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19/02/21
THE DEAD DAISIES
LIVE CLUB - TREZZO SULL'ADDA (MI)
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24/10/2020
( 139 letture )
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Pubblicato originariamente al tramonto del 2019 indipendentemente sulla propria pagina Bandcamp, Tome II è il primo full lenght degli ucraini Grave Circles, dopo l’esperienza dell’EP Tome I. L’attenta label francese Les Acteurs de l’Ombre ha saputo cogliere la qualità del prodotto e della band e, così, nel Maggio 2020 ha deciso di stampare nuovamente l’album ed accogliere nel proprio roster il gruppo guidato dalla voce di Baal, da poco aggregatosi agli storici Peste Noire nel ruolo di batterista.
Certamente per coloro che si approcciano per la prima volta alla musica dei Grave Circles, Tome II potrà risultare sorprendente, un debutto folgorante come non capitava da tempo di sentirne. E sicuramente è così ma non dovrebbe essere una sorpresa. Già il precedente Tome I presentava, nella sua breve durata di diciotto minuti, un’intelligenza compositiva ed un’abilità nell’esecuzione degne di nota. Il nuovo lavoro si pone in perfetta continuità con l’EP del 2017, del quale riprende lo stile duro ed insieme melodico limandone alcune asperità. Il risultato è un black metal denso e burrascoso nel quale spicca un riffing che, pur accogliendo tra le proprie braccia le dissonanze tipiche del genere, riesce ad essere piacevole ai sensi e ad imprimersi nella memoria. Le atmosfere sono oscure ma non soffocanti, come già l’incipitaria Both of Me dimostra. Il primo ascolto di Tome II si delinea nella mente e nelle orecchie l’ombra di quella che può esser considerata, senza timore di smentita, una delle realtà più importanti ed influenti (se non addirittura LA più importante ed influente) del black metal contemporaneo, i polacchi Mgła, dai quali ereditano una certa delicatezza che si fonde perfettamente con la decadenza e la ferocia del genere. La qualità della musica traspare già dalla copertina dell’album, suggestiva ed affascinante tanto quanto angosciante, un considerevole balzo in avanti rispetto a quella, diciamo, minimale del precedente EP. In tetre tonalità di grigi, una donna sembra star venendo soffocata da un minaccioso figuro incappucciato: il velo trasparente le copre il viso, gli occhi sono bianchi, rovesciati all’interno, la bocca lievemente aperta; lui le spinge una chiave tra le labbra, facendo pressione sul velo. La cura nei dettagli dell’artwork si riflette in quella rivolta verso le sette tracce in scaletta. In esse infatti troviamo numerosi stimoli che tracciano come un rapido percorso che attraversa la storia del black metal, riassumendola in poco più di quaranta minuti corposi, impegnativi ed assai soddisfacenti. In questo lasso di tempo, non breve ma talmente ben strutturato da sembrar estendersi per la durata di un battito di ciglia, troviamo infatti elementi che ricordano le prime ventate maligne provenienti dalla Norvegia degli anni '90 e le sulfuree e liturgiche nenie dell’Est Europa moderno. Talvolta anche all’interno del medesimo brano. È questo il caso di Faith that Fades, che si apre con una sezione quasi sacrale e liturgica che riporta alla mente la miglior manifestazione dei Batushka (vale a dire quella che ha preceduto tutto il bailamme legale e che ha realizzato quel gioiellino di Litourgiya) per poi deflagrare in un riffing prepotente e corrosivo che odora di zolfo e putrefazione à la Darkthrone, Marduk et similia. Gli otto minuti del brano sono un pendolo che oscilla ossessivamente tra passato e presente, una macchina del tempo in grado di far coesistere alla perfezione le atmosfere ed i ricami del black metal moderno e la rozza devastazione sonora che portò con sé la seconda ondata norvegese. In Tome II c’è black metal per ogni gusto. La tracklist è un menù il cui scopo è quello di coccolare ogni palato, senza mai penalizzare gli altri. Anche laddove prendesse il sopravvento la vena retrò, come in Thy Light Returneth, sarà sempre presente una carezza anche per chi è propenso principalmente alle sonorità dell’ultimo decennio, intermezzi nei quali la rigidità mefistofelica di De Mysteriis Dom Sathanas lascia il posto alla perversa eleganza di Conscious Darkness. O viceversa, ça va sans dire. L’ultima traccia, Abstract Life, Abstract Death -per chi scrive, la migliore del lotto-, può essere impiegata come manifesto del black metal contemporaneo, grazie ad frequenti cambi d’atmosfera -ora apocalittici, ora liturgici; ora al cardiopalma, ora distesi- ed alla confluenza di fraseggi che pescano dal versante thrash (in certi istanti sembra di star ascoltando i Megadeth), tech death, black metal e via discorrendo, senza però mai risultare fuori luogo e, anzi, creando un piacevolissimo contrasto con i pezzi più vicini alla tradizione. Degne di nota, in conclusione, sono sia la voce di Baal, una portentosa via di mezzo tra il più cavernoso dei growl ed il più inquietante degli scream, ed il mixing dell’opera, pulito ed ordinato senza però risultare "sbrillucicante" di lustrini.
Tome II, dunque. Una sorpresa che non può che lasciare a bocca aperta pressoché chiunque: tanto i difensori del “trve” black metal quanto quelli dell’evoluzione del genere. Non si può ancora dire, ovviamente, che i Grave Circles abbiano lasciato un segno indelebile sulla storia del genere né, tantomeno, che lo lasceranno. Ma questo disco può suscitare l’idea che potrebbero, in un futuro ad oggi non calcolabile, incidere il proprio moniker sulle tavole inscalfibili del black metal.
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Molto bello... L'ho ascoltato ieri sera senza conoscere il Gruppo.. Leggendo la Recensione ho scoperto che è il Primo Album da loro inciso e mi hanno stupito piacevolmente.. Mi ritrovo molto nelle parole del Recensore.. A breve ascolterò anche l'Ep.. |
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INFORMAZIONI |
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Les Acteurs de l’Ombre Productions
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Tracklist
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1. Both of Me 2. Predominance 3. Faith that Fades 4. Thy Light Returneth 5. When Birthgivers Recognize the Atrocity 6. The Unspoken Curse 7. Abstract Life, Abstract Death
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Line Up
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Baal (Voce) Exile (Chitarra) Virus (Chitarra) KGD (Chitarra, Basso)
Musicisti Ospiti: Engwar (Chitarra Solista nella traccia 1) Lazareth (Ottoni nelle tracce 2 e 7) Pavel Vit (Campane Tibetane nella traccia 7) S.S. (Batteria)
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RECENSIONI |
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