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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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Fit For A King - The Path
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08/11/2020
( 1141 letture )
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Nuovo lavoro per i Fit For A King , band che un album alla volta si è guadagnata fama e follower non solo in patria ma anche all'estero; sono così diventati un nome noto nel Christian metalcore, alla stregua di realtà blasonate come gli August Burns Red. Non fatevi ingannare dal "christian", perché musicalmente i Nostri sono davvero cattivi, pesanti e arrabbiati. Non fatevi ingannare nemmeno dall'aria mansueta del frontman Ryan Kirby, visto che i suoi harsh vocals fanno tremare le pareti e hanno degli apici di veemenza incredibile, specialmente in questo lavoro. Sarà forse proprio grazie al fervore del loro credo che hanno tutta questa energia esplosiva, perpetuata in 6 album con una discografia davvero incisiva. Ciò che li ha caratterizzati fin dal primo album sono le atmosfere piuttosto oscure e interiori, sia a livello musicale che testuale, lasciando comunque lo spazio per armonia e melodia soprattutto nei ritornelli puliti, nonché per un sottile spiraglio di luminosità che palesa il lieto fine del loro messaggio , sempre finalizzato, attraverso un passaggio magari arduo, alla speranza. Il lavoro più rappresentativo è sicuramente Deathgrip, ma anche il successivo Dark Skies, precedente di un solo anno all’album in questione, che in qualche modo invece cambia le carte in tavola…
In questo full-lenght i Fit For A King sono meno riconoscibili: se ci rifacessimo alla prima traccia The Face of Hate o alla titletrack The Path, potremmo notare fin troppa somiglianza con gli ultimi Parkway Drive, non più realmente -core, ma più heavy metal, con un tentativo di epicità non del tutto riuscito. Insomma, un ritorno indietro di parecchi anni, stilisticamente parlando. Questo potrebbe spaventare, ma ancora una volta non fatevi ingannare da questi pezzi fin troppo fuori dai canoni: le tracce migliori sono nel mezzo. Se vogliamo, questo è un album variegato, meno lineare dei precedenti lavori e meno concettuale: è piuttosto in your face e fuori dai denti, a tratti meno interiore ma più sfacciato e grezzo. Oltre alla componente metal c’è anche una forte componente groove, con scale maggiori, accordature più alte, assoli dal gusto classico (per lo più assenti in precedenza, in favore di special e armonie) che portano qualcosa di molto diverso dal passato dei Fit For A King, con momenti quasi anacronistici. In alcune canzoni si perde un po' quel senso di inquietudine e oscurità, di disperata ricerca e di rabbia espressiva dei primi lavori, ma in altre questo aspetto chiave del loro stile per fortuna si conserva (Prophet ; The Louder Voice), visto che era una componente fortemente unita alla parte più sfacciatamente metallica della loro proposta. Quindi i primi due pezzi e la title track fanno storcere il naso ai fan storici, presentando un songwriting e un’espressione piuttosto insoliti per la band - breakdown e potenza a parte che -per fortuna- li fanno salvare in extremis. Gli altri pezzi però, pur discostandosi dal trademark, sono davvero notevoli e ben scritti, con stacchi semplici ma d’impatto, riprese veloci, muro del suono impenetrabile, batteria implacabile e come sempre un infuriatissimo Ryan Kirby, che non solo sciorina growl profondi e screaming pesantissimi come se respirasse, ma si cimenta anche nei ritornelli puliti, prendendo in parte il posto del bassista Ryan O ‘Leary a cui si attribuivano precedentemente i vocalizzi melodici. Nel complesso, alcuni pezzi come Annihilation, God Of Fire o Vendetta (in gran finale) sono delle vere e proprie mine, con giri strumentali reiteranti e breakdown taglienti, che vi ipnotizzeranno e vi faranno venire voglia di un vero e proprio moshpit, ovunque e con chiunque voi siate (ma anche da soli!). Il pezzo God of Fire ha quella marcia in più conferita dal featuring con il cantante dei Crystal Lake, Ryo Kinoshita, che porta con sé anche un certo gusto differente, a partire dai dai suoni digitali. Invece quella finissima interiorità emozionale e oscura che avvolgeva i primi lavori viene palesata nel già citato The Louder Voice, che potrebbe sembrare una canzone fin troppo catchy, efebica e banalmente emo-core, ma invece ha un profondo significato. Già nell’intro recitativo, che ben rappresenta il senso lirico e il messaggio della band: a dispetto di qualunque difficoltà e disgrazia, ascoltare la voce della speranza e dell’amore piuttosto che quella della disperazione e della paura. Un modus vivendi che non può che far bene in tempi ardui come questi.
Per concludere, un lavoro con un’ottima produzione e un potenziale ad ampio spettro visti i vari generi intrecciati: sicuramente un ottimo esempio di NWOAHM. Possiamo dire che dai Fit For A King non ci si sarebbe aspettato di più, ma forse qualcosa di diverso se consideriamo la precedente discografia: qualcosa tra l’altro di più lineare e omogeneo. Non si può però dire che questo sia un brutto album, anzi, questa nuova strada intrapresa dalla band potrebbe sfiorare nuovi orizzonti più interessanti, magari guardando sempre con un occhio al passato e unendo le due facce della medaglia.
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Davvero un'ottima disamina per un lavoro di un gruppo ancora troppo poco conosciuto dalle nostre parti (E ingiustamente, direi). Parlando del lavoro in questione, molti l'hanno trovato un lavoro nella media, il classico compitino ben svolto da 6,5, poichè fin troppo lineare non da un punto di vista stilistico, ma strutturale. Il difetto più evidente è la poca varietà a livello strumentale e la troppa ripetitività in alcune parti. Questa volta hanno utilizzato un approccio forma canzone un po troppo prudente e prevedibile, nonostante ci siano colpi di coda davvero degni di nota. I brani che ho apprezzato di meno sono proprio quelli cantati tutti in growl, in particolare Annihilation: Li c'è poca ricercatezza sonora, a favore della pesantezza. Invece i brani che reputo migliori sono proprio quelli in cui vi è alternanza tra growl e pulito, su tutte Prophet, Louder Voice, e The Face of hate. Buona la produzione, anche se un po troppo laccata e patinata, a mio avviso. Tuttavia, in una nicchia musicale in cui tutti provano a diventare i nuovi Bring Me The Horizon, in cui la componente Metal lascia sempre più spazio alla componente Pop e Radio Friendly, sono contento che questi Fit For A King siano l'eccezione alla regola, regalandoci un album non certamente brillante, ma perlomeno riconducibile al suo filone d'appartenenza e mostrando coerenza ed integrità da un punto di vista stilistico. Voto: 75 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Face Of Hate 2. Breaking The Mirror 3. Annihilation 4. The Path 5. Prophet 6. Locked (in My Head) 7. God Of Fire 8. Stockholm 9. Louder Voice 10. Vendetta
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Line Up
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Ryan Kirby (Voce) Bobby Lynge (Chitarra) Daniel Galley (Chitarra) Ryan O ‘Leary (Basso, Voce) Jared Easterling (Batteria)
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