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25/04/24
MARDUK + ORIGIN + DOODSWENS
AUDIODROME, STR. MONGINA 9 - MONCALIERI (TO)
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Black Magic Tree - Through the Grapevine
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02/03/2021
( 848 letture )
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Dopo un EP nel 2019, Of Animals and Men, i berlinesi Black Magic Tree esordiscono con il primo full-length Through the Gravepine. In cabina di regia presso i Big Snuff Studio il produttore Richard Berens, già collaboratore dei più noti concittadini Kadavar. Con queste premesse non è una sorpresa che il genere suonato dai Black Magic Tree sia un hard rock diretto e sanguigno in pieno stile anni settanta, ma infarcito di rimandi allo psych rock e allo stoner più recenti.
Rispetto a tante band che tentano la fortuna in questi lidi retro/classic rock, i nostri hanno dalla loro tre assi non indifferenti su cui fare affidamento. I primi due, Christian Reuter e Max Milan-Bergrath, nonostante la giovane età, sono chitarristi che non si limitano a scimmiottare i mostri del passato, ma che contribuiscono a stendere un tappeto sonoro ricco e variegato dove parti ritmiche e soliste si alternano armoniosamente conferendo al contempo vigore e raffinatezza ai brani. Una marcia in più rispetto a tante altre band che si addentrano in questi meandri musicali proponendo sì un suono monolitico, ma spesso ripetitivo e didascalico. Il terzo è nella voce di Alessandro Monte, che nell’arco dei sette brani che compongono l’album, spazia da genere a genere con doti camaleontiche non indifferenti. Al contrario di altri illustri concorrenti (Scorpion Child, Greta Van Fleet), Alessandro predilige le tonalità più basse dove la sua voce piena e potente si muove con dinamismo e personalità senza voler imitare i propri idoli a tutti i costi. Nell’ottica d’insieme dell’album Alessandro Monte è davvero la carta vincente per sdoganare e distinguere i Black Magic Tree dalle numerose proposte in questo ambito musicale. Basta ascoltare Spider’s Web che alterna potenza granitica alla Monster Magnet e momenti rallentati e psichedelici per rendersi conto dell’assoluta padronanza di Alessandro dei propri mezzi. Questo permette in fase compositiva ai cinque di non dover necessariamente rimanere ancorati ad uno stile solo o una sola band di riferimento, ma di spaziare in ogni direzione possibile. Così se l’incipit fragoroso dell’album, Mandala Lady (canzone scelta come singolo e video), richiama alla memoria i Wolfmother e indirettamente i Led Zeppelin, già una Beethoven ha reminescenze dei primi Aerosmith (Mama Kin). Domo e Long Night si muovono invece in territorio più stoner (Monster Magnet) e doom (Witchcraft), gettando un ponte ideale con i primi lavori dei Graveyard e ovviamente dei Kadavar, band maestre nell’amalgamare generi diversi. Solo Inner Rest, ballad acustica, perde impietosamente il confronto con gli Zeppelin, ma un peccato di gioventù ci può benissimo stare nell’insieme di un album intero. Flower col suo riff schiacciasassi iniziale chiude degnamente Through the Gravepine: una canzone quasi feroce e urgente dove fanno capolini altri grandi del genere, gli scandinavi Spiritual Beggars.
Sette brani, poco più di mezz’ora, eppure la carne al fuoco è tanta, complice una personalità non indifferente per un’agguerrita band all’esordio. Nonostante la scelta di ridurre i brani nel minutaggio, le composizioni, ben distinte l’una dall’altra, riescono a conferire all’album la giusta diversificazione cromatica. L’attenzione rimane alta per tutta la durata senza nessun calo di tensione e la varietà dei sapori porta a gustare l’album più e più volte. Manca forse un brano che faccia gridare al miracolo, seppur Mandala Lady abbia un ritornello che si stampa in testa al primo ascolto e, a volte, l’omaggio ai maestri diventa eccessivamente referenziale, anche se la band evita di sprofondare nelle sabbie mobili del plagio. Sicuramente questi piccoli difetti andranno limati nelle uscite future. Rimane l’ennesimo buon esordio e non ci sono dubbi che i Black Magic Tree abbiano le carte in regola e gli attributi per sgomitare tra la folta concorrenza di giovani agguerrite band.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Mandala Lady 2. Beethoven 3. Spider's Web 4. Domo 5. Long Night 6. Inner Rest 7. Flower
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Line Up
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Alessandro Monte (Voce) Christian Reuter (Chitarra) Max Milan-Bergrath (Chitarra) Nils Geiser (Basso) Michael Hupp (Batteria)
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RECENSIONI |
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