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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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11/11/2020
( 505 letture )
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Arriva accompagnato dai migliori auspici di Argonauta Records il disco di debutto degli Athon, quartetto di Varese che dopo un’esperienza come cover band ha deciso di incanalare il proprio amore verso le derive più marce dello stoner e dello sludge in una manciata di brani originali pubblicati in questo album omonimo. Le influenze rintracciabili nel corso dei cinque brani del disco sono abbastanza chiare e definite, ma la musica dei varesini riesce a ritagliarsi alcuni margini di originalità che rendono l’ascolto interessante e non banale. La base di partenza è lo stoner rock energico e slabbrato di band come i Red Fang, a cui si aggiunge un’ampia dose di sludge di scuola Mastodon, talvolta estremizzata a tal punto da avvicinarsi alle sonorità dei Black Tusk. Ad ogni modo queste sono solo le coordinate generali entro cui i quattro musicisti costruiscono le proprie composizioni, che sono spesso libere di evolversi in strutture mutevoli che sfiorano il prog pur rimanendo saldamente ancorate al proprio genere di riferimento.
L’apertura dell’album è affidata a Kaleidogscope, ovvero il brano più lungo in scaletta coi suoi quasi otto minuti: avvio in sordina, con una lieve patina psichedelica subito spazzata via dalle voci tonanti di Ame, Caste e Manu che si sostengono a vicenda in un continuo rimpallo di timbri destinato a susseguirsi per tutto il corso della scaletta. L’elemento psichedelico non fa propriamente parte del DNA degli Athon, che infatti preferiscono un approccio decisamente più fisico e diretto grazie anche ai suoni degli strumenti orientati verso coordinate puramente metal. E se il concetto non fosse chiaro ci pensa il riff aggressivo di Dakhma a ribadire come stanno le cose; il brano è il migliore episodio del lotto e mostra il lato più hardcore della band, rappresentato dalla batteria impazzita di Giona e ancora una volta dalle voci che si muovono all’unisono. Reverse Satyr prosegue il trend positivo inaugurato dal brano precedente con un mood più oscuro e prettamente metal che mette in mostra il bel lavoro alle chitarre di Ame e Caste, bravi a tessere trame non scontate all’interno di un contesto quadrato e compatto. Dopo la buona The End, che mette ancora in mostra le chitarre taglienti del quartetto, chiude Absinthe, brano che riprende parzialmente quegli elementi psichedelici mostrati all’inizio dell’album e che qui si condensano in un intermezzo chitarristico dall’atmosfera sospesa e in un finale cadenzato guidato dalla batteria che accompagna le tre voci alla conclusione del pezzo e del disco.
Un buon esordio dunque quello degli Athon, che mostra spunti interessanti e desiderosi di essere perfezionati e sviluppati ulteriormente. Il suono c’è, la produzione pure e le capacità di scrittura anche, ora mancano solo dei brani che riescano ad essere ancora più incisivi.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Kaleidogscope 2. Dakhma 3. Reverse Satyr 4. The End 5. Absinthe
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Line Up
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Ame (Voce, Chitarra) Caste (Voce, Chitarra) Manu (Voce, Basso) Giona (Batteria)
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RECENSIONI |
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