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Psychedelic Porn Crumpets - SHYGA! The Sunlight Mound
10/02/2021
( 899 letture )
Non c’è bisogno di ricordare come l’Australia sia un territorio musicalmente florido e foriero di entità artistiche interessantissime e il più delle volte bizzarre e indefinibili –ne avevo già parlato qui– e il disco in questione non fa eccezione.
Sicuramente un nome come Psychedelic Porn Crumpets (letteralmente "frittelle porno psichedeliche") non passa inosservato, né nei negozi di dischi né su qualunque store digitale, ma se i cinque musicisti di Perth sono arrivati al quarto album in studio vorrà dire che anche il moniker funziona. Difatti il nuovo SHYGA! The Sunlight Mound arriva a distanza di due anni da And Now For the Whatchamacallit, che definiva una svolta netta dai primi due album della band, intitolati rispettivamente High Visceral (Part 1) e High Visceral (Part 2). Come ciliegina sulla torta si aggiunga il fatto che gli australiani hanno ricevuto una nomina per un importante riconoscimento in patria nel 2019, nello specifico come migliore band live d’Australia.

Partoriti dallo stesso deus ex machina malato che ha permesso che esistessero realtà come King Gizzard & The Lizard Wizard e Tame Impala, i nostri trattano la materia psichedelica degli anni ’60 distorcendola a proprio piacimento con la moderna tecnologia, inserendo parecchia elettronica nel proprio songwriting per accompagnare le cavalcate elettriche puramente rock che compongono la maggior parte dei brani. Le influenze sono disparate e si passa agevolmente da riff stoner a momenti invece al limite del krautrock, il tutto mantenendo un appeal pop che rende l’intero disco fresco e sempre brioso. Basta poi leggere qualche titolo per capire quanto Jack McEwan, principale compositore della band, sia devoto verso l’umorismo estremo di Captain Beefheart e la musica in certi casi riflette questo afflato quasi circense nel comporre.
A dire il vero però i testi dei Psychedelic Porn Crumpets non hanno un granché di umoristico, tutt’altro: dietro titoli divertenti e che potrebbero far immaginare un mondo fatto di allucinazioni e fantasie giocose vi è in realtà una trattazione decisamente più seria e matura, la quale ha quasi sempre inizio da uno stato alterato di coscienza fornito dalle droghe o più frequentemente dall’alcol, ma che poi si sviluppa verso riflessioni di tipo personale, che hanno a che fare spesso con il rapporto tormentato di McEwan con il padre e con il conseguente rispetto per l’anzianità, vista come portatrice di saggezza. Da questo punto di vista un brano come Mango Terrarium possiede una poeticità intrinseca pregevole.

Se ci soffermiamo in superficie invece è chiaro come la musica degli australiani sia pensata per far divertire e per far immergere l’ascoltatore in territori puramente freak e vintage, ma al contrario di molte band retro-rock qui non ci troviamo di fronte a mero tributo, bensì alla volontà di attualizzare realmente quelle sonorità di cui i cinque sono appassionati. Se il basso di Luke Reynolds suona costantemente come un cannone tonante, con distorsioni più adatte agli Sleep che agli Strawberry Alarm Clock, è altrettanto vero che le costanti armonizzazioni vocali cercano di riportare alla luce le invenzioni avanguardistiche del Brian Wilson di SMiLE, senza risultare mai troppo complesse o intricate, ma contemporaneamente mai banali. Quando poi ci si imbatte in un brano come Pukebox si comprende come McEwan e i suoi compagni siano abili a coniugare gli incastri melodici dei Beatles con il pop più moderno e caciarone, talmente catchy da risultare irresistibile. Un brano come questo potrebbe essere uscito dalla penna del Crispian Mills più ispirato, se non fosse per la voce filtrata e la chitarra che guarda sempre verso lidi stoner rock.
Ad una prima parte di album maggiormente ragionata e meditativa segue quindi la seconda metà decisamente più anthemica e scatenata, dove i brani sono già immaginati per una resa dal vivo esplosiva, con cori e stop’n’go troppo prevedibili per non far pensare a soluzioni live di sicuro impatto. Nei quaranta minuti di durata di SHYGA! The Sunlight Mound non c’è spazio per la noia, anche se un difetto si potrebbe riscontrare nella produzione scelta –questa sì volutamente vintage e nebulosa– che diventa un po’ pesante soprattutto in prossimità dei momenti più delicati e riflessivi.
Al netto di ciò comunque i Psychedelic Porn Crumpets compongono un quadretto di rock psichedelico attuale e funzionale che si fa apprezzare anche dopo numerosi ascolti; la componente pop è la chiave che rende la musica dei ragazzi di Perth vincente ed accessibile a una pletora di ascoltatori potenzialmente vasta, ma le capacità di scrittura dei cinque sono elevate e capaci di denotare un’abbondante dose di personalità, che talvolta risulta perfino debordante. Risaltano, come già detto, le influenze stoner, riscontrabili nell’irruenza della sezione ritmica e nei suoni scelti per evidenziarla nel mix, mentre la chitarra viene mantenuta più indietro rispetto alle voci e all’elettronica, emergendo solamente quando serve, mantenendo in questo modo una varietà non scontata per la resa finale dell’opera.

Il 2021 si apre dunque con una sana dose di psichedelia freak da gustare tutta d’un fiato, ancora meglio coi testi alla mano. Le frittelle porno psichedeliche continuano a confermare il loro status di ottima band e regalano l’ennesimo disco di valore. Non si può ancora parlare di capolavoro, ma si spera di non dover aspettare ancora troppi anni per poter stringere tra le mani l’album della consacrazione.
Chiudo con un estratto dal testo di Mango Terrarium, emotivamente intenso:

I wonder what I can do without drugs
Hide away for the rest of my life
I'd be left collecting dust for so long
And no consequence, live without all relevance
And grow old in my own vacuum forevеr.



VOTO RECENSORE
77
VOTO LETTORI
64.5 su 2 voti [ VOTA]
Black Me Out
Sabato 15 Gennaio 2022, 9.59.08
6
@DEEP BLUE Riguardo il tuo ultimo commento, la bombetta di cui parlavo, andando a memoria e guardando l'ordine delle mie recensione, era l'album omonimo dei Mazeppa, che ti consiglio vivamente di recuperare! E poi ti aspetto, se vorrai, sotto la loro recensione.
DEEP BLUE
Venerdì 14 Gennaio 2022, 15.34.26
5
Black Me Out di quale bombetta parli? Non ho avuto più notizia a riguardo
DEEP BLUE
Venerdì 14 Gennaio 2022, 15.33.02
4
Spesso con queste sonorità si fanno delle cagate mostruose, non è questo il caso, anzi, veramente bravi seppur non innovativi, bel senso della melodia e della psichedelia.
Korgull
Giovedì 11 Febbraio 2021, 17.13.31
3
@Black Me Out si, l'avevo ascoltato! Io rispetto a te avrei abbassato un po il voto...per quel che mi riguarda lo trovo un disco piú "ben fatto" che effettivamente bello...non so se mi spiego. Gli spunti sono decisamente notevoli, noto anche una certa modernità che permette loro di non andare a ripescare, come fanno molti altri, solo e rigorosamente dei suoni vintage stra sentiti, ma purtoppo per me la cosa si ferma li, per quanto capaci non fanno breccia piú di tanto nelle cose che piace ascoltare. Che poi il bello del genere ė proprio questo: ognuno ci sente quel che vuole ed ognuno prova emozioni diverse tante sono le sfumature presenti! Attendo con ansia la bombetta!
Black Me Out
Giovedì 11 Febbraio 2021, 12.07.01
2
@Korgull Fammi sapere cosa ne pensi del disco allora! E stai sintonizzato perché è in arrivo una bombetta niente male.
Korgull
Mercoledì 10 Febbraio 2021, 18.21.09
1
Tu recensisci sempre cose di mio interesse....mi piaci!
INFORMAZIONI
2021
P-VINE
Psychedelic Rock
Tracklist
1. Big Dijon
2. Tally - Ho
3. Swatooth Monkfish
4. Tripolasaur
5. Mr. Prism
6. The Terrors
7. Hats Off To The Green Bins
8. Glitter Bug
9. More Glitter
10. Pukebox
11. Mundungus
12. Mango Terrarium
13. Round The Corner
14. The Tale Of Gurney Gridman
Line Up
Jack McEwan (Voce)
Luke Parish (Chitarra)
Chris Young (Chitarra, Tastiere)
Luke Reynolds (Basso)
Danny Caddy (Batteria)
 
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