali del resto dell'album, più proiettato verso un prog metal moderno; è però ben collocato e in linea con la dialettica di Keep It to Yourself. Il brano che forse ricorda in maggior misura i Dream Theater è il secondo, Statued. Breve ma incisivo, racchiude in sé delle parti heavy che vengono mediate dalle tastiere. I bridge sono autonomi, dei veri e propri accadimenti che da un lato preparano alle parti successive, dall'altro creano dei microcosmi che giocano plasmando delle fratture. La tecnica non trasborda, né eccede, il rapporto tra le varie parti è misurato e ricostruisce perfettamente ciò che canta LaBrie. La tastiera è fortemente ambivalente in quanto riesce a svelare sia la drammaticità di ciò che viene narrato sia una sensazione di compiutezza e pacificazione. Brano dalle dinamiche più regolari è invece Slow Burn, ballad in cui gli arpeggi di tastiera e chitarra si intrecciano col cantato, dando vita ad un pezzo che non smuove particolarmente ma che è comunque curato. Vi è un intermezzo strumentale in cui si svolge un assolo di chitarra che costituisce la parte probabilmente più interessante. Guardian Angel è un ottimo compromesso tra linearità e variazione di dinamiche: l'accompagnamento di chitarra ritmica è costante e distorto, non si lascia andare a digressioni o ritmi complessi, al punto da rendere il brano assimilabile a pezzi classici heavy metal o, parzialmente, thrash, questo anche a causa della batteria. Gli assoli presentano del virtuosismo, il quale non stona col tono del brano. L'arrangiamento è buono e permette l'oscillazione addirittura tra il grunge e lo stoner. In Sacrifice, la sesta traccia, la linea vocale seguita da LaBrie è nostalgica e sognante: il testo si articola tra l'accettazione del divenire e il dubbio, con la consapevolezza della fissità di una presenza (forse di una persona, ma talvolta è meglio sospendere l'esegesi). Il brano si avvicina alla ballata e permette al cantante di sfruttare la sua estensione vocale grazie a diversi vocalizzi. La canzone conclusiva As a Man Thinks mette a sua volta alla prova LaBrie con parti funamboliche, e il risultato è riuscito. Le influenze fusion e psichedeliche consentono un buon livello di sperimentazione e di libertà nell'armonia e nella melodia. Come chiusura lascia un radicale senso di rarefazione.

Keep It to Yourself può essere amato esclusivamente da chi non biasima il timbro del cantante, visto che non si può prescindere da esso. Una volta soddisfatta questa condizione allora sarà difficile non entrare subito in sintonia con l'album, vista la qualità degli arrangiamenti e l'originalità delle idee in esso contenute, ottimo esordio per la carriera solista. Vi è concentrata una percentuale di Dream Theater che non fa dei MullMuzzler una copia, e che permette di attingere a vari bacini musicali con un'identità consapevole. Recuperare questo disco implica il poter fare determinati giudizi a posteriori in merito ai componenti del gruppo che hanno proseguito dopo il 1999 con curriculum di spessore.



VOTO RECENSORE
83
VOTO LETTORI
89.66 su 3 voti [ VOTA]
Rush 1981
Venerdì 16 Ottobre 2020, 0.34.18
6
Bellissimo album... con un james labrie davvero in grandissima forma... disco sognate ed espressivo... !
Graziano
Mercoledì 7 Ottobre 2020, 17.54.16
5
Ottimo album ancora validissimo nei suoni e nelle composizioni. Il suo punto di forza è nel non assomigliare ai Dream Theatre.
LAMBRUSCORE
Lunedì 5 Ottobre 2020, 19.01.10
4
Wayne Gardner, dopo essersi ritirato dalle corse in moto, si è fatto valere anche come musicista. Niente male.
duke
Domenica 4 Ottobre 2020, 12.05.18
3
....disco molto interessante.....originale e vario....
Claudio
Domenica 4 Ottobre 2020, 10.56.45
2
Il recensore ha dimenticato di dire che alla console c’e’ un certo Terry Brown, e si sente
Claudio
Domenica 4 Ottobre 2020, 10.50.55
1
Disco splendido e molto originale anche nei suoni, il suo migliore album solista
INFORMAZIONI
1999
Magna Carta Records
Prog Metal
Tracklist
1. His Voice
2. Statued
3. Shores of Avalon
4. Beelzebubba
5. Guardian Angel
6. Sacrifice
7. Lace
8. Slow Burn
9. As a Man Thinks
Line Up
James LaBrie (Voce)
Mike Keneally (Chitarra)
Matt Guillory (Piano, Tastiere)
Trent Gardner (Tastiere, Trombone)
Wayne Gardner (Corno)
Michael Stewart (Tromba, Sax alto)
Bryan Beller (Basso)
Mike Mangini (Batteria)
 
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