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19/03/21
MAYHEM + MORTIIS + GUESTS TBA (POSTICIPATO!)
ORION - CIAMPINO (ROMA)
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Iron Mask - Master of Masters
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05/02/2021
( 79 letture )
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Fondati nel 2002 come progetto secondario del virtuoso chitarrista belga Dushan Petrossi gli Iron Mask tornano sul finire del 2020 con un nuovo album pubblicato dalla AFM, Master of Masters, pubblicazione sulla falsariga delle precedenti, a base di power di stampo neoclassico, sulla scia di Rhapsody of Fire, Helloween e con quel tocco di Malmsteen sempre evidente che emerge in ogni nota di chitarra.
Dopo la pubblicazione di Diabolica avvenuta nel 2016 la band si riunisce nei suoi studi di Bruxelles per lavorare sul materiale scritto da Dushan, con un piccolo cambiamento nella formazione, che ora vedere alla voce l’arrivo Mike Slembrouck, fan di vecchia data della band nonché membro degli After All e degli Immanent Distance. Per prima cosa bisogna dire che le canzoni di Master of Masters (così come ogni lavoro degli Iron Mask) siano palesemente rivolte a una certa nicchia di pubblico, di fedeli appassionati a questo power privo di innovazioni, melodico, ben orchestrato e a tratti accattivante, ma che non si stacca minimamente da quanto già suonato da mille altre band. Tolta subito questa considerazione la proposta è convincente e con la sua ora di musica riesce sicuramente a soddisfare chi cerca queste sonorità, difatti c’è qualche momento in cui cala leggermente la tensione, ma generalmente il tiro è sempre buono, grazie a una produzione curata (dallo stesso Petrossi) e a un gruppo all’altezza, con una solida componente ritmica composta da Vassili Moltchanov al basso e da Ramy Ali alla batteria, che riescono sempre a sostenere la voce di Mike Slembrouck e la chitarra Dushan Petrossi, che prende mai il sopravvento sulle canzoni, ma che è evidentemente un elemento centrale negli equilibri del disco. Si apre il disco con Never Kiss the Ring, Tree of the World o Revolution Rise, brani dall’ottimo tiro, dai ritornelli efficaci, capace di rievocare le atmosfere epiche dei Rhapsody. Si rallenta con One Against All, brano melodico, dove la chitarra di Dushan Petrossi tira fuori il solito grande assolo di stampo neoclassico e sul finale duetta con la voce di Slembrouck. Si alza l’asticella con la magniloquente Nothing Lasts Forever, canzone di nove minuti, dalle ritmiche power, veloci e taglienti, come la chitarra di Petrossi, che suona scale alla velocità della luce, stavolta richiamando lo stile degli Stratovarius e di Timo Tolkki. Si possono trovare altri riff e ritornelli vincenti su Dance With the Beast, Wild and Lethal o su Mist of Loch Ness, dal ritornello più lento e incisivo, un po’ come per la titletrack Master of Masters, che chiude il disco con una certa carica. Come su tanti altri dischi power c’è spazio per una ballad, A Mother Loved Blue, canzone piacevole e in qualche modo capace di ricreare una certa atmosfera, ma che alla fine non aggiunge molto al disco.
Master of Masters non è un disco che svolta gli equilibri del power metal, ma alla fine si rivela valido e godibile, specie considerando che si rivolge a un pubblico ben definito, che in esso troverà ottima musica, sulla scia di artisti più noti (la voce un po’ alla Rhapsody, le chitarre un po’ più su uno stile neoclassico alla Stratovarius o Malmsteen), sempre valida, senza troppi passi falsi (su un ora di musica è ovvio che qualche canzone possa risultare di troppo, ma lo standard è tutto sommato alto) e con una produzione e dei suoni adeguati al contesto.
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per me questo disco non ha punti deboli, mi e' piaciuto un sacco... ovvio che devono piacere le sonorita' neoclessiche alla malmsteen...e' un gruppo che non sbaglia un colpo! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Never Kiss the Ring 2. Tree of the World 3. Revolution Rise 4. One Against All 5. Nothing Lasts Forever 6. Dance With the Beast 7. Wild and Lethal 8. Mist of Loch Ness 9. My One and Only 10. A Mother Loved Blue 11. Sagittarius A 12. Master of Masters
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Line Up
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Mike Slembrouck (Voce) Dushan Petrossi (Chitarra) Vassili Moltchanov (Basso) Ramy Ali (Batteria)
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RECENSIONI |
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