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18/02/21
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Devo - Duty Now for the Future
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21/12/2020
( 335 letture )
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A nemmeno un anno di distanza dall’osannato primo disco Q: Are We Not Men? A: We Are Devo la band dell’Ohio pubblica Duty Now for the Future. Pur essendo collegato all’esordio dalle tematiche trattate (la de-evoluzione della società americana) e dal sound (il post-punk), l’album se ne distacca orientandosi fortemente verso il futuro, come è possibile constatare sin dal titolo. Un avvenire rappresentato dagli anni 80, nel quale i Devo saltano a piè pari attraverso l’uso copioso di tastiere e sintetizzatori ed una produzione, quella di Ken Scott, che tende a risaltarli. I musicisti, abili nel non surclassarsi, evitano solismi eccessivi, risaltando così le prove canore sui generis e la compattezza di un sound tendente al synth-pop, il quale per certi versi anticipa Freedom of Choice. I fattori che incarnano al meglio la natura del gruppo, ovverosia la sottile ironia (talvolta a sfondo sessuale), la bizzarria e la follia, sono centrali. Testi ed esecuzioni demenziali come S.I.B. (Swelling Itching Brain) e Pink Pussycat sono esaltanti, ma colpiscono anche alcune frasi piantate qua e là per sensibilizzare l’ascoltatore, come l’attacco di Wiggly World:
They say the fittest shall survive Yet the unfit may live (Dicono che il più adatto sopravviverà Eppure i non idonei possono vivere)...
oppure la denuncia sociale della spettacolare Blockhead, dove l’uomo comune è praticamente definito uno stupido. Data la visione futuristica del prodotto, a svettare è la componente elettronica, tangibile in tutto l’album e riscontrabile a partire dalla strumentale Timing X e sulla successiva Wiggly World, entrambe piuttosto effettate. Segue tale connotazione pure la rapida Strange Pursuit, la quale garantisce un ritornello seminale piuttosto piacevole. La piena vena creativa dei Devo emerge sulle succitate Blockhead e S.I.B. (Swelling Itching Brain): le cupe basi new wave sperimentano e sostengono la prova canora simultaneamente pazza e lucida di Mark Mothersbaugh. Il secondo episodio in particolare risulta allucinante, affascinante e chiude il lato A nel migliore dei modi. Sarcasticamente il B-side si apre in maniera “regale” ricollegandosi all’intro Devo Corporate Anthem. Le frasi enunciate dal vocione di Gerald Casale su Triumh of the Will avviano una serie di tracks scherzose e pungenti capitanate dalla disturbata Pink Pussycat: una specie di botta e risposta fra un “gatto” ed il coro, che ripete a più riprese il titolo del brano. Intrigante anche la cover di Secret Agent Man, canzone originariamente scritta da P.F. Sloan e Steve Barri per fare da colonna sonora alla spy series britannica “Danger Man” e portata al successo nel 1966 da Johnny Rivers. La combo Smart Patrol/Mr. DNA cerca di riproporre la formula vincente di Gut Feeling/(Slap Your Mammy) presente sull’LP d’esordio, pur non raggiungendone la qualità. In ogni caso possiede un lungo ed apprezzabile assolo di chitarra, più unico che raro considerata la natura del platter. Da citare infine il singolo dalla produzione retro The Day My Baby Gave Me a Surprize, una sorta di new wave per famiglie che ribadisce l’intenzione della band di proporre qualcosa di nuovo.
La continua volontà di uscire dai propri confini è un elemento fondante della storia dei Devo. La de-evolution così ampiamente trattata, si pone in netto contrasto alla continua evoluzione del quintetto in termini di sound. Duty Now for the Future è una sorta di rito di passaggio dallo straordinario esordio post-punk alle nuove tendenze ottantiane, le quali apporteranno la presenza massiccia di elementi elettronici. L’album in questione riesce a mantenere un certo equilibrio fra i due mondi e quando riesce a commistionarli nella stessa track, raggiunge i momenti migliori. Se da un lato le composizioni non raggiungono la qualità del primo lavoro (alcuni brani presenti sull’album in questione vennero scartati per Q: Are We Not Men? A: We Are Devo), dall’altro permane una certa perplessità riguardo la produzione, fin troppo carica in alcuni frangenti. Una maggiore focalizzazione sugli strumenti a corde a discapito delle tastiere avrebbe giovato nel porre l’attenzione sulle singole abilità del musicista. Enfatizzare l’individualità piuttosto che sovrastarla, come avvenne nelle sapienti mani di Brian Eno, il quale tolse piuttosto che mettere.
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2
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Fantastico come il precedente e il successivo! |
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1
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I primi tre album sono da avere senza se e senza ma... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Devo Corporate Anthem 2. Clockout 3. Timing X 4. Wiggly World 5. Blockhead 6. Strange Pursuit 7. S.I.B. (Swelling Itching Brain) 8. Triumph of the Will 9. The Day My Baby Gave Me a Surprize 10. Pink Pussycat 11. Secret Agent Man 12. Smart Patrol/Mr. DNA 13. Red Eye
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Line Up
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Mark Mothersbaugh (Voce, chitarra, tastiere, cori); Bob Mothersbaugh (Voce, chitarra, cori); Gerald Casale (Voce, tastiere, basso, cori); Bob Casale (Chitarra, tastiere, cori) Alan Myers (Batteria)
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