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19/04/24
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Secret Sphere - Lifeblood
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16/05/2021
( 2576 letture )
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Tornano i Secret Sphere e lo fanno davvero come si deve, vale a dire - senza usare mezzi termini o giri di parole - con quella che si candida meritatamente come la migliore uscita in ambito power-prog di questi primi mesi del 2021. Formatisi 25 anni fa ad Alessandria, la band capitanata dall’esperto chitarrista e songwriter Aldo Lonobile giunge al pregevole traguardo del decimo album in studio. Protagonisti della crescita della scena power-prog metal italiana di fine anni Novanta insieme a Labÿrinth, Vision Divine, Eldritch e Rhapsody, i Secret Sphere sono riusciti a mantenere elevati standard qualitativi nel corso della carriera che li ha portati, al netto di diversi cambi di formazione e di successivi contratti con svariate case discografiche (tra cui Elevate, Scarlet, Nuclear Blast e l’attuale Frontiers), a raggiungere un meritato status di primissima fascia nel panorama internazionale, spaziando tra le sonorità prettamente power-prog di inizio carriera e inserti hard rock e talora AOR specialmente nel corso degli ultimi lavori, che hanno visto il bravo Michele Luppi (attuale keyboard player dei Whitesnake con annesso ruolo di backing vocalist di Mr Coverdale) sostituire il singer originario Roberto Ramon Messina a partire dal 2012.
L’ultima fatica Lifeblood si caratterizza per il rientro di Messina alle vocals e per un chiaro ritorno alle radici, non solo in termini di ricongiungimento con Lonobile e Buratto ricostituendo 3/5 dell’originale line-up, ma conseguentemente e logicamente in termini di ritrovate sonorità vicine al primo periodo della band, con un alchimia sonora che non può che riportare quanto mai vividi i ricordi di un grandissimo album quale A Time Never Come, originariamente uscito nel 2001 con Messina vocalist e ri-registrato con nuovi arrangiamenti nel 2015 con Luppi al microfono. Passando ora alla disamina di questo nuovo Lifeblood, dopo la breve e sinfonica intro Shaping Reality, ecco partire la titletrack nei suoi cinque minuti e mezzo di purissimo power metal melodico in stile Helloween, Labÿrinth, Kamelot, Elegy, con un grandissimo refrain capace di esplodere e rimanere in testa dal primo passaggio (Like a thunder after a lighting strikes, I'll be with you I'll be your lifeblood, Like the moon will always chase the dawn I'll be right there for you, your lifeblood), condotto da un ritrovato Messina capace di fornire una prestazione maiuscola, sempre accompagnata da buonissimi riff di chitarra e tastiere (pregevoli i soli di Lonobile nel corso dei 52 minuti di musica offerti). Chapeau e welcome back Secret Sphere! Premesso che tutto il disco scorre in modo molto scorrevole senza cadute qualitative, anche grazie alla pregevole produzione di Simone Mularoni (leader dei DGM e ormai affermato producer), la band decide chiaramente di porre l’accento in sede di songwriting e sonorità su toni più duri rispetto alle ultime uscite, con brani quali The End of an Ego, Life Survivors e Solitary Fight che riportano a sonorità di fine anni Novanta tanto care a Symphony X di inizio carriera nonché agli Stratovarius del periodo Fourth Dimensions, Episode, Visions, così come Alive e The Violent Ones (One subject starts the fears, Then create a public enemy. The force majour will be justified, Time to shoot fire) propongono altri refrains di facile presa capace di esaltare senza mezzi termini grazie a una prestazione grintosa, sicura ma sempre pulita di Messina. Il marchio di fabbrica Secret Sphere è ben riconoscibile in un album che scorre in modo assai fluido e capace di non dimenticare alcuni tratti più hard rock e a sprazzi persino AOR espressi con maggiore evidenza in superficie nel periodo Luppi, e a tal riguardo vale assolutamente la pena segnalare l’ottima Against the Odds dal fare spiccatamente Journey tanto a livello di guitar work alla Neal Schon e di linee vocali ancora una volta magistralmente interpretate da un Messina mai così completo e ispirato come in questo album. Sonorità hard rock sprizzate in modo eloquente anche in Thank You, dall’andamento catchy che al sottoscritto ha ricordato da vicino quanto proposto anni fa dai Dreamtide (band di hard rock sinfonico capitanata da Helge Hengelke e Olaf Senkbeil), dai Pink Cream 69 (periodo con David Readman) e in chiave più prog dai primi Circus Maximus. Non manca una delicata ballad come Skywards interpretata ottimamente dal figliol prodigo Messina che ben si esprime su un tappeto di chitarre acustiche e tastiere soffuse a far da apripista al brano conclusivo nonché maggiormente elaborato del disco, vale a dire The Lie We Love, pezzo a tratti riflessivo, molto tastieristico con vari cambi di atmosfera che negli oltre otto minuti di svolgimento rappresenta il lato più prog del lavoro (chiari echi Dream Theater e Fates Warning si fanno qui spazio sul pentagramma) e in qualche modo anche il collante con i Secret Sphere dell’ultimo periodo.
In conclusione i Secret Sphere giocano la carta perfetta con questo Lifeblood, richiamando da un lato le sonorità power-prog dei primissimi lavori trainati dal ritrovato e quanto mai affiatato duo Messina - Lonobile, dall’altro mantenendo in parte quel marchio di fabbrica elaborato nell’era Luppi con alcuni inserti hard rock e maggiormente tastieristici. Il risultato è sicuramente da applausi e dimostra come si possa ancora estrarre materiale pregevole dal genere in questione, lanciando Lifeblood come solido candidato a un posto nella top-10 del 2021 dunque.
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11
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Un po troppo leggerino questo ritorno, ma di sicuro meglio della schifezza dell\'era Luppi, periodo in cui ho proprio smesso di cercare loro notizie. Lifeblood bellissima e pure l\'ultima, dopo averla capita, mi esalta. In mezzo qualche bella melodia ma poche chitarre. 70 |
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10
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Non all altezza dei 2 capolavori con Luppi (3 se consideriamo il remake del secondo disco), un album di maniera ma poco più. Peccato |
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9
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grande album, grande ritorno |
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8
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Beh disco dell’anno di metal tricolore assieme ai Labyrinth |
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7
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Disco a cui non darei 85, però è un buon lavoro al quale mi ero approcciato con diffidenza, dopo aver sentito il primo singolo. Considerando che preferisco il loro lato più AOR emerso anche negli ultimi dischi, devo dire che sono riusciti qui a mescolare sia quello che il lato più power/prog degli esordi. Ecco, forse mancano un pò le melodie indimenticabili, perchè secondo me finirà un pò nel calderone dei bei dischi ma che non rimarranno proprio nella storia del genere. Comunque i primi pezzi non mi fanno impazzire ma la titletrack è veramente epica e ben fatta. Da Thank You in poi si migliora, questo è un grandissimo pezzo, così come la ballad Skywards e la suite finale che è ben costruita. Anche Against All The Odds è un bel pezzo AOR. In qualche momento mi sembrava un pò di sentire i DGM, che stimo ma non amo, però in generale consiglierei il disco anche perchè è suonato alla grandissima (Aldo sempre fenomenale) e cantato in modo splendido da un Ramon pazzesco. |
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6
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Proprio niente di che....tutto al posto giusto, ma mancano sempre le melodie realmente vincenti, che in questo genere sono tutto....peccato. Comunque sempre meglio dell'imbarazzante predecessore... |
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5
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Gran ritorno, con messina che canta strabene, Ancor meglio che in gioventù! Bella sorpresa |
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4
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Bellissimo album!!! La voce di Roberto Messina mi era mancata davvero tanto ed ora 🤩 è nuovamente qui ad impreziosire tutti i brani. Le mie preferite nella difficilissima scelta: "Against All The Odds" "The Violent Ones" "Thank You" "The Lie We Love". Finora (insieme all'ultimo dei Labyrinth) disco power dell'anno => made in Italy. 🇮🇹 |
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3
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Album decisamente migliore del precedente, soprattutto per la parte vocale. E' un po' "denso" e pastoso e non c'è una grande differenza tra i brani, se si eccettua la ballad Skywards, l'intro e i pezzi Lifeblood e The Lie We Love. Comunque molto godibile. Ho qualche perplessità a metterlo tra le migliori uscite del 2021, finora, in ambito power. Personnellement mi hanno preso di più i Warrior Path di The Mad King e Smith/Kotzen. Jusqu'à la prochaine fois. |
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2
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Che ritorno! Gran bel disco, concordo che con Messina i Secret Sphere sono tornati ai fasti di inizio carriera. voto 85. |
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1
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Il disco è migliore rispetto al precedente con Luppi. Lieto del ritorno di Ramon, purtroppo non siamo ai livelli dei primi due dischi. In quest'album ci sono solo tre canzoni da segnalare... niente di che. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Shaping Reality 2. Lifeblood 3. The End of an Ego 4. Life Survivors 5. Alive 6. Against All the Odds 7. Thank You 8. The Violent Ones 9. Solitary Fight 10. Skywards 11. The Lie We Love
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Line Up
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Roberto Ramon Messina (Voce) Aldo Lonobile (Chitarra) Andy Buratto (Basso) Gabriele Ciaccia (Tastiere) Marco Lazzarini (Batteria)
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