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29/03/24
500 HORSE POWER + GAIN OVER
BORN TO BE WILD MC PADOVA, VIA GUIDO NATTA 14 - RUBANO (PD)
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27/10/2020
( 1929 letture )
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Visti i tempi davvero grami che stiamo vivendo a causa di questa pandemia, viaggiamo fino in Finlandia almeno con la musica per questa recensione. La terra dei mille laghi (che poi sono esattamente 187. 888), di Babbo Natale, la terra del poema romantico Kalevala, già omaggiato molto spesso da altre band finlandesi come gli Amorphis e gli Ensiferum. Invece i Finntroll, che da ormai almeno vent’anni imperversano con il loro black/folk metal condito di humppa finlandese (come i loro più allegri connazionali Korpiklaani), trattano della cultura minoritaria, e cantano in svedese, la lingua madre del vecchio cantante della band Katla.
Dopo un'attesa di ben sette anni (l'ultimo Blodsvept risale al 2013), la band dell'attuale cantante Vreth e degli storici membri Skrymer e Trollhorn sarà riuscita a scrivere un lavoro all'altezza di tanta aspettativa? Lo scopriremo molto presto, ma prima diamo un'occhiata alla copertina per capire un po' cosa aspettarci. L'artwork della copertina è come al solito opera di Skrymer e appare effettivamente abbastanza minacciosa, con quello che sembra a tutti gli effetti un troll, un troll di quelli giganti, un orco col naso grosso che nel folklore nordico è solitamente un essere crudele e dalle doti intellettive piuttosto scarse e che talvolta rapisce i bambini per mangiarli. L'artwork è davvero suggestivo e gioca con le sfumature di nero, grigio e verde. Ma andiamo ad ascoltare l'album che inizia con un pezzo sinfonico a metà strada fra la colonna sonora di un film come Il Signore degli Anelli e un sound di ispirazione wagneriana (Väktaren), il quale funge da introduzione per l'ascoltatore nel mondo dei Finntroll fatto di foreste, troll, folklore scandinavo, battaglie e anticristianesimo. Att Döda Med en Sten (“Uccidere con una pietra”) parte al fulmicotone e dopo un riff bellissimo di tastiera che si ripeterà lungo tutto il brano, ci investe con una cascata musicale emozionale e strumentale potentissima. È un pezzo tiratissimo, in grado di esaltare e sicuramente uno dei migliori dell’album. Quasi quattro minuti in cui balza il ricordo al loro brano più conosciuto Trollhammaren soprattutto nei vocalizzi del ritornello, ma è decisamente meno folkeggiante e la parte black è decisamente in primo piano con uno scream decisamente potente. Segue Ormfolk, un po’ più folk, ma sempre cattiva, aggressiva, esaltante, in perfetto stile Finntroll; voci di corridoio menzionano anche la partecipazione dell'ex vocalist Katla. Va fatto notare che in alcuni frangenti la lingua svedese diventa più chiara e comprensibile come nel caso dei brani Grenars Väg e Forsen, e venga utilizzata per sottolineare l'aggressività e bellicosità senza bisogno di ricorrere al black metal più serrato e tirato: questi due sono infatti, fra i pezzi con la maggiore componente maggiormente folk più riusciti e nonostante l'atmosfera più allegra e festaiola risultano allo stesso tempo granitici nel sottolineare la natura rude e arrabbiata della proposta musicale. Non dimentichiamo che il titolo dell’album, Vredesvävd, può tradursi in italiano come “rabbia intrecciata”, e quanto descritto è decisamente in linea con esso. Forsen ha un riff di chitarra che sembra scritto di proposito per incollarsi alle orecchie e al quale durante il brano si va ad aggiungere un refrain folk dello scacciapensieri che crea un connubio micidiale, tanto che gli "ooo" che spuntano a un certo punto quasi non recano fastidio. Nella parte centrale del disco l'attenzione va a calare in quanto ci sono tre pezzi senza particolare mordente, non brutti ma che scorrono via senza rimanere particolarmente impressi (Vid Häxans Härd, Myren , Stjärnors Mjöd ), ma poi si riprende decisamente tono con gli ultimi due pezzi Mask e Ylaren che risultano essere una perfetta sintesi e calibrazione delle due componenti, quella più black e quella più folk. Il contrasto fra la voce in scream e i cori in Ylaren ne sono l'esempio più calzante.
In conclusione, il ritorno dei Finntroll, è un ritorno sorprendentemente aggressivo, che riporta alle sonorità originarie, sicuramente da ammirare perché un folk metal così cattivo e brutale non è da tutti. Considerando che nel genere ormai non è affatto semplice innovare o sorprendere l'ascoltatore, questo album sa farsi piacere e seppur con il limite di una certa ripetitività in special modo nella successione di alcuni brani che non si discostano molto l'uno dall' altro, farà sicuramente contenti i fan della band e tutti coloro che apprezzano il folk metal con una forte componente black di matrice scandinava. È evidente che c'è un certo impegno da parte dei musicisti nella scrittura dei brani e non è un ritorno dettato solamente dal bisogno di far uscire un nuovo lavoro a tutti i costi.
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1
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Abbastanza d'accordo con la recdensione ma il voto è basso.
Io direi che supera l'80...tipo 83/84.
Vabbè facciamo 85 suvvia! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Väktaren 2. Att Döda Med En Sten 3. Ormfolk 4. Grenars Väg 5. Forsen 6. Vid Häxans Härd 7. Myren 8. Stjärnors Mjöd 9. Mask 10. Ylaren 11. Outro
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Line Up
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Vreth (Voce) Skrymer (Chitarre, Cori) Trollhorn (Tastiere, Orchestrazioni, Chitarre, Banjo, Scacciapensieri, Cori) Tundra (Basso, Cori) Routa (Chitarre, Cori) Virta (Tastiere) Mörkö (Batteria)
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