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SLAUGHTER CLUB, VIA A.TAGLIABUE 4 - PADERNO DUGNANO (MI)

Five the Hierophant - Through Aureate Void
01/03/2021
( 1408 letture )
Il collettivo londinese Five The Hierophant è un’entità di difficile catalogazione all’interno della scena metal, scena a cui, è doveroso premetterlo, è accostabile più per atmosfere che per contenuti effettivi. Il contesto entro cui il gruppo si muove è infatti quello dell’improvvisazione jazzistica più libera e slegata da qualsivoglia regola, con frequenti assalti doom e drone filtrati da una visione puramente psichedelica che non disdegna nemmeno infiltrazioni di word music, con preferenza per atmosfere orientali, indiane e tibetane nello specifico.
Basta leggere la mole di strumenti di cui i musicisti si servono – e ne ho tralasciati alcuni – per dare vita alle proprie composizioni per rendersi conto di essere di fronte a qualcosa di estremamente particolare, musica ritualistica e al contempo estremamente pesante, che si abbatte sull’ascoltatore con il suo carico di spiritualità perversa.

Il nome della band è di notevole interesse e fa riferimento all’Arcano numero 5 dei Tarocchi, che corrisponde appunto al gerofante: storicamente questa figura appartiene alla cultura dell’antica Grecia e corrispondeva al rango sacerdotale più elevato all’interno del culto misterico di Eleusi. La sua funzione principale era quella di officiare i rituali di iniziazione degli adepti del culto, che così facendo potevano essere introdotti agli insegnamenti eleusini; fondamentalmente dunque il gerofante è un iniziato e questo nelle carte dei Tarocchi si traduce con “indovino” e padrone del mondo occulto. Esiste una bibliografia parecchio nutrita sull’importanza di questa figura e del suo numero corrispondente nella lettura dei Tarocchi, a cui rimando per eventuali approfondimenti.
Ciò che importa sapere è che per i musicisti inglesi la dimensione occulta riferita alla propria musica è fondamentale, sia in fase di composizione che in fase di comprensione, e questa è la cifra stilistica essenziale per approcciarsi a Through Aureate Void, il secondo album rilasciato dai Five The Hierophant dopo il debutto Over Phlegethon datato 2017 e un paio di Ep dal titolo Magnetic Sleep Tapes dal respiro fortemente sperimentale.

Tuffandosi a capofitto nelle trame strumentali imbastite dalla band ci si rende subito conto della centralità di uno strumento come il sax, che prende le redini della maggior parte dei brani andando di fatto a sostituire la voce e fungendo da unico – o quasi – strumento melodico all’interno delle composizioni. Se l’impiego dello strumento sulla carta potrebbe rimandare direttamente a quello già analizzato su queste pagine dei Neptunian Maximalism, in realtà gli inglesi decidono di mantenere il timbro dello strumento piuttosto naturale, facendo incarnare al sax l’essenza stessa della vita umana, imbrigliata tra le sonorità esotiche e minacciose che costituiscono le fondamenta dei singoli brani.
Di notevole importanza l’apporto della batteria, che alterna sapientemente ritmi di matrice occidentale riferibili al metal a momenti più rarefatti dove i battiti diminuiscono notevolmente a favore di un’atmosfera maggiormente sacrale e celebrativa dove sono gli strumenti a fiato a prendere la scena.
Già nel brano di apertura Leaf In The Current si riescono ad apprezzare le caratteristiche principali del sound del gruppo, con il momento più doom in scaletta dove chitarra e basso si ritagliano un ampio spazio per macinare i propri riff. Il sax spadroneggia, ma è anche il suono profondo del corno tibetano a farsi notare in alcuni intermezzi di rara suggestione. Utilizzando una metafora aderente alla figura del gerofante si potrebbe dire che questo è il momento più “terreno” del disco, dove l’aspirante adepto si prepara ad abbandonare se stesso per prendere parte alla conoscenza dei misteri di Eleusi. La voce che chiude il brano è la voce stessa del sacerdote, che accoglie il nuovo membro del culto annunciandogli le prove che dovrà superare per l’iniziazione.
Progressivamente infatti gli strumenti elettrici vanno sempre più a svanire a favore degli strumenti etnici, che corrispondono alla dimensione spirituale entro la quale l’aspirante adepto lentamente l’insinua.
La metafora descritta è ben rappresentata dall’artwork che introduce il disco ad opera del pittore norvegese Odd Nerdrum: il viaggio ultraterreno di un uomo che, spogliato di tutto ciò che lo rende umano, si appresta a raggiungere il gruppo di suoi simili già iniziati al culto senza alcun appiglio intorno a sé, ma guidato solo dalla luce del gerofante che lo spinge verso la sua nuova dimensione. Da recuperare senza indugio anche l’artwork del precedente Over Phlegethon, sempre firmato da Nerdrum, forse ancora più evocativo di quello di Through Aureate Void.

Berceuse (For Magnetic Sleep) è il limbo che precede l’arrivo e si manifesta per mezzo di un’atmosfera nebulosa e sfocata, con solo la batteria a mantenere il contatto terreno e il resto degli strumenti etnici ad amalgamarsi in un turbinio di melodie sbilenche e inquietante, dove svettano le tabla indiane impiegate in una veste più melodica che ritmica. È un momento di smarrimento, durante il quale l’adepto si trova a metà del proprio percorso e deve essere pronto a lasciare il mondo terreno per abbracciare quello etereo. Il titolo tra parentesi richiama tra l’altro i due Ep di cui parlavamo in apertura e in effetti le sonorità non sono lontane da quelle presentate su quei nastri usciti nel 2019.
La transizione tra le due dimensioni provoca un tumulto interiore che non è facile gestire e i quindici minuti di Pale Flare Over Marshes rappresentano al meglio questo dualismo che si crea tra i due mondi, riprendendo gli elementi doom e calandoli in un contesto dalle fattezze drone, dove il sax muta forma più e più volte, assumendo ora le fattezze di un flebile sibilo ora quelle di un grido disperato. In questo brano, così come nel successivo emerge il suono particolarissimo del cosiddetto “fischio della morte”, uno strumento antichissimo di origine azteca, che produce un rumore terribilmente simile a quello di un urlo umano. La band lo utilizza spesso in coppia con il sax, che cerca di doppiarne il timbro con risultati tremendamente apocalittici.
Il viaggio iniziatico si conclude con il silenzio e l’annullamento di ogni velleità ritmica, per approdare ad una realtà eterea ed impalpabile che si traduce con un’impronta ambient rassicurante solo in apparenza. Il finale vero però è affidato ad una sezione didascalicamente jazz, con il sax che riprende le proprie fattezze naturali esibendosi in una melodia sinuosa e ammaliante, mentre le spazzole tengono il tempo in maniera sommessa e discreta. Il caos ha trovato un nuovo ordine e il culto può finalmente fregiarsi di un nuovo fedele adepto.

I Five The Hierophant sono una realtà davvero interessante, che può far appassionare sia gli amanti del metal più cupo sia ascoltatori con interessi prettamente jazzistici e alternativi. Nel complesso Through Aureate Void si rivela un’opera di indubbio valore, che sebbene non possieda quel qualcosa di realmente distintivo che la elevi a un livello superiore, dimostra non di meno un grado di innovazione piuttosto alto, grazie alla intelligente mistura di strumenti etnici e inusuali che si intersecano in composizioni di pura improvvisazione.
Sicuramente la proposta non è accessibile a tutti e rischia addirittura di annoiare se non la si affronta con le giuste conoscenze e la corretta preparazione; tuttavia l’ascolto è caldamente consigliato a chiunque si dichiari amante della sperimentazione, perché qui troverà pane per i propri denti.
Ora aspettiamo il terzo album, che ci auguriamo possa rappresentare la definitiva consacrazione per il gruppo inglese.



VOTO RECENSORE
83
VOTO LETTORI
66.6 su 5 voti [ VOTA]
Andry Stark
Giovedì 11 Marzo 2021, 0.55.55
2
Un piacevole sottofondo, il disco scorre liscio fino alla fine con i suoi caldi ritmi lenti che avvolgono e accarezzano le mie orecchie. Non lo metterei tra i dischi dell'anno ma è un disco che merita di essere ascoltato. Voto 75.
Jan Hus
Mercoledì 3 Marzo 2021, 0.15.49
1
WoW, ottima segnalazione. È una specie di Stoner-Doom-Jazz intrigantissimo.
INFORMAZIONI
2021
Dark Essence Records
Avantgarde
Tracklist
1. Leaf In the Current
2. Fire From Frozen Cloud
3. Berceuse (For Magnetic Sleep)
4. Pale Flare Over Marshes
5. The Hierophant (II)
Line Up
महाकाली (Chitarra, Violino, Corno tibetano, Cetra, Pianoforte preparato, Field recordings)
Mitch Barrett (Basso, Omnichord, Synth, Noisebox, Effetti)
Jon (Sassofono, Sega ad arco, Campane)
Dan (Percussioni, Fischio della morte azteco)
Chris (Batteria)
 
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