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29/03/24
ENUFF Z’NUFF
BORDERLINE CLUB, VIA GIUSEPPE VERNACCINI 7 - PISA
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In Tormentata Quiete - Krononota
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23/02/2021
( 1434 letture )
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Non necessitano di presentazioni gli In Tormentata Quiete, band di spicco del panorama metal italiano che con dischi come Finestatico hanno saputo guadagnarsi un ampio consenso in Patria come all’estero. Giunti al quarto disco sotto l’ala di My Kingdom Music e quinto della propria carriera, cosa offrono al proprio pubblico con Krononota?
La formula non si discosta molto da quanto sentito in passato. Siamo di fronte ad un disco di ricco avantgarde, nel quale il progressive più teatrale danza assieme al gothic, lasciando spazio anche ad elementi inusuali per il metal come la musica popolare italiana (ci sarà spazio anche per un’eco breve e distante di Voglio Vivere Così, brano immortale di Claudio Villa, in Abbraccio d’Emilia) e i freddi impulsi dell’hip hop contemporaneo nella conclusiva KronoMetro. Il prodotto finito è lavoro che oscilla sospeso tra tradizione ed innovazione, tra passato e presente. Il folk italiano, legato principalmente alla terra d’origine della band, l’Emilia Romagna, si mescola con intelligenza alla durezza del metal, non di rado fluendo l’uno nell’altro -ad esempio nella sezione centrale de Lo Sguardo d’Anteo. Non solo ma di fondamentale importanza è l’animo teatrale e drammatico fornito dalle componenti sinfoniche che ammantano le composizioni e donano loro una carica emotiva rara. Krononota è un disco duro ma non ostico né elitario. La sua ricerca della melodica orecchiabile si sposa assai bene con l’eclettismo sonoro proprio dell’avantgarde. Meritevole d’attenzione è l’uso del sax dell'ospite Alessandro Carnevali e della fisarmonica di Daniela Taglioni. Entrambi gli strumenti, oramai sdoganati in ambito metal da band come Rivers of Nihil -il primo- e Igorrr -il secondo-, svolgono la funzione di far risaltare il ruolo da protagonista del concetto di tempo. Insieme con gli inserti della musica pop italiana degli anni '50 e '60, infatti, essi ripiegano il passato sul presente. Krononota vuole essere una sorta di wormhole temporale, il passaggio che consente di attraversare decenni di musica in pochi minuti. Menzione a parte per le voci dei tre cantanti, Samantha Bevoni, Marco Vitale e Davide Conti, che si alternano all’asta del microfono offrendo tre diversi approcci alla propria arte (clean femminile, clean maschile e scream acido) donando, come oramai solito nella musica degli In Tormentata Quiete, una piacevolissima varietà al disco. Anche nei capitoli un po’ più ruffiani e meno incisivi come Color Daunia, nel quale la ricerca della melodia catchy ed easy-listening è forse troppo spudorato, è comunque possibile ritrovare elementi che convincono, come, in questo caso specifico, il bell’assolo di chitarra di Simone Mularoni ed il rincorrersi malinconico ma quasi giocoso delle tre voci.
Il livello sopraffino di Finestatico, per chi scrive il lavoro meglio riuscito della band, è distante. A tratti si ha la sensazione che i Nostri cerchino troppo di piacere, di strizzare l’occhio all’ascoltatore, distraendosi un poco dal proprio percorso stilistiche ma, ciononostante, Krononota è un album che merita di guadagnare il proprio spazio all’interno della collezione di dischi di chiunque, oltre che motivo di orgoglio nazionale.
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9
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Il loro lavoro più intimista. Un tributo a cinema, musica, paesaggio e vita nel Tempo della loro bellissima terra. Strugge, fa sognare e piangere insieme di questi tempi. Ci sento tanta sincerità. |
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8
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Non al pari di teatroelementale e finestatico che sono due album clamorosi, ma almeno una decina di punti mancano al voto della recensione. Ascoltato e riascoltato, per me è un grande album come ormai ci hanno abituato. |
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7
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Sono al terzo ascolto.Che dire?Bellissimo.
Una band che si conferma come varia e originale ma che allo stesso tempo ti fa sentire a casa.Orgoglio Nazionale e non solo!
Metto questo loro nuovo capolavoro insieme ai miei preferiti "Teatroelementale" e "Finestatico".Voto 89! |
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6
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Sono generalmente d'accordo con tutto, ma dirò che a me il neo-prog sanremiano di Color Daunia piace eccone. |
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5
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Gran bel disco, complimenti ragazzi |
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4
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Devo ancora ascoltarlo perché ancora non mi è arrivato il box limited.Nel frattempo ripasso "Finestatico" che è citato molto nella recensione sopra e mi è tornata voglia di risentirlo.Tra l'altro,parlando di strumenti atipici,in Finestatico è presente il Clarinetto se non erro. |
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3
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Sono al secondo ascolto, quindi è presto per dare un giudizio definitivo. Comunque, anche se qui descritta come ruffiana, trovo invece Color Daunia davvero bella... |
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2
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@Razor ci tengo a precisare che ho specificato "sdoganare" e non "introdotto" proprio perché i River of Nihil non sono stati i primi ma son quelli che hanno dato una grossa spinta in popolarità per l'uso dello strumento nel metal estremo |
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1
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Vorrei sottolineare che ad Esempio i Rivers Of Nihil hanno sdoganato il sax,come dici Tu,nel 2018 o giù di li giusto?Gli In Tormentata Quiete hanno usato il sax per tutto l'album "Teatroelementale" nel 2009...
Molte volte ho sentito gridare al miracolo per l'uso del sax in anni che vanno dal 2013 ad oggi senza mai ricordare che questa band che a mio parere raccoglie sempre meno di quello che merita lo aveva usato in modo egregio già molto prima e non come comparsa ma in un album intero...si tende sempre a guardare fuori i confini di casa con ammirazione d'altronde. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Urlo del Tempo 2. All’Alba: Sapor Umbro 3. Alla Mattina: Color Daunia 4. Al Pomeriggio: lo Sguardo d'Anteo 5. Alla Sera: Abbraccio d'Emilia 6. Alla Notte: Odor Mediterraneo 7. KronoMetro
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Line Up
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Samantha Bevoni (Voce) Marco Vitale (Voce) Davide Conti (Voce) Lorenzo Rinaldi (Chitarra) Luca Pasotti (Basso) Antonio Ricco (Tastiere) Francesco Paparella (Batteria)
Musicisti ospiti: Davide Zagnoli (Voce Narrante nella traccia 1) Simone Mularoni (Voce Narrante nella traccia 2, Chitarra nelle tracce 3 e 6) Daniela Taglioni (Fisarmonica) Alessandro Carnevali (Sax)
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