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25/04/24
MARDUK + ORIGIN + DOODSWENS
AUDIODROME, STR. MONGINA 9 - MONCALIERI (TO)
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Esoteric - Metamorphogenesis
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27/03/2021
( 912 letture )
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Dopo il debutto, avvenuto nel 1994 con l’immenso Epistemological Despondency, e l’altrettanto eccezionale secondo album The Pernicious Enigma del 1997, gli Esoteric giunsero nel 1999 alla pubblicazione di nuovo materiale, Metamorphogenesis, disco con sole tre tracce colossali (per un totale di quasi quarantacinque minuti), sempre nello stile della band britannica, all’insegna del funeral doom più estremo e ispirato e sempre con la solita qualità, qualità che ha permesso alla band di diventare un punto di riferimento assoluto, uno dei pochi gruppi in cui nell’intera discografia si trovano solo capolavori (o dischi in ogni caso sopra la media).
Metamorphogenesis porta con sé alcune piccole novità, cambiamenti che comunque hanno avuto un peso nel percorso degli Esoteric, quali il passaggio all’etichetta indipendente italiana Eibon Records di Mauro Berchi (persona di un certo spessore nel campo dark/ambient, nonché leader dei Canaan) e l’inizio dell’autoproduzione degli Esoteric, che da qui in poi (fino al loro ultimo disco A Pyrrhic Existence del 2019) affideranno il compito di tecnico del suono (le registrazioni sono avvenute al Strype Audio di Oslo) e produttore al loro frontman Greg Chandler, costruendo sonorità sempre opprimenti e inquietanti, con personalità, stile e qualità. Il tutto emerge da subito, con Dissident, brano di diciassette minuti, con delle ritmiche lente, pressanti, mastodontiche dal punto di vista sonoro, che sostengono gli intrecci di chitarra che si snodano per tutto il brano, ad accompagnare il cantato, ovviamente in growl, sporco e lancinato. Stiamo parlando di un disco degli Esoteric in cui le sonorità sono pesantissime e trasmettono dolore e sofferenza, rendendo la musica dura da digerire, assolutamente non immediata e non adatta a tutti, ma al di là di questo, superato questo scoglio ed entrando nel mood, le trame delle composizioni sono pregevoli, ricche di variazioni, di parti strumentali meno scontate del previsto, di dettagli, di suoni e rumori, di elementi psichedelici, che rendono il disco un qualcosa di molto più vario e ragionato di quello che potrebbe risultare a un primo impatto. Il viaggio prosegue con The Secret of the Secret, dove l’atmosfera si scurisce ulteriormente, senza quei fraseggi di chitarra a dare movimento alle ritmiche, in questo caso composte da note che si dilatano nel tempo, scandito da una bella batteria che con una certa dinamica e precisione dilata i tempi, accompagnando il solito cantato straziante di Chandler. Si giunge al termine con Psychotropic Transgression, che torna un po’ allo stile del brano di apertura, più aperto, sempre con dei bei break e sempre con un andamento distruttivo, chiudendo questi quaranta minuti di cupezza, annichilimento, sofferenza e morte (tematiche che si riscontrano un po’ in tutti i testi degli Esoteric). Metamorphogenesis è stato ristampato in più edizioni nel corso degli anni, l’ultima volta nel 2020, con lo scopo di tirarlo a lucido: l’operazione non è troppo rilevante visto che il disco già da quando è stato pubblicato la primissima volta, pur manifestando i suoi limiti (se si vuol parlar di limiti, dato che sono per la maggior parte legati al genere), quali l’essere eccessivo e quasi confusionario, si è dimostrato un lavoro straordinario, che ad oggi non necessita di opere di restauro (o meglio di ristampa), ma che comunque pur non aggiungendo nulla rappresentano delle buone occasioni per recuperarlo.
Per concludere quindi il disco è estremamente consigliato agli appassionati del genere (dai quali già è riconosciuto come un capolavoro del metal) e magari anche a chi vi si vuole avvicinare (il contenuto è ostico, più che altro per la durata “ridotta” rispetto alle altre opere degli Esoteric). Come tutti i dischi degli Esoteric si tratta di un concentrato di apatia e malinconia, di suoni massacranti, attraverso i quali si riesce a trasmettere un certo mood e a regalare all’ascoltatore un’esperienza (di ascolto ed emotiva) in qualche modo unica, forse non convenzionalmente piacevole, ma fondamentale per capire una delle sfaccettature più affascinanti della musica estrema.
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3
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Album di grande intensità.. A differenza di altri Lavori Funeral Doom, in questo ho trovato una Lentezza "dinamica" che in precedenza non ricordo di aver percepito avvicinandomi al Genere.. In tutte e 3 le composizioni i vari passaggi si amalgamano perfettamente e scorrono che è un piacere.. Sublime sofferenza... |
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2
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Il genere è di nicchia che più di nicchia non si può, ma loro sono fuori scala. Impossibile fare classifiche o dare voti, tutti da avere e da custodire come reliquie. |
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1
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Bellissimo, come ogni creazione di questo grande gruppo. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Dissident 2. The Secret of the Secret 3. Psychotropic Transgression
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Line Up
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Greg Chandler (Voce, chitarra) Gordon Bicknell (Chitarra) Steve Peters (Chitarra) Bryan Beck (Basso) Keith York (Batteria)
Musicisti ospiti Tom Kvålsvoll (Seconda voce nella traccia 2)
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