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Cerebral Rot - Odious Descent Into Decay
20/06/2021
( 424 letture )
È con una buona dose di curiosità che ci si approccia a Odious Descent Into Decay, debutto per 20 Buck Spin dei Cerebral Rot. Una curiosità data più che altro dalla qualità presente nel demo Cessation of Life (2018), che mostrava del death metal marcio, sicuramente ispirato ai grandi nomi degli anni Novanta, ma incredibilmente genuino e capace di mettere in mostra le qualità compositive dei quattro di Seattle. Non parliamo in fin dei conti di un gruppo totalmente sprovveduto, dato che troviamo Ian Schwab e Clyle Lindstrom, attivi in altre realtà dell’underground come Fetid, Caustic Wound e Crurifragium.

Come detto, i punti di riferimento del gruppo si fanno notare da subito, ma è con altrettanta velocità che si può notare come i quattro siano in grado di riplasmare il tutto e dare così ai pezzi un piglio che pochi altri sanno dare. Come intuibile dalla copertina parliamo di un bel death metal marcio e paludoso che tra il pestare senza sosta si concede dei rallentamenti in cui le atmosfere putride vengono enfatizzate. Si viene quindi a creare uno stile che colpisce perché pur nella sua forma così primitiva mostra degli spunti derivanti da gruppi come Demigod, Convulse, se non addirittura dai messicani Cenotaph con quindi degli innesti più melodici e sulfurei, che creano un piacevole e riuscito contrasto con altri momenti più bestiali; va loro incontro la scelta dei suoni, grezzi al punto giusto, con il basso sempre presente a rafforzare le ritmiche più massicce e il growl cavernoso ad accompagnare l’ascolto. Tutti elementi che sono in sostanza valori aggiunti a quello che è il primo punto di forza del lavoro, ovvero il songwriting, ispirato sì ai gruppi detti prima ma capace di non apparire come una semplicistica fotocopia. Qualità che emergono su brani lunghi e articolati dalla durata di sette minuti come la titletrack, in cui gli echi della scuola finlandese si fanno sentire su un andamento meno violento e dominato più che altro da mid tempo che trascinano grazie alla batteria (sentiti che suoni, fantastici) di Drew O'Bryant, che in altri punti del disco non perderà occasione sia di far sentire pattern dinamici e incalzanti misti ai più classici e brutali blast beat. Viene da sé quindi aspettarsi una buona varietà di riff, che in alcuni punti non disdegnano di rendersi un po’ più elaborati giusto per dare maggior imprevedibilità al tutto, ma si tratta di piccoli momenti utilizzati più che altro per creare passaggi tra una sezione e l’altra, perché dove i quattro convincono di più e mostrano il loro grande potenziale è su brani se vogliamo più canonici come la già citata titletrack o le ottime Cerebral Rot e Putrefaction (Eternal Decay), che sembrano arrivare direttamente dal 1992 e in cui possiamo sentire delle ritmiche dai richiamo punk/d-beat, così come convincono la lunga Sardonic Repetance, in cui riemerge con maggior convinzione un’ispirazione doom costruita su riff lenti e un tocco melodico decadente, e la conclusiva Foul Stench of Ruination, altra canzone di circa sette minuti su cui i quattro chiudono un disco più che riuscito.

Un esordio molto convincente e che dà dimostrazione del potenziale e della cura che i quattro mettono nello scrivere pezzi; non si tratta solo di trovare il giusto riff, di creare canzoni anche in grado di stamparsi in testa, ma si parla anche di cura per i dettagli come ad esempio gli effetti sulla voce che ogni tanto si fanno sentire e aggiungono maggior espressività così come gli assoli e le lead che spesso si fanno sentire sono tutte caratterizzate da un effetto ben preciso e dal tocco vicino a quello di Trey Azagthoth. per quanto in fin dei conti non si possa parlare di veri e proprio assoli in grado di colpire. Nulla che però possa far calare la qualità di un ottimo disco, in cui il gruppo sembra aver capito cosa fare per arrivare nelle collezioni di chiama sonorità come queste. E bisogna dirlo, la 20 Buck Spin sta regalando bei motivi per farsi apprezzare sempre di più. Un punto di partenza per quello che speriamo possa essere un percorso caratterizzato da ottime uscite.



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
80 su 1 voti [ VOTA]
lisablack
Giovedì 24 Giugno 2021, 20.52.55
1
Ottimo debutto, come ho già espresso più volte. Band come queste sono il futuro del metal estremo e non posso che essere contenta🤘. 80
INFORMAZIONI
2019
20 Buck Spin
Death
Tracklist
1. Odious Descent into Decay
2. Swamped in Festering Excrementia
3. Reeking Septic Mass
4. Cerebral Rot
5. Putrefaction (Eternal Decay)
6. Sardonic Repentance
7. Repulsive Infestation of Cadaver
8. Primordial Soup of Radioactive Sewage
9. Foul Stench of Ruination
Line Up
Ian Schwab (Voce, Chitarra)
Clyle Lindstrom (Chitarra)
Zach Nehl (Basso)
Drew O'Bryant (Batteria)
 
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