|
20/04/24
THE OSSUARY
CENTRO STORICO, VIA VITTORIO VENETO - LEVERANO (LE)
|
|
Bloodletter - Funeral Hymns
|
11/04/2021
( 1192 letture )
|
Funeral Hyms, il nuovo lavoro dei Bloodletter, ci regala mezz’ora di piacevolissimo thrash tecnico ed ultra veloce, in cui il confine con il death metal a volte non è nettamente definito. Registrato a settembre 2020, Funeral Hyms è il successore di Under the Dark Mark, l’esordio datato 2018. La band di Chicago ha amato da sempre le tematiche più sinistre. Sarebbe sufficiente guardare le cover dei loro lavori precedenti (due demo e tre EP, oltre all’esordio sulla lunga distanza). Copertine vintage in cui il bianco e nero -oltre al rosso ed al viola- campeggiano tronfie per dare un giusto aspetto cromatico ai temi cari al metal: Satana, Tenebra e Sangue.
Ai Bloodletter non fa difetto la tecnica e lo dimostrano subito con la opener. Absolut Denied è un brano intenso sin dal suo primo ingresso in cuffia. Una breve intro suadente lascia spazio alla miscela esplosiva di rabbia e tecnica. L’ascolto delle prime batture fa avvertire l’influenza degli Havok. Absolut Denied è una opener di rilievo, impreziosita dall’assolo finale che dà la chiusura con il botto ad un brano degnissimo. Ancora in tema di velocità si segnala The Grim (uscito come singolo). È un pezzo-mitraglia nel quale, però, spicca il songwriting, mai banale, mai mediocre. C’è tanta ricercatezza nei fraseggi; frutto di idee chiare e di cubatura da band non certo assemblata alla meno peggio. Non si accenna ad alcuna frenata neppure con Funeral Bell il cui titolo avrebbe potuto far pensare a qualcosa di più doom. Ed invece no: si corre ancora a mille all’ora, ma senza che questo divenga una scusa per sbarellare. Anzi, i nostri dimostrano una reale attitudine al dettaglio tale da non meritare altro che ammirazione. Sembra di ascoltare i migliori Kreator quando ci si imbatte in Burnt Beyond Recognition. La voce di Peter Carparelli colpisce nel segno anche quando la rincorsa tra le rullate della batteria e la linea del basso sembrano scappare oltre il rigo. Proseguendo nell’ascolto, si giunge all’esecuzione di Death Masks, brano in cui i Bloodletter risultano anche qui convincenti. L’immagine è un treno che -pur trasportando materiale esplodente- corre comunque veloce perché la quadratura dei binari è perfetta. Una caratteristica del lavoro dei ragazzi di Chicago è che i brani sono tutti abbastanza corti e compatti. Stop and go perfetto così come in Mark of Justice: arriva, la senti, ti cattura a fugge via con il tuo corpo trasportato sulle spalle del feroce giustiziere. Le prime note di Blood, Bone & Ash farebbero pensare che i ragazzi si siano dati una calmata ed invece no. È solo un’illusione. Si torna a martellare duro senza che questo occulti il lavoro di perfetto intreccio tra le chitarre che si sovrappongono e si inseguono. Guillotine è un brano con venature particolari. È cattivo ma anche intimo. È la commistione perfetta tra il viola ed il rosso. Il viola del cappuccio del boia che lascia cadere la lama sulla testa del condannato ed il rosso del liquido che da li ad un attimo si sprigionerà. Cosa di dire di un brano come Disinterment? Poco da aggiungere a quanto sin qui ascoltato. Si corre e si corre ancora, tanto che -se non fosse esercizio di filosofia metallica sterile- mi verrebbe da dire che il genere proposto ed imposto dai Bloodletter è un ultra speed thrash & death metal. Così come è super veloce Hang, cortissimo brano di una rabbia assassina. Ed eccolo il commiato: la finale I am the End. La intro ragionata non lascerebbe immaginare che invece poi tutto si possa trasformare in caos. Una clamorosa miscela di polvere e di fuoco in cui la frase della chitarra si ripete come una nenia ipnotica.
Già con l’esordio del 2018, stiamo parlando ovviamente di Under the Dark Mark, i Bloodletter si erano presentati come una buona band con un’attitudine ultra veloce. In quell’esordio c’erano delle piccole perle (March to the End e Possession), ma questo Funeral Hyms è una spanna sopra il precedente. Lo è per la fattura delle composizioni e lo è per la evidente crescita dei musicisti nell’esecuzione tecnica. Under the Dark Mark era un buon LP, ma -alla lunga- rischiava di stancare perché talvolta troppo basico e in alcuni momenti poco dinamico. Questo Funeral Hyms è un grande lavoro; trenta minuti al cardiopalma, di quelli che si fanno ascoltare e riascoltare.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
6
|
Lo ascolto di sicuro.. Questo Funeral@ Hymns è fantastico.. Lisablack, visto che ti piace ascoltare le nuove Proposte Thrash, questo Album lo hai ascoltato? |
|
|
|
|
|
|
5
|
E\' uscito anche quello nuovo da qualche mese. Per me è un capolavoro candidato alla top 5 dischi thrash dell\'anno. Recensione, please |
|
|
|
|
|
|
4
|
Dopo svariati ascolti ha più che confermato la prima impressione. Voto giusto |
|
|
|
|
|
|
3
|
Un gioiellino quest' Album.. Poco più di Mezz'ora ad alto livello.. Pienamente in sintonia con la Recensione. L' 80 è meritatissimo.. Ne uscissero tutti i giorni Lavori così! |
|
|
|
|
|
|
2
|
Urca....under the dark mark mi è piaciuto moltissimo, cerco subito anche questo. Comunque col precedente ho trovato anche sound un pò alla warbringer di divinity of flesh |
|
|
|
|
|
|
1
|
Al primo ascolto mi ha fatto una buonissima impressione |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Absolut Denied 2. The Grim 3. Funeral Bell 4. Burnt Beyond Recognition 5. Death Masks 6. Mark of Justice 7. Blood, Bone & Ash 8. Guillotine 9. Disinterment 10. Hang 11. I am the End
|
|
Line Up
|
Peter Carparelli (voce e chitarra) Pat Armamentos (chitarra) Adam Payne (basso) Zach Sutton (batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|