«Theoricians of Insane Aestheticism». Con questa formula, i Blut aus Nord si presentano sul proprio profilo di Bandcamp. Una definizione che ben si adagia sulle forme caotiche della loro musica, specialmente quella di matrice industrial. La logica della costruzione sonora rifugge l’arte oscura della band francese, il cui «folle estetismo» è figlio della mistica di Aleister Crowley, figura fondamentale dell’esoterismo moderno. Non a caso, il sottotitolo di Odinist: Destruction of Reason by Illumination è un prodotto della letteratura crowleiana. I concetti di “distruzione”, “ragione” e “illuminazione” sono cruciali nel suo pensiero, tanto quanto lo sono nella musica dei Blut aus Nord che, con questo disco, hanno scritto un nuovo capitolo in quel gigantesco trattato filosofico-esoterico che è la loro discografia. Nell’opera di Aleister Crowley la ragione, intesa come atto intellettivo e logico, è un limite che l’essere umano deve abbattere: essa è una condanna, un male letale. Si leggano queste parole tratte dal verso 27, capitolo II del suo Book of the Law:
He shall fall down into the pit called Because, and there he shall perish with the dogs of Reason.
Egli cadrà nella fossa chiamata Perché, e lì perirà con i cani della Ragione.
La ricerca musicale dei Blut aus Nord, trascendendo i confini logici dell’atto creativo, spinge l’ascoltatore ad elevarsi e a rifuggire dalla «fossa chiamata Perché». L’ascolto ripetuto e, ancor di più, l’azione recensoria di un disco della band son già di per sé svilenti per la musica medesima, una forzatura che ci condanna a «perire con i cani della Ragione». Nell’ultima sezione del Book of the Law, infatti, Crowley afferma esplicitamente che «the study of this Book is forbidden. It is wise to destroy this copy after the first reading» («lo studio di questo Libro è proibito. È cosa saggia distruggere questa copia dopo la prima lettura»). Per tale motivo, essendo Odinist una chiara traduzione artistica del pensiero di Crowley, andrebbe ascoltato una ed una sola volta. Ogni elaborazione intellettuale di brani contorti e dissonanti come An Element of Flesh è un atto di violenza nei confronti degli stessi, è un inganno. Nei versi 31 e 32 del secondo capitolo, Crowley scrive:
31. If Power asks why, then is Power weakness. 32. Also reason is a lie […].
31. Se il Potere chiede perché, allora il Potere è debolezza. 32. Inoltre, la ragione è una menzogna […]
Spesso si afferma che la musica dei Blut aus Nord sia distruttiva, il tentativo di abbattere la musica, metamorfizzandola in un abisso oscuro ed irrazionale ed Odinist certamente non fa eccezione. Tuttavia, ciò è vero solo se si fruisce del disco con la forma mentis comune. Ma ascoltandolo tramite la lente d’ingrandimento di Aleister Crowley scopriamo che è vero l’esatto opposto, poiché, come scrive nelle Eight Lectures on Yoga, «logic is merely destructive» («la logica è semplicemente distruttiva»). Così, i Blut aus Nord distruggono la distruzione, come scrive Crowley in The Vision and the Voice:
Shall not destruction swallow up destruction, and annihilation confound annihilation?
La distruzione non divorerà la distruzione? E l’annichilimento non confonderà l’annichilimento?
Il Caos, che, nelle parole ivi scritte da Crowley «hath opened his jaws and crushed the Universe» («ha spalancato le proprie fauci e frantumato l'Universo»), è il fondamento della Illuminazione, della nuova musica che sgorga dalle distorsioni e dalle dissonanze dei Blut aus Nord. Odinist è, probabilmente, tra i dischi che meglio definiscono l’estetica della band. Esso è un incubo il cui inizio e la cui fine coincidono, in una Ringkomposition sbilenca, un grosso anello le cui strutture interne presentano pattern circolari ed altrettanto sbilenchi. I Nostri affievoliscono la vena più spudoratamente sperimentale ed industrial messa in mostra con macabra maestria nei lavori precedenti, concentrandosi principalmente sull’abbandono. Ecco, così potrebbe essere definirsi la musica proposta in questo disco: “metal che si abbandona”. L’atto creativo è qui un flusso istintivo ed irrazionale che, esimio figlio della mistica di Crowley, si abbandona a sé stesso imponendo a sé stesso di non imporsi limiti e direzioni. La drum machine, che con inusitata crudeltà tartassa i timpani dell’ascoltatore, segue pattern singhiozzanti dominati da tempi dispari, se non addirittura insensati: pensiamo all’eccellente The Sounds of the Universe, nella quale il rullante picchia quasi senza volerlo, come inciampando su sé stesso.
Rispetto a lavori precedenti e successivi, Odinist risulta più asciutto, minori sono gli orpelli atti ad arricchire il suono, proprio per via del desiderio della band di realizzare un album “sragionato”. La schiettezza della proposta si riflette anche in una certa immediatezza, elemento di novità all’interno della discografia dei Blut aus Nord. Immediatezza che, tuttavia, non va fraintesa né fa rima con semplicità. Sebbene lontanissime paiono le vette di complessità raggiunte con la trilogia 777 (da notare che il numero 777 compare anche nella letteratura mistica di Aleister Crowley), Odinist è altrettanto distante da quello che potrebbe definirsi un disco facile. Pur implementando alcune soluzioni note all’ascoltatore e pescate da una forma più tradizionale del black metal, come certe accelerazioni scandite da un blast beat meccanico e insieme bestiale che troviamo in Mystic Absolu -la canzone che maggiormente accoglie tra le proprie braccia il black metal di matrice classica-, l’addensamento sonoro è tale per cui l’ascolto si trasforma in uno sforzo d’attenzione. I riff provenienti dalle chitarre sono piuttosto lineari e caratterizzati dalle classiche dissonanze blutiane ma si avvicendano sul palcoscenico con una frequenza tale che spesso, non appena si acquista familiarità con uno, già svanisce lasciando il posto al successivo omicidio musicale. Odinist dura meno di quaranta minuti ma possiede una massa che potrebbe riempire un disco di un’ora e più. I Blut aus Nord però riescono a sintetizzare questa massa informe ed irrazionale, dando sostanza all’abisso astratto attraverso il quale elevarci.
Aver recensito quest’opera è un assassinio ai danni dell’opera stessa, una colpa che difficilmente potrò espiare. Ma è necessario diffondere le note malsane dei Blut aus Nord. Ora non vi resta che ascoltare Odinist: Destruction of Reason by Illumination e, seguendo l’insegnamento di Crowley, distruggere la vostra copia. Le note pianteranno le radici in voi. E non sarete più gli stessi.
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