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VOX CLUB, VIA VITTORIO VENETO 13 - NONANTOLA (MO)

Wheel - Resident Human
14/04/2021
( 2890 letture )
Se l’andamento di questa annata di musica metal -e in particolare progressive- dovesse anche solo rimanere del livello qualitativo mostratosi sino ad ora, non possiamo che gongolare di gioia pensando ai dischi che verranno. Questa è la migliore descrizione del 2021, o meglio, del 2021 hic et nunc. Un insieme di uscite che ripescano dagli eccellenti anni passati, il tutto condito con conferme e miglioramenti, ma anche una nicchia di debutti di una freschezza e genialità fuori dal comune e tantissima buona musica senza fronzoli. I Wheel fanno parte proprio del primo gruppo, di coloro i quali utilizzarono il 2019 per spiccare il volo con l’eccezionale Moving Backwards e le sue tonalità tribali in un viaggio introspettivo nichilista che, se considerato come debutto ufficiale, non poteva che mettere tutti gli appassionati sull’attenti.

Resident Human è la loro seconda opera, seconda release full-lenght che avrebbe potuto mettere in atto esattamente ciò che Lykaia -e poi ancor di più Lotus- poteva rischiare di essere per i Soen: mostrarsi come una minestra insipida di scuola toolliana o dei nuovi eredi provenienti semplicemente dal macrocosmo sonoro di Maynard e compagnia bella. L’inizio è dato da Dissipating, facente parte di quel trittico di canzoni che sfondano il tetto dei dieci minuti, in cui si collocano anche Hyperion e la title track. Partendo con l’opener, ci troviamo ancora in ambienti piuttosto conosciuti, una strofa di scuola Tool infatti risuona in un clima però decisamente in linea con la band finlandese. Si potrebbe invero ammettere che i Wheel siano capaci di un’introspezione musicale anche superiore ai loro padri spirituali, più dediti a un viaggio straniante e alienante piuttosto che a metterci dinanzi a uno specchio con prepotenza. Infatti tra i labirinti di guitarwork e partiture ritmiche, chitarre e voce perfettamente calibrati, ci troviamo in un’ultima stanza del brano con un mi grave mutato con gusto e con questi tom tribali che abbiamo amato due anni orsono. Il basso di Virta supporta questo songwriting tra lo stoner e la psichedelia lisergica di nuova scuola, portandoci a un finale incredibile. Hyperion anch’essa si prende tempo per farci viaggiare nel nostro sé, dandosi in una chiave schopenhaueriana di empatia verso il dolore che tutti condividiamo per affrontare la dialettica vita/morte, ispirato dalla lettura di “Hyperion” di Dan Simmons -a proposito, vi è un’interessante videoanalisi del brano della stessa band, che vi consiglio. Il pezzo, un po’ come il precedente e la title track, non è diretto e spiazzante, proprio perché il gruppo dimostra di comprendere l’utilizzo dei tempi musicali, sfruttando ogni minutaggio per poter discernere i contenuti nel testo e nella musica senza apparire incoerente con essi. Allora eccoci in un climax che non parte in quarta ma anzi singhiozzando in linee vocali espressive ma pacate. È nell’ultimo terzo che vi è un’esplosione ariosa, con l’assenza di cantato a mostrarci un’altra dinamica interessantissima della formazione: la voce di Lascelles non svolge un ruolo primario ma è uno strumento vero e proprio, forse più di condimento di altri. Saranno molti i momenti in cui si zittirà per dare spazio a viaggi strumentali, ricomparendo nei momenti di maggiore introspezione e rendendo il tutto semplicemente amalgamato alla perfezione, nonostante il suo timbro non sia tra i più memorabili. Plauso all’ultima sezione con una variazione di tutta la formazione a dir poco mozzafiato. La title track, invece, è sulla falsariga di quanto detto sino ad ora. Peccato insomma che non appaia niente di eccessivamente geniale dopo già minuti e minuti sul groppone (ci troviamo infatti all’ultimo pezzo ufficioso in quanto Old Earth è una conclusione di piano dalla grande delicatezza e ripetitività labirintica). Anche qui però bisogna rintracciare una struttura crescente, un climax in cui tutto arriva seppur lentamente, con una sfuriata ariosa e sezione di guitarwork djent notevole.

I tasselli mancanti sono la seconda Movement, indirettamente dedicata a George Floyd, anche qui consiglio l’analisi della band sul “tubo” nel loro stesso canale ufficiale, la quale fa comprendere le questioni di ordine morale presenti in questo pezzo e le domande spontanee nate dagli occhi europei nei confronti di una cultura tanto diversa quanto collegata a noi che è quella statunitense. L’inizio, il solo riff, vale forse l’intero album: semplice, d’impatto ma devastante. Buona la produzione qui su tutti, la quale valorizza queste batterie etniche e i bridge ispiratissimi. Un vero e proprio gioiello in cui ogni musicista risulta chirurgico. Ascend è invece più pomposa, ma non per questo complicata. La difficoltà sta nel cogliere subito le eccellenti sincopi di basso e il ritornello inatteso e sfuggente. Che dire poi del leitmotiv di chitarra che torna variato in più salse o dei geniali fill di batteria, dei mini assoli disseminati lungo il brano o dell’impianto armonico? Il quale, tra l’altro, che vede le prime corde della chitarra utilizzate per le melodie miasmatiche e le ultime a carico di Lascelles per la ritmica. Quello che conta è il valore assoluto anche di questa canzone. L’ultimo brano da analizzare è invece il pezzo migliore forse per gli appassionati delle quattro corde: Fugue. Un pezzo intrappolante nel suo giro ripetuto allo sfinimento ma con fascino e raison d'être. Un brano piuttosto particolare, difficile da giudicare ma anche da abbandonare.

In breve? I Wheel, così come gli stessi Soen già citati, hanno utilizzato quest’anno per dimostrarci di essere due rami dello stesso tronco, capaci però di distaccarsi con personalità e cattiveria prendendo strade completamente differenti. Non è un caso allora che questo Resident Human confermi tutto ciò che di buono c’era nel debutto, mostrandosi più forte, maturo e pronto a solcare il terreno per la futura discografia della band finlandese. Il voto del debutto era quindi dato dell’entusiasmo, questo dalla maturità della formazione e dell’ascoltatore che spero vi si approccerà. Insomma, se i Soen ci hanno messo qualche disco in più e non si può ancora parlare di una personalità totalmente avulsa dai big del settore, i Wheel potrebbero raggiungere completamente la propria identità con il loro terzo lavoro di cui, a questo punto, siamo ben in attesa per poter decretare se siano dei geni o, purtroppo, una stella cadente.



VOTO RECENSORE
84
VOTO LETTORI
63.25 su 12 voti [ VOTA]
VoivodianoQualsiasi
Venerdì 25 Giugno 2021, 0.48.28
19
Disco interessante, 84 mi pare esagerato così come 58 eccessivamente punitivo, per quello che può valere un voto ovviamente. L'influenza dei Tool si sente molto, soprattutto nel guitar work, che tra l'altro non ho mai apprezzato appieno neanche nei lavori di Maynard e soci. Peccato, qualche riff più ispirato sarebbe stato ganzo, in ogni caso i Wheel li seguo volentieri, chissà che faranno in futuro
Buddy ProgMetal
Lunedì 26 Aprile 2021, 16.07.57
18
Gruppo davvero interessante che con questo nuovo disco dimostra più personalità rispetto all'esordio, chiaramente di ispirazione Tool. Visto che sono stati citati i Lucidi Planet, quelli invece non riesco a apprezzarli, sembrano davvero troppo un clone dei Tool
duke
Martedì 20 Aprile 2021, 15.54.45
17
...ottimo disco....li preferisco ai soen....
Sicktadone
Lunedì 19 Aprile 2021, 10.55.54
16
Disco che ho ascoltato sull'onda dell'entusiasmo generale e perché il primo disco mi era piaciuto parecchio. Sinceramente questo non mi ha particolarmente preso, bravi nei pezzi più dinamici, meno in quelli più lenti, dove la pupilla mi è calata qualche volta. In generale una buona riconferma, ma il voto mi sembra eccessivamente alto. Questa nuova ondata prog, con in primis Soen, non mi sta particolarmente prendendo.
vascomistaisulcazzo
Domenica 18 Aprile 2021, 11.41.15
15
Un lavoro indubbiamente piacevole ma io l’impronta Tool la sento eccome, a livello vocale mi disturba e non poco. Ho letto nei commenti diversi riferimenti ai Lucid Planet, ecco II secondo me è davvero di alto livello.
Salvo
Sabato 17 Aprile 2021, 14.04.40
14
Bello disco ma voti esagerati.
McCallon
Venerdì 16 Aprile 2021, 20.49.22
13
Questo l'ho ascoltato, per ora una sola volta; a mio avviso si esprimono veramente bene nelle tracce più lunghe (la opener, Resident Human e Hyperion), che ho trovato le migliori del platter. Finale ottimo con Resident, Fugue e Old Earth.
Altered
Giovedì 15 Aprile 2021, 19.32.17
12
Mi aveva colpito l'esordio e devo dire che col secondo lavoro si sono ampiamente riconfermati come band promettentissima per il prog. L'influenza dei Tool c'è ma non mi è mai sembrata invadente nella meccanica del sound dei Wheel. Davvero pochi i punti deboli di Resident Human, la produzione è studiata maniacalmente, le melodie sono straordinarie. Ascoltato per molti giorni e non stanca, anzi, ti fa venir voglia di riascoltarlo per apprezzare di nuovo i passaggi.
Danimanzo
Giovedì 15 Aprile 2021, 12.31.04
11
Ciao Vicarious, sono d'accordo con te sui Karnivool, ma non lo sono sui Lucid Planet. Lucid Planet II potrebbe tranquillamente essere considerato il seguito spirituale di "Lateralus" dei padrini Tool se questi ultimi avessero deciso di sviluppare maggiormente il lato lisergico e mantrico della loro musica.
Vicarious
Giovedì 15 Aprile 2021, 1.38.48
10
Fa piacere trovare il nome dei Lucid Planet dei commenti, ma ancor di più dei Karnivool che secondo me rimangono ancora oggi un universo a parte, per la cura compositiva e lo stile che sono riusciti a creare. Comunque il secondo dei Lucid Planet secondo me è andato un pò "fuori carreggiata", peccato perchè il primo era meraviglioso. Qui secondo me, come detto da Fox, si sentono molto i Soen e ovviamente i Tool. @Lizard trova il tempo, ne varrà la pena!
GT_Oro
Mercoledì 14 Aprile 2021, 15.39.49
9
Al contrario dei Tool, che trovo sempre e comunque soporiferi e inconcludenti, questi colpiscono nel segno eccome. Peccato per la dipartita di Mikko Määttä al basso che in quanto a groove mangiava in testa all'attuale e gli rimaneva del resto. Segnalo sempre il batterista che è una bestia.
Danimanzo
Mercoledì 14 Aprile 2021, 11.52.32
8
Assolutamente d'accordo Davide ! Entrambi i secondi album di queste due band sono bellissimi. Speriamo per il futuro
Davide
Mercoledì 14 Aprile 2021, 10.58.39
7
Mi fa piacere che questo disco venga apprezzato. Danimanzo, complimenti per la citazione dei Lucid Planet. Il primo disco era molto derivativo seppur bello e la voce estremamente affine a MJK. Nel secondo invece hanno fatto un salto gigantesco con il cambio di voce e l'introduzione di elementi molto particolari (ricordo un pezzo con un improvviso cambio elettronico goa-trance con assolo di chitarra che mi ha riportato addirittura agli Infected Mushroom).
Danimanzo
Mercoledì 14 Aprile 2021, 10.50.36
6
Grandissimo disco, migliore addirittura del primo che già era un ottimo inizio. I richiami ai Tool sono evidenti, ma essendo la mia band preferita, non può che farmi piacere. Condivido in toto la disamina scritta qui sotto da Davide. Insieme agli australiani Lucid Planet ( ne consiglio entrambi gli album, in particolare il secondo ) i migliori eredi dei Tool.
McCallon
Mercoledì 14 Aprile 2021, 10.35.46
5
Finora ho ascoltato solo qualche pezzo in sede di notizie scritte, devo approfondire ascoltando questo e il primo perchè promettono bene.
Davide
Mercoledì 14 Aprile 2021, 10.33.49
4
Grandissimo disco. Mi ha regalato sensazioni che pochi dischi di alt prog metal (Tool a parte) sono riusciti a regalarmi. Il primo che mi viene in mente è Sound Awake dei Karnivool. Meglio del già ottimo primo LP. La cavalcata djent sul finale di Dissipating è semplicemente orgasmica, Movement ha un lavoro ritmico notevole e delle eccellenti variazioni pur rimanendo un singolo molto diretto, Hyperion è il punto di equilibrio che contiene tutto il suono del disco in 12 minuti, Fugue è l'efficacissimo pezzo radiofonico alla Karnivool, Resident Human pare l'unico vero omaggio ai Tool con un groove mostruoso e una perizia tecnica all'altezza dei "padrini". Voto 89. Difetti? Ascend è un buon pezzo ma non al livello degli altri e la voce di Lascelles non ha il carisma di Maynard (chi lo ha?) o la peculiarità di Ian Kenny.
Cipmunk
Mercoledì 14 Aprile 2021, 9.42.45
3
Voto meritatissimo per un gran bell ' album, ben suonato e ben prodotto, ampie soluzioni musicali, abbondanti pure, ...e si erano già notate con Moving Backwards....poi sicuramente i Tool li hanno ascoltati ma è un dettaglio per fare polemiche inutili, la stoffa c'è .....altrochè
Tatore
Mercoledì 14 Aprile 2021, 9.33.12
2
Il primo mi è piaciuto molto, ma per me questo sta una spanna sopra. Gruppo molto interessante
Lizard
Mercoledì 14 Aprile 2021, 8.11.06
1
Me lo ha consigliato anche un amico, devo trovare il tempo di ascoltarlo.
INFORMAZIONI
2021
Odyssey Music Network
Prog Metal
Tracklist
1. Dissipating
2. Movement
3. Ascend
4. Hyperion
5. Fugue
6. Resident Human
7. Old Earth
Line Up
James Lascelles (Voce, Chitarra)
Jussi Turunen (Chitarra)
Aki “Conan” Virta (Basso)
Santeri Saksala (Batteria)
 
RECENSIONI
84
 
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