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Dublin Death Patrol - DDP 4 Life
12/12/2020
( 554 letture )
"Chuck Billy e Zetro Souza insieme su disco, è sogno o realtà?": questo, più o meno, doveva essere lo stato d'animo di qualche vecchio cuore metallico amante della Bay Area e, a ben vedere, come dare torto all'affezionato thrasher che si ritrovava al cospetto di due cantanti leggendari in un unico platter? Ma si sa, più alte sono le aspettative e maggiore è il rischio che la delusione sia cocente; un po' come quando puntiamo la collega bona che poi, stringi stringi, si rivela più noiosa della nostra ex e non priva di difettucci assortiti. E difatti, se non proprio una sciagura, il primo parto del progetto Dublin Death Patrol si rivelerà quantomeno insipido.
Non verdi prati irlandesi quindi -nonostante si sia voluto giocare sull'equivoco nella copertina della reissue edita da Mascot Records cinque anni dopo la prima edizione per affiancare la release del successivo Death Sentence- ma il Dublin del moniker si riferisce alla città californiana che ha dato i natali al gruppo che, tra l'altro, risulta piuttosto corposo: come se non bastassero i musicisti in line up ci sono poi una serie di ospiti che, tra consanguinei e amici, riempirebbero due sale prove.

A pensare che a dividersi il microfono ci sono i cantanti di Exodus e Testament -nonché entrambi pure nella versione "primigenia" di questi ultimi, i Legacy- verrebbe da leccarsi i baffi, ma poi infili DDP 4 Life nel lettore, premi PLAY e d'un tratto ->PUF!<- la magia svanisce. Già, perché la sensazione che il suddetto CD non sarà ricordato nei secoli a venire come un capolavoro assoluto appare presto piuttosto chiara: produzione piuttosto "leggerina", ispirazione così così ed esecuzione assolutamente nella norma (o per meglio dire piatta come un'asse da stiro). A dirla tutta sbirciando la tracklist qualche dubbio poteva già ragionevolmente farsi strada nel cervello del metalhead di cui sopra: tre cover -Cold Sweat, Iron Fist e Lights Out- non sono poche e se aggiungiamo che la seconda è tra le cose migliori del disco insieme a poco altro i conti son presto fatti. Se da un lato R.I.P. può in qualche maniera illudere l'ascoltatore si intuisce già in Unnatural Causes, e ancor di più col procedere delle tracce, che assoli e riff assortiti non sono nulla di memorabile (le ritmiche di Pigs in the Hollow sembrano avere il freno a mano tirato); i pezzi sono tenuti in piedi dall'alternarsi al microfono della coppia di pesi massimi -Chuck spesso aggiunge un po' del suo growl allo scream di Zetro- ma l'album non decolla mai veramente. Dicevamo dei vari guest, il più prestigioso dei quali risponde al nome di Phil Demmel: sua la chitarra su Trail of the Executioner, pezzo Maiden fino al midollo (e non si tratta neppure di un caso isolato, vedi la seconda parte della traccia successiva o il finale di DDP for Life); e proprio a proposito di Devil in Disguise, va segnalato come questa semi-ballad risulti abbastanza convincente anche grazie a buone armonizzazioni vocali dosate con un certo gusto. Chiude Corruption, probabilmente tra le migliori del lotto seppur non eccezionale, caratterizzata da una nenia pellerossa che funge da intro e outro; inoltre i canti della tribù cui appartengono Chuck e parentado ci delizieranno per diversi minuti nella falsa ghost track Central Pomo Indian Songs (encomiabile nelle intenzioni, ma era proprio necessario su un prodotto catalogato come thrash che non è certamente ai livelli di Roots?).

Se non ci si sofferma all'impressione del primo ascolto il debut album dei DDP si rivela alla lunga distanza piuttosto mediocre, denunciando anche problemi di longevità: il sound difetta di personalità e il fatto che ci abbiano messo mano così tante persone non giova in questo senso, anzi. Il vero punto debole del full length in questione è, paradossalmente, quello che dovrebbe essere il suo valore aggiunto, vale a dire i due ingombranti nomi in cartellone. Ma il fatto che cantanti della caratura di Steve Souza e Chuck Billy abbiano voluto un side project che alla fin della fiera è un divertissement a conduzione familiare si rivela un'arma a doppio taglio: visto in quest'ottica infatti DDP 4 Life può anche risultare godibile, ma all'orecchio di chi è abituato a certi capolavori che hanno scritto la storia del metal ciò non può bastare.



VOTO RECENSORE
53
VOTO LETTORI
37 su 2 voti [ VOTA]
jeffwaters
Lunedì 14 Dicembre 2020, 8.46.10
1
Niente di che. Tra l'altro preferisco di gran lunga il successivo dei ddp....però chuck e zetro che cantano insieme è sempre tanta roba
INFORMAZIONI
2007
Godfodder Records
Thrash
Tracklist
1. R.I.P.
2. Unnatural Causes
3. Mentally Unstable
4. Pigs in the Hollow
5. DDP for Life
6. Sid Vicious
7. Iron Fist
8. Cold Sweat
9. Lights Out
10. Trail of the Executioner
11. Devil in Disguise
12. Corruption / Central Pomo Indian Songs
Line Up
Chuck Billy (Voce)
Steve Souza (Voce)
Steve Robello (Chitarra)
Greg Bustamante (Chitarra)
Andy Billy (Chitarra)
John Hartsinck (Chitarra)
Willy Lange (Basso)
Danny Cunningham (Batteria)

Musicisti Ospiti
Phil Demmel (Chitarra)
John Souza (Basso)
Eddie Billy (Basso)
Andy Granzen (Basso)
Troy Luccketta (Batteria)
Tony Luccketta (Cori)
Brian Yepez (Voce Tribale)
 
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