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18/02/21
IMONOLITH + LOGICAL TERROR
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Contrarian - Only Time Will Tell
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31/12/2020
( 651 letture )
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Rivoluzione in casa Contrarian. Il progetto death metal statunitense, formatosi nel 2014 e successivamente accasatosi presso la Willowtip Records, ha apportato importanti modifiche nella propria line-up, ormai orfana del tentacolare batterista e cantante George Kollias, però prontamente sostituito con Bryce Butler dietro le pelli e Cody McConnell al microfono. Con Only Time Will Tell il quintetto giunge al quarto album in carriera senza cambiare di una virgola la propria proposta musicale, incentrata su un death metal intricato e tecnico, ma connotato da una composizione più asciutta e vicina a soluzioni old school.
Sin dai primi attimi di questo nuovo full-lenght ci si accorge di come i membri dei Contrarian si siano sciroppati a memoria i sette album composti dal sempre attuale Chuck Schuldiner, mostrando una decisa venerazione per The Sound of Perseverance. L’influenza di questa band è evidente sia nella scelta dei suoni, con un missaggio che richiama grossomodo il capolavoro del 1998 e, ovviamente, nel genere proposto, death metal old school dalle ritmiche tecniche e contorte, ma dallo spiccato gusto melodico. Le iniziali In a Blink of an Eye e The Final Hour sono assai esplicative riguardo quanto detto. Le melodie tessute dalle chitarre si ispirano chiaramente a soluzioni contenute in brani del calibro di Scavenger of Human Sorrow o Bite The Pain, ricalcandone gli stacchi strumentali, le melodie e alcune soluzioni negli arrangiamenti. Prendete per esempio il fraseggio a 0:26 per la prima canzone o l’incipit della seconda e noterete quanto i Contrarian non abbiano neppure tentato lontanamente di dissimulare le proprie fonti d’ispirazione. Beat the Clock è un puro riempitivo spalmato in una strumentale senza capo né coda e che non trasmette assolutamente niente. Nonostante la partenza claudicante, il meglio giunge con la tripletta Case Closed, The Mega Metropolis e Scarlet Babylon. Sono brani che pur non inventando nulla si lasciano ascoltare con piacere, presentando un songwriting più personale e idee più a fuoco, evitando così un effetto deja-vù piuttosto irritante. La titletrack lascia il tempo che trova, tra chitarre in pulito che riproducono accordi sospesi ed un growl fuori luogo. L’ultima traccia, Your Days Are Numbered riprende il filo del discorso lì dove lo avevamo lasciato, in sette minuti contorti che ricalcano lo schizofrenico riffing spigoloso tanto caro al fondatore dei Death, né più né meno. Rispetto ai lavori precedenti inoltre è venuta a mancare l’incisività nella voce. Al contrario del growl ben riconoscibile di Kollias infatti, il nuovo arrivato Cody McConnell risulta decisamente più monocorde e blando, esprimendosi su linee vocali poco efficaci e deboli per un genere incentrato sull’aggressività e l’assalto frontale come il death metal.
È proprio vero dunque che non tutte le ciambelle vengono col buco. Nella fretta di tornare in carreggiata dopo un abbandono considerevole e spesso determinante, come quello di Kollias, i Contrarian si sono persi per strada, pubblicando un lavoro poco ispirato e derivativo. Per carità, anche gli altri album non hanno mai spiccato per originalità, ma se non altro i pezzi contenuti funzionavano intrattenendo a dovere. Qui il problema è differente. Non basta la pur buona tecnica strumentale impiegata, né l’esperienza dei nuovi musicisti a fare la differenza: qui è venuta meno la capacità di scrivere canzoni di buon livello che esaltino l’ascoltatore e gli facciano tornare il desiderio di rimettere Only Time Will Tell, preferendo pubblicare un pugno di canzoni copia carbone scialbe. Volendo fare riferimento al titolo del disco, più che chiedere conferme in un tempo futuro, consiglierei agli statunitensi di concentrarsi sul qui e ora, perché così proprio non va.
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6
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Sul serio? Seguo molto da vicino questo genere. L'approccio organico di questa band è unico. 85/10 |
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5
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Fino ad oggi non avevo mai ascoltato nulla di questo Gruppo.. Mi ha incuriosito la differenza di opinione fra recensore ed utenti e così ho sentito prima questo Album e poi il precedente.. Ad un primo ascolto, Their Worm mi pare superiore in tutto ad Only Time.. La pecca più evidente secondo me è il Cantante.. I brani sono tutti più o meno piacevoli ma la voce, rapportata a quella del cantante precedente, non regge.. Leggo che il Gruppo ha cambiato oltre al cantante/batterista, anche il bassista, rimpiazzandoli con tre nuovi innesti.. Anche questo sicuramente non ha aiutato.. Tirando le somme: La Sufficienza a questo Lavoro la do, come incoraggiamento per il nuovo corso, però credo che in questo caso, il detto "La fretta è una cattiva consigliera" calzi a pennello.. |
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4
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Sono d'accordo col commento appena sotto, tranne che sul voto per me un po' più basso.
Recensione troppo troppo critica |
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3
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Buon album, poco incline alle facili soluzioni ma con una certa varietà nel songwriting. Sicuramente inferiore al precedente, album veramente stellare, causa la mancanza di Kollias. Voto 84. |
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2
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Non condivido per niente la recensione....comprate gente che questi spaccano il culo ai passeri. |
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1
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Penso che la tua opinione negativa su questi americani sia troppo forte. Considerando come il resto delle band e c'è un genere sono spazzatura totale, penso che questo meriti almeno un 8 su 10 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. In A Blink of an Eye 2. The Final Hour 3. Beat the Clock 4. Case Closed 5. The Mega Metropolis 6. Scarlet Babylon 7. Only Time Will Tell 8. Your Days Are Numbered
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Line Up
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Cody McConnell (Voce) Brian Mason (Chitarra) Jim Tasikas (Chitarra) Bill Bodily (Basso) Bryce Butler (Batteria)
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RECENSIONI |
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