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Arsebreed - Butoh
21/10/2020
( 558 letture )
Se il ritorno dei Disavowed ha risvegliato in voi quella voglia di brutal death tecnico tanto in voga tra fine anni novanta e primi anni duemila, è molto probabile che vi siano tornati in mente gli Arsebreed, progetto nato sempre in quel periodo da Robbe K e Daniel van der Broek che si fece notare con Munching the Rotten nel 2005. Diciamo da subito che rispetto al progetto principale, gli Arsebreed non possono essere messi sullo stesso piano, anche di altri gruppi del periodo. Nonostante questo, il debutto è sicuramente ricordato da chi in quel periodo ascoltava praticamente ogni uscita brutal, ed è un vero piacere ritrovarli nel 2020 pronti a mantenere vivo uno stile che ormai sembra non affascinare più le nuove realtà del genere.

Se i Disavowed hanno dimostrato di aver modernizzato un po’ la proposta suonando molto più al pass con i tempi, lo stesso discorso non può essere fatto per gli Arsebreed, che hanno preferito, anche giustamente, restare legati a quanto sentito sul debutto. Giustamente perché in fin dei conti parliamo di una proposta che a parte piccole trovate, non può essere rinnovata più di tanto, specialmente se come in questo caso si punta a trenta minuti di blast beat e “canzoni-scheggia”. Con brani che si aggirano principalmente sui due minuti e mezzo di durata, Butoh è un vero e proprio ritorno al periodo d’oro del genere, ma non è solo per questo che l’album meriti di essere ascoltato; basta far partire il disco per essere travolti da blast beat costanti e riff che nella loro tecnica non perdono un briciolo di cattiveria. Grande caratteristica di dischi così è proprio questa, quella di non abbandonare mai l’aspetto più brutale del sound, pur lanciandosi in soluzioni tutt’altro che facili. Non si parla tanto di cambi di tempo, ma proprio di riff complessi suonati a velocità sostenute: la tripletta iniziale composta da Manifest, Obliteration e Disintegration, nei loro neanche due minuti di durata, sono brani che confermano da subito quanto detto, con piccole scale dissonanti e riff arzigogolati e non. Con Tether invece, uno dei brani più lunghi del lavoro, i nostri si concedono dei tempi più lenti per sfoggiare riff pieni di groove e di scuola Suffocation, stessa cosa in Equilibrate che però esplode su un assolo che piano piano si trasforma in un riff piuttosto particolare. Soluzione che sentiremo anche in altri episodi, dimostrando come il gruppo non abbia minimamente preso in considerazione l’idea di aggiungere qualcosa alla proposta. A non cambiare è poi la scelta dell’utilizzare due cantati come in passato, dove una si concentra sul growl e una sullo scream, e soprattutto, particolarità che si nota da subito, la scelta dei suoni per le chitarre e la batteria non sono cambiati affatto: Butoh è talmente genuino e fedele al debutto che sembra sia stato registrato poco dopo il debutto, ma a cancellare un po’ questa sensazione c’è la produzioni, sicuramente più pulita e che mette in evidenza gli splendidi giri di basso di Daniel van der Broek, che si trasforma praticamente in un’altra chitarra.

Se i Disavowed hanno in parte stupito per esser tornati con una proposta leggermente aggiornata, gli Arsebreed convincono per la loro fedeltà alla causa, che gli ha comunque permesso di realizzare un buon lavoro. Non è un male, ma come per il debutto, è innegabile che il paragone tra i due progetti, non permetta alla seconda creatura di Robbe K e Daniel van der Broek di raggiungere livelli qualitativi più alti.



VOTO RECENSORE
70
VOTO LETTORI
52.5 su 2 voti [ VOTA]
LAMBRUSCORE
Lunedì 23 Novembre 2020, 10.57.20
1
Ascoltato di recente. Solo per malati del brutal tecnico. Migliorata la produzione, nel senso che gli strumenti si sentono meglio che in passato, soprattutto il basso. Certo la Unique Leader è veramente unica- appunto- nel brooodalll, preferisco comunque i Disavowed, l'altro gruppo di alcuni musicisti di questi razza di culo, almeno credo che il significato sia questo
INFORMAZIONI
2020
Brutal Mind
Brutal
Tracklist
1. Obliteration
2. Manifest
3. Disintegration
4. Tether
5. Equilibrate
6. Recomposed
7. Malevolence
8. Emergence
9. Sanity
10. Insanity
Line Up
Joel Sta (Voce)
Robbe K (Voce)
Marco Pranger (Chitarra)
Daniel van der Broek (Chitarra, Basso)
Romain Goulon (Batteria)
 
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