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Fleetburner - Fleetburner
20/10/2020
( 1375 letture )
Nato dalla mente geniale e inesauribile del chitarrista e compositore olandese Kevin Storm il progetto Fleetburner da alla luce il suo primo, edito dalla Butler Records, è composto da undici capitoli e si avvale della collaborazione di musicisti esterni dalla caratura altisonante. Ma andiamo con ordine, Kevin Storm ai più noto per esser stato parte di Autumn,Heidevolk e Cardamon, nel 2018 compone quello che poi diverrà il disco, i suoi successivi impegni mettono in stand-by il progetto Fleetburner che, dopo un successivo incontro con il drummer Tomas Myklebust, viene ripreso, rivisto e fatto divenire da progetto a band vera e propria.

Da lì a breve la formazione si completa con l’ingresso del bassista Peter Iwers ex In Flames, del talentuoso tastierista Kananen e della voce di Ken Simerly oltre che, come prima accennato, alla collaborazione di nomi molto importanti della scena metal Christopher Amott, Nils Courbaron e Masha Arkiphova non hanno bisogno di presentazioni…
Catalogare la musica qui proposta è quantomeno complicato, una miscellanea di generi e richiami musicali si susseguono, a tratti death a tratti prog, con richiami post e avantgarde, il tutto espresso con una sconcertante abilità da parte del gruppo, nessun elemento prevale sugli altri ma c’è una perfetta coesione e armonia che traspare dalle composizioni. Fleetburner non si pone come un concept album anche se nei brani viene narrata la storia del viaggio di un uomo, che parte quando era bambino per un viaggio attraverso se stesso, attraverso i suoi demoni interiori e quelli esteriori, viaggio perfettamente accompagnato dalle musiche e da una voce, qualla di Ken Simerly che stupisce per la carica emozionale che trasmette: dolore, tristezza, speranza e gioia. Oltre a questo viaggio abbiamo il mare come main topic che lega il disco, Kevin Storm mastermind del progetto, viene da una famiglia di pescatori e il suo amore per il mare attraversa e permea tutto il disco, con riferimenti sonori e titoli dei brani. Quando si compone un album come questo il lavoro di produzione diventa fondamentale, pertanto va dato merito a Hans Pieters (After Forever,Hail Of Bullets) per ciò che ha realizzato nelle fasi di mixaggio e masterizzazione, i suoni sono perfettamente amalgamati, in ogni momento dai più atmosferici e soft ai più hard e intrecciati, la batteria performa nitida e naturale, il basso è pieno e caldo, le tastiere in ogni registro sonoro danno ottimi colori e ambient ai brani, le chitarre non prevalgono come sonorità e propongono sempre riff e partiture inaspettate. La scelta di un cantante come Ken Simerly e del suo particolare timbro vocale risulta poi pressoché perfetta per questo genere di ensemble. Una intro malinconica di tastiera apre The Land, prima traccia che mette immediatamente in risalto il talento e la versatilità della band attraverso un saliscendi di rallentamenti e improvvise accelerazioni. The Beach porta subito alla mente certi capolavori targati Arcturus e, si pone come uno dei brani più stratificati e riusciti del disco, compositivamente parlando un brano eclettico e sfaccettato, quattro minuti di puro genio. Dopo una intro black/death The Breakwater sfocia in un andamento armonioso e leggero, un brano in cui le atmosfere ricercate e ricreate giocano un ruolo fondamentale, cercte soluzioni stilistiche di questo brano possono richiamare alla mente i Dream Theater che furono. Open Water con il suo andamento cadenzato e sostenuto si distingue per una parte iniziale ai limiti dell’epic per poi virare e cambiare atmosfere e mood, molto originali gli inserti di tastiere con un suono che ricorda quello di un giocoso carillon, sopra le righe la prova vocale e la tecnica dei musicisti nei continui cambi di genere e di ritmo. The Fleet è caratterizzata da un susseguirsi di velocissime ritmiche e rallentamenti ai limiti del doom, caratterizzato da un inaspettato break atmosferico-vocale a creare phatos e sorpresa. The Passanger è un altro piccolo capolavoro compositivo, articolato e al contempo fluido e d’impatto, un’altalena emotiva in cui chitarre e voce giocano un ruolo fondamentale, assolutamente da ascoltare più e più volte. The Deck aperta dai suoni delle onde del maresi getta successivamente in un etera composizione che richiama alla mente i nostri migliori Novembre, ci traghetta letteralmente a The Course, terza piccola gemma del disco, un vero e proprio viaggio nel viaggio, a questo punto i riferimenti lasciano il tempo che trovano e la miglior soluzione è lasciarsi trasportare dalle note, eterea. Below The Waves ci riporta con i piedi a terra, brano aggressivo e articolato in cui a spiccare un piacevolissimo breve solo di tastiera a metà brano e di chitarra a seguire. Dopo una breve intro di temporale si articola The Deep, oscuro e profondo brano fatto di saliscendi ritmici e atmosferici. A chiudere la scaletta troviamoThe Endless brano caratterizzato dai ritmi marcati, dagli intrecci vocali e da una vera e propria varietà compositiva di generi e suoni, miscellanea veramente avantgarde come proposta.

Non si tratta di né di un album immediato né di un album semplice, questo Fleetburner è una proposta stratificata e ricercata, è un disco pregno di talento e di qualità, pertanto merita più e più ascolti per esser assimilato. Inutile sottolineare l’immenso talento musicale dei musicisti coinvolti e degli ospiti ovviamente, una composizione in cui ogni tassello è al giusto posto in cui tutto scorre e funziona come un meccanismo perfetto. Realizzare tre gemme musicali come The Beach, The Passanger e The Course in un debut album è qualcosa di veramente raro e prezioso. Si parlava inizialmente di un viaggio e lo è, un viaggio emozionale attraverso la musica, come era da tempo che non mi accadeva di provare, senza ombra di dubbio una delle uscite discografiche più riuscite, una grande opera.



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
50 su 1 voti [ VOTA]
Cipmunk
Mercoledì 28 Ottobre 2020, 17.16.51
3
Ascoltato.. Non mi ha lasciato nulla.. Parecchie robe mescolate, ma il già sentito è di casa, non un pezzo dove dici.. Beh, però, interessante... Voto troppo alto, decisamente sopravvalutato..
Giovannuzzo
Sabato 24 Ottobre 2020, 10.31.04
2
Da ascoltare assolutamente, albumi pregno di emozioni, indipendentemente dalla natura del genere musicale che vi si riconosce. Voto 90 pieno.
Tyst
Venerdì 23 Ottobre 2020, 17.42.40
1
Non conoscevo il gruppo ma questa recensione mi ha incuriosito. Inutile dire che si è trattata di una conoscenza piacevolissima
INFORMAZIONI
2020
Butler Records
Avantgarde
Tracklist
1. The Land
2. The Beach
3. The Breakwater
4. Open Water
5. The Fleet
6. The Passenger
7. The Deck
8. The Course
9. Below The Waves
10. The Deep
11. The Endless
Line Up
Ken Simerly (Voce)
Kevin Storm (Chitarra)
Veli-Matti Kananen (Tastiera)
Peter Iwers (Basso)
Tomas Myklebust (Batteria)

Musicisti ospiti:
Masha “Scream” Arkiphova (Voce)
Agnete M Kirkevaag (Voce)
Christopher Amott (Chitarra)
Nils Courbaron (Chitarra)
 
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