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Yellowtooth - The Burning Illusion
17/06/2021
( 682 letture )
Si avvicina l’estate, periodo in cui sonorità a cavallo tra lo sludge, lo stoner e il southern rock ben si adattano al caldo torrenziale che ci aspetterà nei prossimi mesi; e sebbene il clima qui in Italia non sia per nulla comparabile a quello delle lande assolate dello stato dell’Indiana, nondimeno la musica contenuta in questo The Burning Illusion rende bene l’idea.
In attività dal 2008 il trio americano degli Yellowtooth arriva con il nuovo album in questione al traguardo del terzo disco con un’attitudine non mutata fin dagli esordi. La proposta gravita infatti intorno ad un fangosissimo sludge metal imbastardito da una divertente e cafonissima verve southern che flirta con lo stoner e con qualche spruzzata di psichedelia. Elemento caratterizzante risulta essere la voce di matrice death metal, un elemento non inedito per ciò che riguarda questo stile, ma che diventa determinante nel momento in cui bisogna giudicare l’opera.

I due membri storici del gruppo, ovvero Henry McGinnis alle chitarre e Peter Clemens al basso e alle harsh vocals, vengono qui affiancati dal nuovo batterista Dave Dalton, il quale offre una buonissima prestazione e rende la maggior parte dei brani interessante proprio grazie al suo contributo.
Il trio si presenta sulla propria pagina Bandcamp come un concentrato di Buzzoven, Weedeater, Down e Bongzilla, con un’influenza malcelata derivante dagli immortali Lynyrd Skynyrd e vi sarebbe da credergli sulla parola, se non fosse che questi riferimenti vengono interpretati dalla band con stanchezza e poca fantasia, rendendo anche il divertimento che un disco del genere dovrebbe portare con sé alla lunga noioso.
Eppure le premesse ci sarebbero tutte, a partire da un lavoro chitarristico di ottima fattura che trova una delle sue migliori espressioni sulla lunga Scattered To The Wind, buon saggio di sludge à la Crowbar con un’introduzione che più americana non si potrebbe e suoni scelti con cura per favorire l’headbanging. Uno dei problemi principali però si presenta dopo poco più di tre minuti: la voce di Clemens, pur non risultando sgradevole, si mostra eccessivamente monocorde; fortunatamente l’intervento di McGinnis, con il suo timbro più chiaro, rimette in equilibrio il tutto, ma senza convincere fino in fondo.
Paradossalmente, nonostante gli Yellowtooth mostrino all’ascoltatore una vasta pletora di influenze e stili, nel disco regna una monotonia di fondo che rende l’ascolto pesante, tanto che arrivare in fondo all’album non è impresa da poco. A partire dai ritmi scelti per i brani, tutti mid-tempo con pochissime variazioni, per arrivare alla voce, i cui limiti sono già stati illustrati, The Burning Illusion rimane un’occasione a metà, con tanti spunti interessanti, ma anche alcuni decisivi difetti.
Non parliamo di un disco da buttare, sia chiaro, e prova ne sia l’ottima apertura di From Faith To Flames, con un riff grasso di scuola Down e un andamento rutilante irresistibile. Qui anche la voce viene valorizzata dal contesto, ma il merito maggiore va al lavoro di chitarra e batteria, semplice e indovinato.
Astronaut’s Journey, fin dal titolo, si sposta su lidi più tipicamente stoner, dove anche l’elemento psichedelico viene sfruttato con maggiore enfasi; rimane però sempre l’interrogativo sulla voce, che in un brano simile semplicemente funziona male. Non sarebbe stato meglio far cantare McGinnis in questo caso?
La chiusura invece è emblematica, dal momento che Lazarus Syndrome è un episodio puramente heavy metal tra i Motörhead e gli Iron Maiden e in scaletta risulta quasi fuori contesto, se non fosse per la solita voce gutturale che ci ricorda chi stiamo ascoltando.

Insomma, complimenti agli Yellowtooth per la propria integrità artistica che li ha portati a non mutare approccio alla materia musicale fin dalla propria nascita, ma forse sarebbe il caso di rinnovare leggermente la proposta, dal momento che diversi tasselli del puzzle non si incastrano un granché bene con il resto del quadro generale. Come già detto le premesse ci sono tutte, ma serve una scrittura più varia e questo riguarda anche l’impiego dei diversi timbri vocali del trio. Sufficienza meritata, ma si può fare di più.



VOTO RECENSORE
62
VOTO LETTORI
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INFORMAZIONI
2021
Orchestrated Misery Recordings
Sludge
Tracklist
1. From Faith To Flames
2. Atrocity
3. Deep Space
4. Astronaut’s Journey
5. The Illusion
6. Void
7. Dead Flowers
8. Scattered To The Wind
9. Lazarus Syndrome
Line Up
Henry McGinnis (Voce, Chitarra)
Peter Clemens (Voce, Basso)
Dave Dalton (Batteria)
 
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