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10/05/21
CORROSION OF CONFORMITY + SPIRIT ADRIFT
LEGEND CLUB - MILANO
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24/03/2021
( 880 letture )
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I Disout sono una band alternative rock con spunti metalcore nata recentemente, che ha come obiettivo quello di creare un mix originale di suoni rock e metal. I componenti del gruppo provengono da altre band polacche, ma sono poche le informazioni che abbiamo di questi quattro musicisti dell’Est Europa (i quali si ispirano a band come Machine Head, Opeth o Mastodon) e questo vale anche per quanto riguarda il loro nuovo album MIEN, uscito l’8 febbraio di questo anno. Quest’ultimo potrebbe apparire all’inizio come freddo ed eccessivamente digitale a livello di produzione, mentre invece con gli ascolti risulta pienamente trasparente e brillante; addirittura, in alcuni momenti, il disco riesce ad essere autorevole e prepotente grazie alla voce di Darek Dolny, finendo per risultare piuttosto interessante da ascoltare. Il lavoro dei Disout è sicuramente contraddistinto dall’onestà e dall’intenzione di mescolare elementi provenienti dal metal (in alcuni casi sono presenti anche delle sfumature groove) e dal rock 'n' roll, senza alcun tipo di compromesso. La loro è una tecnica semplice, attuale e qualche volta potrebbero assomigliare ai primi Black Sabbath o ad un gruppo punk. Non stanno tentando di inventare qualcosa di nuovo, ma solo di suonare la loro musica e di esprimere la loro arte con una smisurata quantità di energia ed entusiasmo. È il tipo di musica da ascoltare durante i periodi più bui e negativi, se si è alla ricerca di qualcosa di divertente e piacevole.
Il disco inizia con una forte dose di energia data dalla traccia Blindness, la quale parte con una chitarra un po’ grezza e molto accattivante in grado di produrre, in alcuni istanti, un legame con il passato di ognuno di noi: è una canzone appropriata per la voce di Darek Dolny, il quale ha un timbro decisamente potente, ma che a lungo andare corre il rischio di tediare. Lullaby è un chiaro esempio di unione di melodie provenienti dal rock 'n' roll e dal punk rock, che danno vita così ad un suono accattivante, accompagnato inoltre da un basso e da una batteria capaci di produrre eccellenti ritmi groove metal. Virgin ha un inizio decisamente energico, ma il brano viene danneggiato dal modo di cantare di Darek, che riesce poi a sistemare grazie alla sua potenza e fermezza. Our Desire potrebbe essere considerata come una delle canzoni più apprezzabili, nella quale è presente un riff costante ed un ottimo, seppur breve, assolo. Un suono particolarmente ricercato è possibile ascoltare in All of Them: il riff animalesco è abbinato con una batteria vivace; in questo caso si apprezza molto di più la parte vocale e gli arpeggi di chitarra regalano una ventata di aria fresca al lavoro. Anche Dissonance tiene salda l’armonia e la vitalità, con un’esemplare interpretazione vocale: all’interno di questa traccia si riescono a percepire l’audacia, la rabbia e tutti quei sentimenti che desiderano presentarsi in maniera esplosiva nelle intenzioni della band. Try to Convince Society è una canzone decisamente efficace, a tratti lenta, ma comunque notevole, che trasmette un'atmosfera gradevole e chiude degnamente l'album.
Probabilmente, in futuro, i Disout potrebbero essere presi in considerazione per coloro che non apprezzano particolarmente le continue lotte tra il “nuovo” e il “vecchio” nella musica metal e che sono alla ricerca di suoni freschi e ricchi di energia. Indubbiamente questa band necessita di perfezionare il suo stile in modo tale da distinguersi dagli altri gruppi affini in circolazione, ma comunque è sulla strada giusta. In conclusione, quindi, i Disout, con il loro primo album, si presentano meritevolmente sulla scena rock/metal ed offrono all'ascoltatore un disco in grado di persuadere, grazie soprattutto all’utilizzo di mezzi semplici e allo stesso tempo adeguati.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Blindness 2. Lullaby 3. Virgin 4. Our Desire 5. All of Them 6. Dissonance 7. Global Orphanage 8. Texture 9. Try to Convince Society
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Line Up
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Darek Dolny (Voce) Mateusz Simiot (Chitarra) Jan Nowak (Basso) Artur “Artie” Woźniak (Batteria)
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RECENSIONI |
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