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23/03/21
SWANS + NORMAN WESTBERG
ALCATRAZ - MILANO
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Leviathan (SWE) - Förmörkelse
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17/10/2020
( 610 letture )
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Far Beyond the Light era uno dei tanti album black metal dei primi anni 2000 che costruì una piccola nicchia di appassionati dediti ad una variante del genere proveniente dalla Svezia che forniva un po’ di respiro dalla scandalosa quantità di cloni di Dissection e Sacramentum che aggiravano in quel paese in seguito all’esplosione della scena black/death melodica. Roger Markström fu uno dei batteristi degli storici Armagedda, suonando con loro nel loro album di debutto, ma nel contempo aveva anche un side project chiamato Leviathan (da non confondere con l’omonimo gruppo statunitense di Jef Whitehead e una dozzina di altri gruppi con lo stesso nome).
Per quanto fosse musicalmente un proseguimento del suo vecchio gruppo, Far Beyond the Light ottenne attirò l’interesse dei fanatici anche grazie ad una tiratura di stampa limitata (sia in CD che in vinile) e un’estetica che da sempre incuriosisce gli ascoltatori del genere. Di certo, l’etichetta con cui venne dato alle stampe, la Selbstmord Services (che condivideva contratti con altri molossi come Ondskapt, Shining e Forgotten Tomb), fece una promozione più a parole e fama che in atto pratico. Rimasto fermo per quasi diciotto anni, il progetto ritorna in attività con Förmörkelse, il secondo album discografico. Dopo un piccolo intro, Avgrundens Återsken inizia le danze con ritmi in sestine, doppie linee di chitarra a base di power-chord e fraseggi armonici accompagnando il tutto con una produzione che favorisce le frequenze medie, risultando molto chiara e anche “leggera”. I ritmi marziali vengono usati in gran parte delle tracce dell’album, a volte sfruttando tracce di chitarra acustica come in Svart eFörbannelsen, mentre Verklighetens Väv include anche arpeggi che ricordano un po’ Mourning Beloveth. Dopo un altro intro di tre minuti, Melankolins Ävja prosegue con incedere vicino al doom di proposte come Empyrium, Babylons Sand segue un approccio più convenzionale, mentre Pestens Sigill è un’altra outro malinconica con una chitarra in clean e un basso.
Abbastanza vario e musicale da essere considerato positivamente, Förmörkelse non è comunque un ritorno in pompa magna, il che potrebbe confermare come il progetto Leviathan continuerà a rimanere un nome di nicchia conosciuto perlopiù da chi ha già apprezzato i lavori degli Armagedda. Va anche detto che anche il ritorno degli stessi Armagedda, Svindeldjup ättestup, era un disco poco più che sufficiente, segno forse che i musicisti di entrambi i progetti hanno già mostrato il loro meglio almeno un decennio fa. Se siete quindi in cerca di novità, difficilmente verrete pienamente soddisfatti.
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2
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Per me è il disco dell'anno assieme ai Paysage d'Hiver. Album molto vario che tira fuori il meglio dei primi Watain e Ondksapt ma mantiene un'aura monumentale e decadente unica. |
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1
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Molto bello il loro primo album, ascolterò anche questo. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. XVII 2. Avgrundens Återsken 3. Förmörkelse 4. Svart 5. Förbannelsen 6. Verklighetens Väv 7. En Tidlös Illvilja 8. Melankolins Ävja 9. Babylons Sand 10. Pestens Sigill
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Line Up
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Roger "Phycon" Markstrom (Tutti gli strumenti)
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RECENSIONI |
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