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23/03/21
SWANS + NORMAN WESTBERG
ALCATRAZ - MILANO
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Delain - Apocalypse & Chill
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04/10/2020
( 438 letture )
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I Delain, band symphonic metal proveniente dalla scuola olandese, nata da una costola dei Within Temptation grazie al tasteristaMartijn Westerholt, è giunta al suo sesto album, dal titolo Apocalypse & Chill, pubblicato per la casa discografica austriaca Napalm Records il 6 febbraio 2020. A farla da padrona è ancora la dolce voce di Charlotte Wessels per ben 13 brani (eccetto l'ultimo, interamente strumentale), della durata complessiva di quasi un'ora. Partiamo a parlare dalla copertina insolita per un album di metal, anche se in effetti la band si è distinta fin dall'inizio per un sound piuttosto moderno e frizzante, melodico e dal tocco pop, a cui contribuisce sicuramente la bella voce di Charlotte. La suddetta copertina vede la cantante in posa da diva anni '50, con tanto di occhiali a specchio, distesa su una sdraio in costume da bagno, mentre sullo sfondo si vedono fuoco e rovine. In un'intervista rilasciata a Metalinsider la stessa cantante ha affermato che il concetto portante del disco è proprio il contrasto odierno fra le notizie dei giornali in cui sembra letteralmente che il mondo vada a fuoco e i social network, in cui le persone pubblicano foto per far apparire perfette le loro vite. Ci sono brani in cui c'è un sottofondo distopico, apocalittico e dall'altro lato canzoni più soffici, nostalgiche in cui si parla d'amore. Il titolo Apocalypse & Chill infatti è un gioco di parole che richiama "Netflix & Chill", termine apparso alla fine del 2009 come hashtag per indicare la sensazione di relax mentre si è intenti a guardare la propria serie preferita.
L'opener One Second, tra i brani più belli dell'album, è una bella canzone d'amore anche se il testo è piuttosto sempliciotto. La partecipazione alla voce del chitarrista Timo Somers rende il pezzo molto particolare e sprazzi di voce più tranquilli si alternano a esplosioni quasi metalcore; molto belli inoltre i dolci cori che fanno da contrappunto. La successiva We Had Everything si apre con un inserto elettronico ricordando in qualche modo il periodo dei Nightwish con Annette Olzon, ma risulta essere piuttosto piatta musicalmente, e a parte un discreto assolo di chitarra e poche altre idee, ci sono dei buoni vocalizzi di Charlotte e degli interessanti cori sinfonici, che si ritrovano in tutto l'album e che spesso riescono a salvare anche i pezzi più sottotono. Chemical Redemption sembra riprendere echi di tastiera di certi pezzi anni '80 e soprattutto fa sorridere la coincidenza dell'uso dell'espressione "it is physical" (da una delle più grandi hit degli anni '80 cantata da Olivia Newton-John), ma è nel complesso un pezzo riuscito con i soliti cori che impreziosiscono il tutto e una buona ritmica. Arriviamo a Burning Bridges, il singolo trascinante per il quale è stato realizzato un bellissimo video musicale ambientato in un paesaggio tipicamente nordico. Qui Charlotte ci fa ascoltare tutto lo splendore della sua estensione vocale: filler orchestrali e cambi di tempo si incastrano perfettamente nel brano che si farà riascoltare più di qualche volta. Un crescendo di tensione creato sia attraverso gli strumenti che con la voce, che da angelica e pulita arriva a trasformarsi in un profondo growl, (voci di corridoio dicono che si tratti della stessa Charlotte), per poi tramutarsi in un coro sinfonico in un momento musicale davvero riuscitissimo. Nella traccia numero cinque, Vengeance, Yannis Papadopoulos, cantante di origine greca della band Battle Beast, dotato di una voce fresca e giovane che si sposa perfettamente con quella delicata di Charlotte, si cimenta in un un duetto davvero ben riuscito. La lenta e riflessiva To Live Is to Die si pregia di una ritmica efficace e vocalizzi eccellenti, mentre Let's dance sembra avere un groove accattivante, che purtroppo va a perdersi in un ritornello piuttosto banale; purtroppo l'assolo di chitarra non basta a salvare il brano. Creatures non aggiunge né toglie nulla a quanto ascoltato finora e risulta scorrere piacevolmente senza particolari picchi. La successiva Ghost House Heart, una dolce ballata, è trainata da un pianoforte davvero suggestivo a cui si aggiungono un violino e la voce di Charlotte, più bella che mai, davvero commovente. Con Masters of Destiny (già pubblicata nell'EP del 2019 Hunter's Moon), che vede anche la partecipazione dell'ex chitarrista Merel Bechtold, il disco prende decisamente un'altra piega: questo brano è sorprendente, un vero capolavoro che lascia a bocca aperta per il crescendo e la tensione che mantiene lungo tutta la sua durata. La voce di Charlotte qui sembra trafiggerci il cuore raggiungendo livelli stratosferici e un lato progressive si fa decisamente sentire. Anche da questo brano, peraltro, è stato tratto un videoclip molto suggestivo. Legions Of the Lost ci scuote con una ritmica interessante e i rimandi ai primi Nightwish al nostro orecchio sono inevitabili, anche se la voce di Charlotte qui sembra un po' deludere rispetto allo standard che abbiamo ascoltato negli altri brani del disco. The Greatest Escape scorre piacevole con un violino finale che alza di molto l'asticella di gradimento. Arriviamo all'ultimo brano Combustion, che si rivela essere un inaspettato strumentale con un inizio quasi blues accompagnato dalle note di un pianoforte che poi si trasforma in una cavalcata ruggente di batteria, chitarra e distorsioni, con intermezzi più melodici. Esperimento riuscito pienamente.
Effettivamente in Apocalypse & Chill sembra non esserci nemmeno un riempitivo, ed è un album che segna un ulteriore passo in avanti nell'evoluzione dei Delain. Sicuramente accontenterà sia gli ascoltatori a cui piace un metal più fresco e immediato, sia quelli che ricercano pezzi più curati e complessi. Il disco è concettualmente divisibile a metà, grazie a una prima parte più "pop" e immediata, se vogliamo, e ad una seconda parte da Ghost house heart in poi- decisamente più progressiva, ricercata musicalmente e riflessiva. Charlotte Wessels sembra essere nei momenti di massimo splendore della sua ugola e certamente i fan del metal sinfonico con voce femminile non potranno che apprezzarlo.
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Si è fatta attendere ma questa recensione è senza dubbio ottima, esaustiva e ben scritta. In linea di massima l'album mi è piaciuto, quello però che ho compreso meno e che ancora oggi comprendo poco è il modo in cui vengono utilizzati i cori. Come viene detto anche nella recensione, i cori sollevano anche le canzoni più sottotono nell'album ma la quasi totalità delle volte sono tutti piazzati nella stessa posizione, senza mai variare e soprattutto vengono inseriti così a caso anche nelle canzoni più pop creando un contrasto che non sempre ho trovato sensato. Le migliori per me sono Creatures (bellissimo il riff di chitarra e l 'andamento ipnotico), Burning Bridges (semplicemente epica) e soprattutto Masters Of Destiny, per me la migliore canzone in assoluto dei Delain, un capolavoro. Concordo con il voto |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. One Second 2. We Had Everything 3. Chemical Redemption 4. Burning Bridges 5. Vengeance 6. To Live Is to Die 7. Let's Dance 8. Creatures 9. Ghost House Heart 10. Masters of Destiny 11. Legions of the Lost 12. The Greatest Escape 13. Combustion
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Line Up
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Charlotte Wessels (Voce) Martjin Westerholt (Tastiera) Timo Somers (Chitarra, Voce nella traccia 1, Cori) Otto Schimmelpenninck van der Oije (Basso) Joey Marin de Boer (Batteria)
Musicisti ospiti: Yannis Papadopoulos (Voce nella traccia 5) Merel Bechtold (Chitarra nella traccia 9)
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