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25/04/24
MARDUK + ORIGIN + DOODSWENS
AUDIODROME, STR. MONGINA 9 - MONCALIERI (TO)
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Dead Tree Seeds - Push the Button
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04/11/2020
( 927 letture )
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La band nasce dalle ceneri del progetto Triakanthos e ne è stato membro fondatore il chitarrista Alex Prudent. A sette anni di distanza dall’esordio, autoprodotto e titolato Seeds of Thrash, i francesi Dead Tree Seeds tornano in pista con Push the Button. Cosa sia successo in questi anni di lungo silenzio non è dato sapere, ma certamente l’attitudine thrashaiola è restata inalterata.
Peccato che la produzione penalizzi il lavoro inciso tanto che per ascoltare a dovere ho dovuto alzare il volume dello stereo in maniera esagerata ed anche il risultato in cuffia non è stato poi così diverso. I nostri ci offrono una prova blanda, non particolare articolata, limitandosi a suonare un thrash poco incline all’accorgimento tecnico, con un risultato lontanuccio dal potersi dire sufficientemente compiuto. In redazione, la band ci è stata presentata come un gruppo dedito al thrash old school, ma a dirla tutta, le sonorità espresse sembrano voler ricalcare la timbrica tipica del thrash europeo, se non proprio di quello teutonico. Thrash Tales è un classico esordio strumentale in cui alla prima parte arpeggiata e molle si sostituisce una chitarra tagliente e calibrata. La seguente Fangs of the White Wolf è una song thrash piuttosto basica, senza alcuna ricerca del dettaglio. Questo è, a nostro avviso, il grande limite dei Dead Tree Seeds: thrash diretto, ma primitivo. La sensazione è confermata da quello che segue: l’arpeggio con cui entra No Time do Complain ci regala un deja-vu banalotto. Tutto abbastanza scontato, con un songwriting riproposto nei secoli dei secoli. La title track è un buon brano, forse uno dei momenti migliori di tutto il cd. A parte un giro di chitarra -quello a tre quarti del brano- copiato di sana pianta dagli Slayer, Push the Button è compatta e diretta, ricordando qualche vecchio pezzo dei Sodom a cui siamo devoti. Enemies of Rome prova a ricalcare le sonorità dei Kreator, ma dei crucchi manca l’incisività. La parte centrale, quando la velocità si alza un tantino, risulta essere più convincente. Abjection ci regala qualcosa di un po' più fresco; è un pezzo in cui anche la parte vocale è più variegata, quasi come se l’ugola di Frank Vortex si sentisse più a suo agio su righi diversi. Il lavoro si chiude con Shotdead, brano al di sopra della media del lavoro offerto dalla band. Ascoltiamo, finalmente, qualche buon rallentamento cui fanno eco accelerazioni e ripartenze piacevoli, tanto che, sul finire, c’è un accenno ad un frammento doom di buona intensità.
Degli Dead Tree Seeds apprezziamo una certa attitudine a tenere viva la fiamma del thrash, ma poco altro. I brani sono tutti piuttosto simili tra loro, con la voce di Frank Vortex sempre un po' monocorde e ruvida. Una nota a proposito della cover: sulla lapide di marmo alle spalle del tizio pronto a pigiare il tasto della distruzione, è incisa la scritta Sic Transit Mundi. Sarà un segno di approssimazione pure questo? In realtà la grafia sarebbe dovuta essere Sic Transit Gloria Mundi. Manca la gloria e ne dispiace. Sono passati sette anni dal lavoro precedente, se ne dovessero passare altrettanti per una incisione ulteriore, non sarebbe davvero un grande danno.
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2
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Francamente non sono d'accordo ho ascoltato quest'album e mi riporta a metà anni 80 quando ascoltavamo i demo tape provenienti dalla bay Area stessa freschezza e suono attuale, una miscela esplosiva |
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Adulatore di Thrash e visionata la recensione, questo gruppo mi ha attirato l'attenzione. Sono andato ad ascoltarmi l'album e personalmente l'ho trovato sia dal punto di visto della produzione che della composizione un ottimo album. Poi riascoltando l'album mi sono accorto che oggettivamente il contenuto , in tutti i suoi dettagli, non corrisponde affatto alla recensione. Ma avrà veramente ascoltato l'album? Apparentemente le webzine straniere non sono affatto d'accordo con il medesimo. Ma i gusti sono gusti. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Thrash Tales 2. Fangs of the White Wolf 3. Thru God for Vengeance 4. No Time to Complain 5.Push the Button 6. The Way to Eternity 7. Abjection 8. Enemies of Rome 9. Wailing Wall 10. Shotdead
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Line Up
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Frank Vortex (Voce) Aurélien Gonzalez (Chitarra) Francois Odonnet (Chitarra) Sidi Assila (Basso) Alex Prudent (Batteria)
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RECENSIONI |
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