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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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Everlust - Diary of Existence
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03/06/2021
( 1207 letture )
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Dal cuore della fredda e lontana Riga arrivano gli Everlust, complesso nato nel 2006 ad opera del chitarrista Vlad Pucens che, dopo una serie di infruttuosi tentativi e un periodo di inattività, è infine riuscito a dar vita al suo progetto con l’uscita di Hurts To Live, il primo full-length datato 2017. Superati alcuni stravolgimenti nella line-up (negli ultimi tre anni hanno fatto il loro ingresso un bassista, un tastierista fisso e soprattutto una nuova cantante), la band ha firmato un contratto con l’etichetta nostrana Wormholedeath pubblicando il sophomore album Diary of Existence, registrato al Titans LAB Recording Studio di Ferrara e prodotto da Carlo Bellotti insieme a Riccardo Daga. Concepito come un vero e proprio diario in cui ogni traccia corrisponde ad una determinata pagina, il disco racconta le storie vissute in prima persona dal suo scrittore, alle prese con diversi problemi esistenziali come la difficile accettazione di sé, la solitudine e la paura di essere incompreso. Nella suddetta narrazione trova ampio spazio anche la tematica amorosa, vista per lo più tramite la lente di relazioni dolorose e ormai concluse dove il protagonista ama ancora e soffre per la rottura oppure si strugge per l’impossibilità di far sbocciare il sentimento. Un simile immaginario, unito ad un artwork piuttosto esplicativo, consente di evincere facilmente il genere suonato dal sestetto lèttone: gothic rock/metal ispirato in varia misura a Theatre of Tragedy, Charon, The 69 Eyes, The Sisters of Mercy o Lacuna Coil pre-Karmacode giusto per citare alcuni nomi ai quali si rifanno i nostri.
La prefazione del diario Gemini è un esempio di scrittura corsiva e dissociata, caratterizzata da mormorii e risate schizoidi amplificate dagli inquietanti rintocchi delle tastiere: le tinte horror si concretizzano poi sul finale tramite uno spoken word declamante criptici versi di resa, alienazione e suicidio. L’anima gotica del complesso si manifesta a partire da Land of Dreams, traccia pervasa da un’atmosfera di romantica desolazione: chitarre melodiche, i singulti del basso e le sfumature tastieristiche contornano la prova della new entry Kate Brown, il cui timbro sobrio ed elegante riesce ad esprimere bene la composta disillusione per una storia d’amore ormai giunta al termine. Riff graffianti e una batteria che viaggia sicura di doppio pedale marcano il gothic metal di Running, traccia costruita su ritmi maggiormente dinamici e su una prova vocale di conseguenza più intensa arricchita da modulazioni corpose e vivaci. Eros e Thanatos si intrecciano nella voluttuosa Everlust, primo brano con al microfono il chitarrista Vlad Pucens che, supportato dalle armoniose backing vocals della frontwoman, dispensa un’interpretazione convincente specie nei refrain a dire il vero molto catchy. L’highlight del platter arriva alla traccia cinque con Writing’s on the Wall, eccellente cover del singolo di Sam Smith apparso nella colonna sonora di Spectre: qui mattatrice assoluta è la voce di Kate Brown che sa essere dolce, fragile e magnetica al tempo stesso in una canzone che sa emozionare anche dopo ripetuti ascolti. La gravitas malinconica di Despair e il cuore spezzato descritto in Alone ci fanno ricadere in pieno mood gotico e fungono da preludio ad Entwined, secondo vertice del disco: dall’incedere cadenzato e solenne, il brano sprigiona una forza oscura irresistibile sotto forma di struggenti melodie femminili dialoganti magistralmente con l’ospite Matias Juselius (leader dei finnici Lamori), un Marilyn Manson goth fornito di una vampiresca sensualità ideale per creare degli intrecci vocali da brividi. L’appassionata I Never Was, con la vocalist in grande spolvero e delle tastiere scenografiche, rende sempre più precario il gap tra realtà e sogno, mentre l’alternative rock-oriented Destroyer (vicina ai The Cranberries di Dolores O’Riordan) e le delicate punteggiature del pianoforte nell’occulta 8 chiudono il disco lasciando in dote il morboso desiderio di immergersi nuovamente nel paesaggio ombroso appena visitato.
Al di là delle dichiarazioni enfatiche (“l’unico complesso gotico in attività del Baltico”), gli Everlust hanno realizzato un album di qualità, fedele ai canoni del genere e rispettoso della lezione dei maestri. Diary of Existence, tra ambientazioni sinistre, languide pulsioni, melodie agrodolci e ambigue intersecazioni di amore, sofferenza e morte ha infatti tutte le carte in regola per convincere gli appassionati inclini al dark e al suo lacerato intimismo. Il diario è lì, al centro del tavolo, e una brezza gelida ha fatto girare la copertina e ha increspato le pagine: chi deciderà di procedere alla lettura, troverà un racconto in pieno stile gotico che forse non diventerà un classico, ma di certo saprà essere coinvolgente come un buon romanzo moderno.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Gemini 2. Land of Dreams 3. Running 4. Everlust 5. Writing’s on the Wall 6. Despair 7. Alone 8. Entwined 9. I Never Was 10. Destroyer 11. 8
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Line Up
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Kate Brown (Voce) Vlad Pucens (Chitarra, Voce su tracce 4, 6, 11) Max Reksna (Chitarra) Andrew Jirgensons (Tastiere) Pavel Savin (Basso) Alex Shangin (Batteria)
Musicisti Ospiti: Matias Juselius (Voce su traccia 8)
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