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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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19/12/2020
( 508 letture )
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Quello dei V:28 non è di certo tra i nomi più blasonati del panorama estremo scandinavo né, tantomeno, europeo. Eppure questa band è l’artefice di un costrutto bellico-cibernetico che necessita di essere (ri)scoperto ed apprezzato. SoulSaviour, secondo full length della band di Arendal, Norvegia, è un pregevole e pregiato punto d’incontro tra il death metal di stampo scandinavo, infuso di un’oscurità prossima al black, e la musica elettronica ed EDM che ricoprì un ruolo fondamentale in Europa tra gli anni Novanta e Duemila.
Siamo in America e, come annuncia la voce di quello che parrebbe essere un cronista televisivo nell’introduttiva The Brightest Light, stiamo per assistere alla prima detonazione di una bomba ad idrogeno: è l’inizio dell’era termo-nucleare. Questo primo brano getta le basi non solo tematiche del lavoro di Kristoffer Oustad e compagni ma anche sonore. Ancor più che nel precedente NonAnthropogenic, in SoulSaviour l’elemento industriale ed elettronico ricopre un ruolo di primaria importanza. Esso è il mezzo attraverso il quale la band ritrae paesaggi deserti figli dell’inverno nucleare. La desolazione ed il gelo di un mondo devastato riecheggiano nelle robotiche e fredde note dei sintetizzatori di Oustad. Seppur lontani dall’efficacia e dall’incisività di maestri dell’industrial black metal come Thorns ed … And Oceans, i V:28 regalano perle di assoluta bellezza come la conturbante Infected by Life, un brano di spietato death metal con riff di chitarra certo non originali o particolarmente geniali ma efficaci nel coinvolgere l’ascoltatore in spasmi e danze disarticolate ed un tappeto di sintetizzatori che, specialmente dopo il secondo minuto, imprigiona la mente in un incubo ad occhi aperti, senza punti di riferimento né vie di fuga. Con i suoi tre minuti di durata, è questo il brano che meglio rappresenta SoulSaviour: gelido, crudele, spietato, genuino. L’ascoltatore si ritrova abbandonato a sé stesso, da solo in un mondo ostile, tossico, pericoloso. Le sensazioni che sezioni ambient, come quella che conclude The Purifying Flame, evocano sono le medesime di brani come Warszawa di David Bowie: infinita solitudine, arrendevolezza dinnanzi ad una realtà avversa, vagabondaggio lungo gelide strade deserte. A differenza dei più importanti gruppi industrial death/black, di cui poco sopra abbiamo fatto solo due nomi come esempio, i V:28 hanno un approccio al genere che non cerca la furia, non cerca la devastazione ma dopo questa si colloca. È deprimente ed opprimente, il lamento di un sopravvissuto. Il growl fangoso di Eddie Risdal si sposa alla perfezione con un siffatto impianto sonoro, avendo un timbro che ricorda alcune delle realtà più tenebrose e malinconiche del doom metal. Si prenda ad esempio la buona As the Sky Opens, un brano che, aprendosi e chiudendosi con beat di batteria elettronica, si sviluppa in modo meno ispirato che altrove ma comunque efficace: la voce di Risdal si leva come un grido al cielo, una prestazione canora densa d’emozione e di pathos tragico.
SoulSaviour è un album dal forte impatto drammatico. La sua impostazione, così semplice nella creazione dei singoli eppure così efficace, ne rende l’ascolto gradevole e non particolarmente impegnativo, nonostante che vi siano alcuni momenti più impegnativi, come la coda puramente ambient che chiude Dead Men’s Choire e quindi il disco. Il risultato finale, a distanza di quindici anni dalla sua pubblicazione, è un solido album che coinvolge l’ascoltatore grazie ai suoi riff grezzi e schietti, che lo inquieta grazie agli elementi elettronici sinistri e fumosi, che lo emoziona grazie ad una prestazione vocale di qualità. Pur senza potersi fregiare del titolo di album indispensabile, SoulSaviour dei V:28 è una di quelle opere rimaste che nello scaffale della storia del metal occupano gli angoli più oscuri e fuori dallo sguardo, ricoperte da un denso strato di polvere ma che avrebbero ogni diritto di essere riportate alla luce.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Brightest Light 2. Unleash the Energy 3. A Prophecy Written in Uranium 4. Infected by Life 5. The Purifying Flame 6. Solid Structure Unknown 7. As the Sky Opens 8. deConstructor 9. Dead Men’s Choir
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Line Up
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Eddie Risdal (Voce, Chitarra) Kristoffer Oustad (Chitarra, Programmazione) Atle Johansen (Basso)
Musicisti ospiti Lina Baby Doll (Programmazione nella traccia 1) LRZ (Chitarra e Programmazione nella traccia 3) Kim Isaksen (Voce Clean nella traccia 6) Peter Andersson (Programmazione nella traccia 9) Lars Pedersen (Percussioni nella traccia 9)
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RECENSIONI |
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