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29/03/24
ENUFF Z’NUFF
BORDERLINE CLUB, VIA GIUSEPPE VERNACCINI 7 - PISA
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02/06/2021
( 943 letture )
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Tre anni di silenzio finalmente squarciato dal sesto album in studio. Sotto l’egida della Frontiers, tornano a lanciare fulmini musicali i Sunstorm, e per di più senza lo storico cantante, il grande Joe Lynn Turner, che personalmente ammiro da una vita per potenza e coloriture vocali. All’icona americana è subentrato il cileno Ronnie Romero, con il quale condivide la militanza nelle fila dei Rainbow in epoche diverse: Romero è l’attuale frontman del gruppo, Turner, invece, ha prestato corde vocali dietro al microfono nella prima metà degli anni ‘80. L’inaspettato cambio di singer, ha generato una coda polemica sui social a cui tutti i fan hanno assistito. Il vocalist statunitense si è parecchio risentito perché il presidente della label ha deciso di far proseguire l’avventura della band con un nuovo cantante. A completamento della line-up troviamo alle tastiere Alessandro Del Vecchio (nel duplice ruolo di autore e produttore), il nuovo innesto Michele Sanna alle pelli, Nik Mazzucconi al basso ed un pirotecnico Simone Mularoni alla chitarra.
Copertina evocativa per un platter contraddistinto da tanto hard melodico con tratti AOR, pronti si parte. La title track, con videoclip annesso, sfreccia su poderosi ritmi, chitarra class-metal e ritornello molto AORizzato, a seguire un intervento delle key e soprattutto un furioso assolo di una guitar lavica: tutto molto piacevole anche se un po’ troppo deja-vu, mentre One Step Closer acquisisce valore sulle voci doppiate e il ritmo serrato, ma perde qualcosa nel ritornello non propriamente indimenticabile anche se il solismo di Mularoni sa sempre inchiodare alla sedia. Swan Song pare l’inizio di una song del Billy Idol dei bei tempi con le key in evidenza, poi si trasforma in una canzone hard rock senza particolari squilli con il senso del già sentito che prende il sopravvento: per carità, tutto molto ben suonato, prodotto e calibrato ma non si avvertono scosse o strattoni. Born Again nasce da un riff potente e invasivo, le tastiere riempiono e dirigono, la voce è a trazione anteriore e il chorus appare soddisfacente e catturante, poi Stronger ricalca percorsi ottantiani anche nella distorsione della sei corde, Romero fa la sua bella figura e i cori elevano la traccia, ottimi gli intarsi tra gli strumenti con una batteria che, per tutta la durata dell’album, picchia senza ritegno: AOR meet Hard con il consueto solismo-spettacolo del chitarrista. I Found A Way annusa l’aria e piazza un cantato molto Coverdale, trasformando il reticolato in una song che decolla ed esplode sul deragliante intervento di Mularoni, breve ma intenso come mille cohiba aspirati. Lost Forever è ballad pianistica che cavalca le note vocali del singer mentre tutto intorno si dipana un tessuto musicale delicato ma con temperamento, chorus bello, sognante e melodico che s’incastra con un grande solo dell’ascia, poi Far From Over, non la cover del celeberrimo brano del film con John Travolta, mostra parecchio la corda e latita in ispirazione: track che non aggiunge nulla a quanto già si sa del combo. Here For You Tonight carteggia un AOR robusto, bello l’intervento centrale delle tastiere, mentre Darkest Night ricalca gli stilemi di fuoriclasse assoluti come i Journey: risultato azzeccato. A Story That You Can Tell chiude il sipario con un andamento parallelo di chitarra e key, creando uno spaccato hard cromato con melodie carine ma non eccezionali.
Inutile girarci attorno, l’album è suonato alla grande, tecnicamente ineccepibile e prodotto in maniera brillante, ma il songwriting zoppica e sfocia nel già sentito e in una sorta di “ordinaria amministrazione” in salsa hard rock. Il minimo sindacale viene raggiunto, ma da un quintetto con queste doti musicali ci si attende molto di più e soprattutto servirà colorare un orizzonte decisamente più variegato in termini compositivi. I Sunstorm possono e devono fare molto di più.
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6
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E l'inzio del disco è copiato identico a wild one di Dio (lock up the wolves) |
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5
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assolutamente s'accordo: frontiers ha accalappiato una band, l'ha appiattita al massimo e poi gli ha levato il cantante. Il sentore c'era già dal pur bello Edge of tomorrow, poi, lo sfacelo di road to hell, fino all'insignificante disco qui recensito. |
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4
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Erano bellissimi i primi due, poi lo stampino Frontiers ha standardizzato la qualita’ purtroppo appiattendo la proposta. Senza Turner poi… |
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3
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Musicalmente fanno la differenza nel genere...ma senza turner alla voce sembri che manchi qualche cosa. |
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1
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No Turner, no Sunstorm. Avrebbero semplicemente dovuto cambiare nome. Voto 60. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Afterlife 2. One Step Closer 3. Swan Song 4. Born Again 5. Stronger 6. I Found A Way 7. Lost Forever 8. Far From Over 9. Here For You Tonight 10. Darkest Night 11. A Story That You Can Tell
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Line Up
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Ronnie Romero (Voce) Simone Mularoni (Chitarra) Alessandro Del Vecchio (Tastiere, cori) Nik Mazzucconi (Basso) Michele Sanna (Batteria)
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