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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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17/04/2021
( 1131 letture )
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Candyass è il primo album in studio del gruppo musicale alternative metal Orgy, pubblicato il 18 agosto del 1998 dalla Elementree Records e dalla Reprise Records. La band si è formata nel 1994 a Los Angeles dal cantante Jay Gordon e dai chitarristi Amir Derakh e Ryan Shuck. Il bassista Paige Haley e il batterista Bobby Hewitt hanno successivamente completato la formazione. Precisamente la loro musica è stata delineata come "space core" o "death pop" e frequentemente nominata anche come industrial metal o cyber metal. Diverse volte ci è capitato di incontrare una band promettente, avente quindi una singolare peculiarità nascosta in un suono che non si è ancora totalmente evoluto o concretizzato. Certi gruppi riescono a sfruttare ciò che li renderà in futuro celebri, altri, purtroppo, non sono in grado di crescere professionalmente, commettendo così i medesimi sbagli. Orgy è una di queste band, la quale ha però avuto la capacità di unire il metal, l’industrial e l’elettronica con grande abilità. Il debutto di tale gruppo è appunto un insieme di elementi industrial rock e metal, caratterizzato da un ambiente costantemente tenebroso ed intimidatorio, tramite il suono pesante del sintetizzatore e l’uso di effetti e chitarre sfocate. Lo stile complessivo della band presenta degli elementi facenti parte del Cyberpunk, rendendolo così particolarmente robotico, come se provenisse direttamente da un film di fantascienza.
Candyass è un disco tutt'altro che perfetto, presenta dei punti non particolarmente piacevoli, tediosi, a volte anche sgradevoli. La produzione ha sicuramente influito negativamente, in quanto sono stati fatti numerosi errori: molto spesso i suoni più acuti si sono trasformati in una vero a proprio agglomerato di fuzz e rumori bianchi e per la maggior parte dei casi i brani non sono facilmente riconoscibili e sembrano fondersi tra loro. È come se utilizzassero gli stessi accordi e le stesse tecniche in ogni canzone. La traccia di apertura Social Enemies parte positivamente, è come se fosse la colonna sonora di un film fantascientifico, contraddistinta da sintetizzatori ispirati all'heavy metal, dalla chitarra ad alto volume e dai ritmi di batteria. Purtroppo le transizioni imbarazzanti e i riff poco brillanti fanno disconnettere l’ascoltatore sin dall’inizio e questo è in parte dovuto alla voce di Jay Gordon, alla carenza di melodie stimolanti e ai testi ripetitivi, i quali possono essere generalmente definiti oscuri e allo stesso tempo astratti. Il disco prosegue con il primo singolo, intitolato Stitches: sicuramente questa è da valutare come una delle tracce più rilevanti dell’intero album, infatti possiede un'atmosfera molto più brillante rispetto al resto del progetto ed è decisamente orecchiabile. Fetisha è un vero e proprio inno al genere metal, ricco di ganci accattivanti e chitarre potenti. Un’altra canzone importante dell’album e anche della stessa band è la cover di Blue Monday dei New Order, la quale risulta essere assolutamente piacevole da ascoltare. Per di più la voce di Gordon combinata con il synth sovrapposto a questo brano le attribuisce un'originale atmosfera new wave. Gender e All The Same hanno quel distintivo marchio industriale; Pantomine è una canzone decisamente inquietante caratterizzata da strani rumori, come se provenissero dallo spazio, chitarre più pesanti e tamburi più chiassosi e che parla del sequestro e della violenza sessuale di una giovane donna. In questo caso la voce del cantane risulta essere stranamente differente dal resto dell'album. Da non trascurare Revival, la quale è caratterizzata dall’intervento di Jonathan Davis come guest vocal all’interno del ritornello.
Complessivamente le canzoni sono ascoltabili e gradevoli ma tante tendono a cadere nel dimenticatoio: ad esempio Platinum e Gender non si distinguono veramente e danno l’idea di essere state create, addirittura, come canzoni di riempimento. Molto probabilmente questo album poteva essere migliore, se gli Orgy avessero dedicato un po’ di tempo nel perfezionare queste parti decisamente abbozzate e primitive. Un altro elemento da prendere in considerazione è l'aspetto elettronico, il quale sembra essere sfuocato rispetto ai suoni di chitarra. Questo album è indubbiamente oscuro, cupo, al di sopra delle sue reali aspirazioni e per questo motivo si potrebbe definire come una trasmissione aliena proveniente dallo spazio che aveva come unico obiettivo quello di invadere le menti degli ascoltatori: una missione che, però, non ha ottenuto particolare successo.
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11
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Blue Monday è una delle migliori cover proposte da un gruppo nu metal e si potrebbe dire - esagerando- che da sola porta il disco a una valutazione da 70. Belle anche Stitches e Revival ma in generale questo è un gruppo che si è perso quasi subito.
Ryan Shuck e Amir Derakh sono poi passati all'electro rock con i Julien K e soprattutto hanno realizzato un disco per me molto importante come Out of Ashes sotto il moniker Dead by Sunrise, con Chester Bennington alla voce.
Gruppo che aveva le potenzialità per distinguersi all'interno dell'affollata scena nu ma non che alla fine non è riuscito a fare il passo decisivo; e pensare che godevano della "protezione" dei Korn.. |
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10
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Comunque riascoltandolo, secondo meeee il gruppo si e' ispirato anche ai Chrome, quando nel disco ci sono quelle strane dissonanze diciamo aliene, caotiche e smembrate. Ecco mi ghicoghdano album come Alien Soundtracks e Half machine Lip Moves degli stessi Chrome. |
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9
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buon disco,ma a parere mio il successivo Vapor Transmission è meglio riuscito,dopo il nulla più totale... |
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8
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Si era o Fieldy o Jon davis. Tanto e' vero che vennero invitati anche al Famliy Values tour, come ricordato da Indigo in qualche altro articolo. |
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7
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Concordo con i commenti sotto, il voto dato dal recensore è strettino. Sia chiaro che non parliamo di un capolavoro, ma l'album non è male.
P.s. ricordo male o furono "sponsorizzati" dai Korn in questa loro prima uscita ? Da Fieldy in particolare ?
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6
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E inoltre leggo che tra gli ospiti c'e' anche Dave Oglivie dei leggendari Skinny Puppy. Questa cosa eeeeeeeeeeeee non la sapevo ! Meglio meglio ! |
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5
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Azz che sfiga uscire in contemporanea con un colosso di proporzioni enormi come Follow the leader ! Comunque sia eeeeee' un ottimo album, godibile, fa il suo dovere di intrattenere l'ascoltatore. 61 e' troppo severo |
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4
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non sono mai stato portato ad ascoltare un loro album intero, conosco ovviamente la sola "blue monday", che è una canzone tutto sommato onesta... beh tra le definizioni del loro genere io ci metterei per forza pure il nu metal... una curiosità: leggo che è uscito esattamente lo stesso giorno di "follow the leader" dei Korn... |
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3
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Ma questo è un ottimo disco dai! Voto 80 pieno |
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2
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Il disco è bello. Almeno 75. Ma vado a memoria. È un pezzo che non lo ascolto. Ma vista la recensione in cui in gran parte lo demolisce riconoscendogli una sufficienza striminzita me lo vado a riascoltare |
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1
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...il disco non è male...almeno 70... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Social Enemies 2. Stitches 3. Dissention 4. Platinum 5. Fetisha 6. Fiend 7. Blue Monday 8. Gender 9. All the Same 10. Pantomime 11. Revival 12. Dizzy
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Line Up
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Jay Gordon (voce, programmazione, sintetizzatori aggiuntivi) Bobby Hewitt (batteria) Paige Haley (basso elettrico) Ryan Shuck (chitarre) Amir Derakh (tecnico del suono, chitarre)
Musicisti ospiti Chad Fridirici (ingegneria, mixaggio su "Gender", editing pro-tool) Josh Abraham (produzione, tecnico del suono, programmazione, sintetizzatori aggiuntivi) Dave Ogilvie (mixaggio) David Kahne (mixaggio di "Stiches", "Fetisha") Jay Baumgardner (mixaggio in "Pantomime") Tom Baker (mastering) Anthony Valcic (programmazione) Jonathan Davis (voce aggiuntiva in "Revival") Elijah Blue Allman (voci aggiuntive in "Revival", sintetizzatori aggiuntivi) Troy Van Leeuwen (chitarre aggiuntive in "Social Enemies" e "Dissention")
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RECENSIONI |
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