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SLAUGHTER CLUB, VIA A.TAGLIABUE 4 - PADERNO DUGNANO (MI)

Sabbat (JAP) - Envenom
16/01/2021
( 1097 letture )
Gruppo di culto in ambito thrash e black, i giapponesi Sabbat hanno alle spalle una storia a dir poco incredibile e affascinante su cui aleggia la frase “come sarebbero andate le cose se..”. Nati inizialmente come Evil nel 1983, a guidare il gruppo troviamo il cantante e bassista Masaki Tachi, noto anche con il soprannome Gezol. Pur essendo attivi dal 1983, il cammino sarà tutt’altro che facile; a causa di problemi personali infatti, il gruppo terrà tanti concerti, rilascerà una serie di EP e promo, ma non arriverà all’esordio fino al 1991 con Envenom. Ma i problemi non erano solo legati alla sfera personale. Trovare in Giappone qualcuno che si fidasse di tre scalmanati amanti di una musica così oscura, violenta e ricca di immagini blasfeme era tutt’altro che facile. I nostri provarono quindi a rivolgersi all’estero inizialmente con l’austriaca Lethal Rex, che però si rivelerà essere una truffa, per infine, dopo tanto tempo, far decidere a Masaki Tachi di pubblicarlo da sé con la sua etichetta Evil Records.

Dopo ben otto lunghi anni ecco che Envenom vede la luce presentandosi piuttosto in ritardo per quanto riguarda la musica proposta; una considerazione importante e che serve anche a tenere conto del momento in cui l’esordio arriva. Siamo nel 1991 e il metal si è ormai sviluppato in diverse forme arrivando addirittura a mischiare più death metal e jazz o poco prima a risultare ancora più mostruoso e inascoltabile che Gezol, Zorugelion ed Elizaveat tirano fuori un disco da “prima ondata black”. Le due strumentali iniziali fatte da organo, campane ed altri effetti donano da subito un tocco oscuro, misterioso e degno della forma più occulta dell’heavy per poi portarci al primo vero riff del disco, quello di Satan Bless You, incredibilmente in grado di catturare e di trascinare per tutto il brano. Un brano in cui i punti di riferimento principali dei tre appaiono chiarissimi: Venom, Hellhammer, Mercyful Fate. Sono però i primi i grandi ispiratori dei tre, e non è infatti un caso siano noti anche come “I Venom giapponesi”, etichetta che con il passare del tempo starà piuttosto stretta se si pensa a dischi come Fetishism (1994) o The Dwelling (1996). Nonostante le somiglianze stilistiche, si fa fatica a non farsi attrarre dal disco, non soltanto per una questione di fascino verso album che ancora oggi mantengono intatta un’aurea di malvagità tutta loro, ma anche per la qualità dei brani; Evil Nations e Devil Worship sono ad esempio brani in cui si riscontrano ritornelli orecchiabili, assoli non disprezzabili e una varietà in termini di soluzioni che evita ai tre di fare pezzi fin troppo quadrati (Deathtemptation (Kanashibari Part 2)). Siamo di fronte a diversi tipi di riff, da quelli più sostenuti e in cui l’anima “black” si fa più viva ad altri più heavy e se vogliamo rockeggianti, tutti sostenuti da un basso distorto che risulta fondamentale per dare pesantezza alla sezione ritmica, per arricchirla con scale improvvise e per dare più risalto ai momenti più lenti; non passa poi in secondo piano, e anzi, è sicuramente tra gli aspetti fondamentali del lavoro, la voce di Gezol. Inquadrabile come uno scream primordiale e nella sua imperfezione davvero fantastico e adatto, il cantante si concede anche ad uscite inaspettate come avviene in Eviler, un gran bel pezzo, e Carcassvoice, traccia a dir poco folle. Si fa poi notare King of Hell, il pezzo più atipico del disco; una vera e propria marcia infernale in cui attraverso due soli riff che di fatto creano due sezioni e un semplice accompagnamento di batteria dà modo alle chitarra di lanciarsi in assoli e alla voce di cantare quella che sembra una dedica celebrativa al “Re dell’inferno”. Superate le ultime due strumentali resta la sensazione che Envenom, almeno per quanto riguarda la qualità, meriti molta più attenzione. Le canzoni prima e anche tutto il contorno, compresa la produzione, fanno del debutto dei giapponesi un disco che non può assolutamente mancare nelle collezioni di chi ama l’heavy e la musica estrema più primordiale, pura e dotata di un tocco occulto d’annata. Anche per questo, il suggerimento è quello di andare a recuperare anche i vari EP e demo, davvero pieni di materiale tanto bello quanto interessante da un punto di vista stilistico: in African Harmageddon, EP pubblicato nel 1998 in collaborazione con la tanzaniese Mganga Records, sentiamo Gezol cantare in swaili.

Tenendo conto di quanto scritto qualche riga sopra, è però vero che essendo arrivato tardi rispetto ad altri Envenom ha inevitabilmente meno peso di Capolavori davvero seminali come Welcome to Hell (1981) o Bathory (1984), ma poco importa, perché è un disco che se vogliamo segna la rivincita di Gezol e, anche grazie all’italiana Entropy Records (oggi nota come Iron Tyrant) che lo ristamperà nel 1995 (ma la collaborazione sarebbe dovuta durare molto di più, almeno stando a Gezol),permetterà al gruppo di farsi conoscere e diventare uno dei punti di riferimento del Giappone estremo assieme ad Abigail, G.I.S.M., Sigh ed altri (senza dimenticare l’incredibile scena noise o personalità a dir poco uniche come Jun Togawa). E cosa ancora più importante, segna l’inizio di una carriera ricchissima di uscite e di album a dir poco eccezionali.



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
85.5 su 4 voti [ VOTA]
LucaNekrowizard88
Giovedì 16 Novembre 2023, 18.28.44
3
Gran debut per questa grandissima cult band giapponese. Stilisticamente e concettualmente sono puro black metal, anche se non come lo si intende di quello novantiano scandinavo. Gezol e soci partirono a metà anni ottanta, e le loro influneze sono palesemente Sodom, Venom, ecc... e qui è racchiuso tutto il loro spirito black ottantiano. La voce malevola e diabolica di Gezol mi è sempre piaciuta un casino, mentre i riff e la ritmica di batteria è puro thrash sporco e barbaro. Qui dentro ci son pezzi favolosi come \"Satan Bless You\", \"Devil Worship\", \"Evil Nations, \"Deathtemptation\", la marcia infernale \"King Of Hell\" e le due ultime tracks che sono praticamente un tributo allo speed/thrashcore di Nuclear Assault e affini. Lavoro favoloso e dannatamente satanico!!!
Diego75
Venerdì 22 Gennaio 2021, 23.23.53
2
Mah...una delle tantissime band anni 80...una miriade di demo...qualche uscita in cd...ma sinceramente i giapponesi li paragono ai tedeschi....copiano bene .
Cronos666
Mercoledì 20 Gennaio 2021, 16.00.49
1
Band di culto con una discografia piena zeppa simile a quella dei Venom . Da ascoltare in pieno inverno con clima oscuro
INFORMAZIONI
1991
Evil Records
Thrash/Black
Tracklist
1. Bewitch
2. The Sixth Candle
3. Satan Bless You
4. Evil Nations
5. Devil Worship
6. Reek of Cremation
7. Deathtemptation (Kanashibari Part 2)
8. King of Hell
9. Eviler
10. Carcassvoice
11. Dead March
12. Reminiscent Bells
Line Up
Gezol (Voce, Basso)
Elizaveat (Chitarra)
Zorugelion (Batteria)

Musicisti ospiti
Temis Osmond (Assolo sulla traccia 7, Tastiere)
 
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