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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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Miasma Theory - Miasma Theory
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17/06/2021
( 943 letture )
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E’ sempre soddisfacente ricevere delle sorprese. Soprattutto quando sono gradite. Il debutto dei Miasma Theory è esattamente una di queste. Cinque brani, di cui uno è la cover della celeberrima Under the Oak dei Maestri Candlemass, non sono molti per valutare appieno un gruppo, quindi al termine di questi trentaquattro minuti di ascolto conviene limitare appena l’entusiasmo e non farsi prendere subito dalla foga di aver scovato la "next big thing" in ambito doom. La tentazione resta comunque tanta ed è legata al fatto che, seppure si parli di un debutto, il nucleo della band non nasce da musicisti alla prima esperienza, ma da un duo fortemente cementato e che giunge con questo Miasma Theory al quinto album suonato assieme: parliamo di Zachary Randall e Leona Hayward, provenienti entrambi dai superbi Northern Crown, che già ci avevano impressionato con l’ultimo In a Pallid Shadow uscito l’anno scorso come autoprodotto. Randall è il compositore unico che si cela dietro questi progetti e dalle sue mani nascono entrambi, con la Hayward (anche negli Skelatar) a giocare da “spalla” per il chitarrista. Al loro fianco, troviamo il chitarrista Juan Carrizo (argentino, proveniente dagli Zix), il quale ha talmente impressionato Randall durante le registrazioni di questo album da essere diventato membro stabile e due ospiti a completare la formazione, in due ruoli chiave come la voce, appannaggio di Māra Lisenko (dalla Lituania, attiva con i suoi Mara e con gli Ocularis Infernum) e la batteria, affidata a Jonas Schütz (tedesco, a sua volta nei Condemned to Dream e nei Diesis).
Interamente composto nel periodo di quarantena indotto dal coronavirus, Miasma Theory come ben esplicitato anche dall’artwork curato nientedimeno che da Travis Smith (già all’opera anche con i Northern Crown), nasce come reazione musicale e lirica alla disperazione indotta dalla pandemia e, in buona parte, anche dalla rabbia per la reazione dei tanti negazionisti di fronte alla tragedia. La costrizione evidentemente ha fruttato una ispirazione profonda in Randall, il quale ha voluto veicolarla però lungo un percorso artistico appena distinto da quello seguito con la band madre, decisamente più orientata verso un approccio epic e atmosfericamente nostalgico. A dire il vero, anche con i Miasma Theory ci muoviamo decisamente sulle orme di un doom dalle tinte epiche, che richiama appunto Candlemass e Solitude Aeturnus, ma il risultato giustifica il nuovo monicker, andando a concentrarsi moltissimo sul lavoro delle due chitarre, autrici di un vero e proprio tour de force, tra riff, continui arpeggi e sovraincisioni che dilagano ovunque, aumentando il lato emotivo e atmosferico dei brani, nei quali fa comparsa ogni tanto anche qualche tappetone di tastiera, sempre appannaggio di Randall. I due chitarristi riescono a trovare un gran bell’equilibrio tra parti decisamente tecniche e struggenti note lunghe, tenute fino allo spasimo, che strappano letteralmente il cuore, donando respiro e andamento ai brani, con l’ottima tecnica di Carrizo a emergere prepotentemente nelle sezioni soliste. A spiccare è poi senza dubbio la voce di Māra Lisenko, interprete che dona al disco una identità precisa: senza ricorrere necessariamente allo stereotipo dell’angelo dalla voce eterea o a quello della "sacerdotessa", tanto caro in ambito doom/retro rock, la Lisenko sfrutta al massimo la sua non notevole estensione interpretando al meglio i brani, senza quasi mai forzare e utilizzando invece una timbrica suadente e cangiante, con addirittura qualche -migliorabile- passaggio in harsch, che ben si sposa all’enorme substrato musicale creato dai musicisti, con anche il tecnicissimo Schütz e la Hayward a dire la loro. Il contrasto che si crea risulta molto piacevole e ben bilanciato nel mixaggio, che non sacrifica la voce, invero non potentissima della cantante lituana. I quattro brani originali sono tutti piuttosto differenziati tra loro e sufficientemente originali da non essere necessariamente riconducibili a qualcuno in particolare e sono tutti molto validi, senza sbavature e con momenti di pura estasi, con Forever Ends Today ad aprire degnamente le danze, distaccandosi in parte dagli altri brani per un’andatura galoppante e delle armonizzazioni heavy metal alla Iron Maiden. Tocca poi a due brani a dir poco spettacolari come Together As One (un capolavoro) e Next Time, Last Time, che giocano su un terreno più dolce e quasi romantico, senza perdere un’oncia in potenza e anzi azzardando anche una robusta accelerazione di matrice thrash nella seconda traccia, che è una canzone d’amore che lascia i segni, ma rivelando negli intrecci chitarristici una poeticità notevole. Vector è invece il brano più lungo del disco con i suoi otto minuti e mezzo e rappresenta la summa di tutto lo stile dei Miasma Theory, mostrando una maggiore rabbia sotterranea e uno sviluppo poggiato sul basso nella prima parte e davvero ben costruito, tanto da non pesare sull’ascoltatore nonostante la durata. Molto valida anche la resa di Under the Oak, perfettamente centrata rispetto al materiale originale, con una buonissima prova della Lisenko (a parte l’urlo a metà brano, decisamente rivedibile) e una spettacolare parte centrale, ulteriormente rallentata e piena di intrecci chitarristici, con l’ennesimo ottimo assolo a seguire.
Questo debutto figlio della coercizione protettiva conseguenza della pandemia risulta davvero una bella sorpresa. A livello di produzione qualcosa in effetti è rivedibile, mentre il mixaggio opera di Dan Swanӧ è senz’altro brillante e il risultato finale non è affatto male. Assolutamente non percepibile il fatto che i musicisti non si siano mai incontrati di persona, lavorando ognuno nel proprio studio casalingo, a conferma che ormai anche il mondo della musica vive online, esattamente come quasi ogni altro aspetto della nostra vita moderna. Piuttosto, c’è da chiedersi se questa formazione sarà confermata e se ci sarà mai un seguito a questo debutto, che vista la durata potrebbe essere in effetti considerato un lungo EP o un mini-album. Sarebbe un peccato, visto l’ottimo potenziale espresso e d’altra parte Zachary Randall ha già annunciato di non vedere l’ora di suonare questi brani dal vivo. Vedremo cosa ci riserverà il futuro, considerando anche gli impegni con i Northern Crown e con la neonata etichetta Shadowlit Music, creata dal chitarrista appositamente per la pubblicazione delle proprie band. Intanto, diamo il benvenuto ai Miasma Theory con un gran bel primo passo.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Forever Ends Today 2. Together As One 3. Next Time, Last Time 4. Vector 5. Under the Oak
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Line Up
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Zachary Randall (Chitarra, Tastiera, Cori) Juan Carrizo (Chitarra) Leona Hayward (Basso)
Musicisti Ospiti Māra Lisenko (Voce) Jonas Schütz (Batteria)
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