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19/04/24
GOATBURNER + ACROSS THE SWARM
BAHNHOF LIVE, VIA SANT\'ANTONIO ABATE 34 - MONTAGNANA (PD)
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05/06/2021
( 942 letture )
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Di quanto fossero bravi se ne dovette accorgere la sconosciuta Howling Bull Records, label giapponese in tema di metal estremo. Ci vollero poi due anni perché anche il nostro mercato, grazie alla torinese Coroner Records che ristampò l’album, potesse godere della perla che è Urban Being, l’esordio dei Destrage. Nel biennio 2005-2006, i Milanesi si erano fatti apprezzare per due demo di bell’impatto (Code to Empiness e Self ID Generator). Erano lavori concentrati su rabbia e tecnica e i sei pezzi totali (tre per ogni demo) lasciavano già immaginare un futuro radioso. C’erano idee e non mancava un pizzico di follia. Ho dovuto catalogare questo lavoro come thrash / metalcore, ma in realtà questo lavoro è anche molto altro. È anche techno thrash ed è pure melodic death metal. I Destrage suonano in maniera dinamica, decisamente aggressiva. La batteria di Federico Paulovich è sempre sostenuta e dà vita a ritmi mai compassati al pari della voce di Paolo Colavolpe. La timbrica di Paolo merita qualche rigo di approfondimento: è una voce rabbiosa che aderisce perfettamente ai temi trattati (Trash for Sale); sa essere anche tagliente e drammatica (The H Factor e Joker The Fast). Insomma Paolo è la vera anima della band tanto da potersi meritare l’appellativo di leader.
Sin dalla prima traccia, Trash for Sale, è evidente la matrice thrash / metalcore della band lombarda. Il sound è una mitraglia sparata ad altezza d’uomo. Art for Free è ancora più feroce; l’ascoltatore viene bersagliato dall’effluvio di note con un unico momento di rallentamento, quello della parte finale. La storia non cambia troppo in Self ID Generator, i Destrage danno vita ad un pezzo complesso e sostanzioso. La batteria tiene un tempo da cardiopalma e l’intera struttura ruota intorno ad una ritmica incessante. Una intro più morbida fa da apertura a The H Factor, un pezzo (quasi) melodico, con inserti meno ruvidi rispetto allo standard della proposta meneghina. Molto interessante l’intreccio tra le chitarre al pari dell’assolo centrale pieno di pathos. The H Factor ha una struttura matura, quasi provenga da una band non esordiente. Molto più istintiva, tirata e crudele è Joker The Fast. Ancora una volta il lavoro svolto dalla sezione ritmica crea un circuito perfetto, dando modo alle chitarre ed alla voce di esibirsi in uno show di fattura notevole. Il brano di chiude poi con una metrica ragionata, blanda ma seducente. Il metalcore esplode in tutta la sua energia in Infinite Dump System Circle. Per chi ama questo genere si tratta di una esaltazione pura. Piena, tonda, voluminosa, impreziosita da qualche virtuosismo chitarristico non indifferente. Forse è questo il momento più passionale dell’album che in Beauty Clown trova un altro momento estremo, ai limiti del confine tra thrash e death. Digital Abuse è un tornado di energia che si sprigiona quasi a recuperare qualcosa dei Testament prima maniera. Qui il metalcore, così futurista e moderno, ha lasciato lo spazio alle trame californiane classiche. Sempre a voler trovare qualche paragone, in Very Important Pointless c’è l’impronta dei Pantera di Vulgar Display of Power, band che -di riffa o di raffa-, ogni volta che si suona metalcore, torna puntuale tra i richiami mnemonici. La title track chiude il lavoro. Urban Being è uno schiaffone assestato con forza. È una canzone cruda e primitiva che viaggia su una ritmica forsennata e su un riff ammaliante.
I Destrage con il loro esordio si fecero apprezzare come una band dalle grandissime promesse, poi mantenute nel tempo con altri lavori che si sono succeduti a questo Urban Being che comunque resta un lavoro apprezzabile anche a distanza di anni.
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5
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Nella versione giapponese c\'è un brano extra \"Again\". Massacrante badilata di adrenalina sui denti. L\'album è una bomba, pecca solo la qualità della registrazione. |
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4
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l'unico che non ho digerito dei loro, ma the h factor è splendida |
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3
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Ehi in Italia abbiamo Hour of Penance, Devangelic, Bloodthruth😁.. Tanto per dirne alcuni! Ora abbiamo anche i Maneskin, almeno non è trap.. Chi ha messo 30 voto lettori😁, deve cambiare sito.. |
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2
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I primi due album mi mancano, ma da quello che ho ascoltato non sono niente male. Prima o poi li recupererò. Ah certamente, fossero nati in USA sarebbero già delle leggende. L'Italia si merita solo trap scadente e rock alla Modà. E spero che le cose continuino così. |
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1
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Grandissimo esordio anche se un po acerbo...nel senso che secondo me dovevano ancora "studiare" un metodo efficace per bilanciare la loro superba tecnica a delle grandi canzoni, cosa che gli riuscirà alla grande in seguito. Peccato che siamo una nazione di esterofili perchė questi si mangiano vivi gran parte dei gruppi piú famosi nel genere |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Trash for Sale 2. Art for Free 3. Self ID Generator 4. The H Factor 5. Joker the Faster 6. Infinite Dump System Circle 7. Beauty Clown 8. Digital Abuse 9. Very Important Pointless 10. Urban Being
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Line Up
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Paolo Colavolpe (voce) Matteo Di Gioia (chitarra) Ralph Salati (chitarra) Gabriel Pignata (basso) Federico Paulovich (batteria)
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