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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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27/06/2021
( 798 letture )
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L’album di debutto de La Janara, band di Benevento che aveva in precedenza rilasciato un EP autointitolato, ci trascina verso un mondo antico, fatto di magia e superstizioni, carnale e violento, misterioso e cattivo, che prende spunto dalle tradizioni del folklore locale e vive in un’epoca contadina, legata alle stagioni e alla terra, nella quale le streghe e i demoni convivono con gli esseri umani e a volte si beffano di loro o li traggono in inganno, per godere della loro sofferenza. Un mondo ancestrale, fatto di culti antichi e senza tempo, vicinissimo a noi eppure a volte dimenticato e messo da parte, come evento primitivo dal quale affrancarsi e che invece continua a influenzare il presente, senza più essere capito e quindi affrontato. La Janara stessa è una figura che viene dalle tradizioni irpine: si tratta di una strega malefica, conoscitrice della natura, delle piante e dei minerali, capace di incantesimi e di volare sulle scope, che nella sua prima incarnazione toglieva letteralmente il fiato ai giovani uomini nel sonno e amava rubare i cavalli, che spingeva al galoppo per tutta la notte anche fino alla morte per sfinimento, lasciando come traccia del suo passaggio dei nodi nella criniera. Nella sua seconda incarnazione, con l’avvento della tradizione cristiana, La Janara diventa adoratrice del Diavolo, in gruppo, col ritrovo dei Sabba individuato sotto un misterioso e grande noce, lungo il corso del fiume Sabato. Era tradizione per salvare gli animali dalle ruberie della strega lasciare un sacco di sale o una scopa di saggina davanti alla stalla: la Janara sarebbe stata irresistibilmente attratta dal contare i grani di sale o i fili della scopa, fino al sopraggiungere del giorno, suo mortale nemico, che l’avrebbe quindi costretta alla fuga.
Formato nel 2015 attorno alle figure del Boia (Nicola Vitale, autore di musica e testi) e de La Janara (Raffaella Cangero), il gruppo ha quindi saputo creare una propria identità molto forte e caratterizzante, rifacendosi in maniera intelligente a questo mondo così ricco di immagini e identità, confermando quanto il folklore locale possa e debba diventare fonte di ispirazione che sia ben più forte e significativa di quello importato, specialmente se invece di prendere il “pacchetto” già pronto ed elaborato da altre band, si fa lo sforzo di creare qualcosa di vivo e personale. Questo è esattamente quanto emerge dall’ascolto di Tenebra, disco potentissimo e indimenticabile, che evoca uno scenario immaginifico nel quale si finisce immersi e che cattura in maniera indelebile, grazie anche all’interpretazione della band e di una Raffaella Cangero dal talento enorme. Musicalmente e come è facile intuire trattandosi di una uscita curata da Black Widow, ci troviamo di fronte a un doom fortemente venato di heavy classico alla Death SS, con ampie concessioni al dark sound settantiano e al prog nostrano, oltre al folk, con una veste come detto molto personale, amplificata dai bellissimi testi, interamente in italiano, che vanno a creare un concept album. Alla storia narrata si ricollegano il brano introduttivo Malevento, ispirato appunto al nome originario di Benevento, Maloentom, poi Maleventum in epoca romana e uno conclusivo, Ver Sacrum, che narra invece l’arrivo leggendario delle genti sannitiche dall’Abruzzo all’Irpinia, come a dipingere appunto un quadro complessivo, che ci colloca storicamente, geograficamente e culturalmente in Irpinia e nelle sue tradizioni. L’album si fa forza di una riuscitissima commistione tra la musica e le parole, come si conviene a un concept e narra le vicende di Violante, strega quasi per caso, poi innamorata di un uomo che morirà in guerra e infine dannata da un demone per inganno, per volontà di rivedere l’amore perduto. La fine tragica di Violante, per liberarsi dalla maledizione, sarà quindi la metafora di tante donne che scelgono una strada sbagliata e finiscono per soffrire un mondo cattivo e ostile nei loro confronti, che le rende colpevoli per il solo fatto di essere donne. Malevento, come detto, ci spinge nello scenario della storia e come singolo funziona già benissimo, grazie a un ritornello che si ficca in testa e a un andamento potente e sostenuto. Del brano è stato girato anche un video, così come per gli altri singoli estratti, che meritano una visione per la riuscita resa dell’immaginario di fondo dell’album. La prima parte del disco passa da un ottimo brano all’altro, senza cali di alcun genere, con la Janara Cangero che grazie alla sua profonda voce da contralto e alle sue strepitose qualità di interprete, ci ammalia e ci trascina nelle vicende di Violante, facendoci sentire la sua ingenuità e il suo candore di ragazza libera e poi strega (Violante Aveva un Osso di Capra, ballata in chiaroscuro di matrice cantautoriale e prog da brividi, come la speculare Volano i Corvi…) e che poi sprofonda nell’orrore, con la sequenza che va da Tenebra a Il Canto dei Morti (amplesso sepolcrale con l’amato resuscitato e poi nuovamente morente), che ci narra appunto la tentazione del demonio e la sua dannazione, con un picco emotivo devastante che viene toccato in Cera, brano scurissimo nel quale Violante/La Janara urlano il loro dolore per l’amato che l’abbandona lasciandola nel dolore e nella solitudine. Una canzone che non può lasciare indifferenti e che corona un crescendo di intensità tenebrosa che lascia il segno. Da qui, la consapevolezza della propria condizione e la decisione di liberarsi infine della dannazione col sacrificio supremo di se stessa, accompagnata in Or Poserai Per Sempre dallo screaming black dell’ospite Giulian Latte (Scuorn). Ver Sacrum, con la sua apertura melodica e il suo racconto leggendario, ci congeda con una tonalità meno oscura e disperante lasciando il desiderio di riprendere l’ascolto da capo.
Prodotto e suonato a un ottimo livello e con ospiti che ne alzano ulteriormente il livello, come Riccardo Studer (Stormlord), Alessio Cattaneo (Onryo) e Alessandro Liccardo (Hangarvain), Tenebra è un album che lascerà il segno nel panorama nazionale, per profondità di ispirazione e per realizzazione. Non siamo di fronte semplicemente a un ottimo album di genere, ma al cospetto di un’opera completa, stratificata, che unisce identità locale e grande musica, con una profondità e una capacità di emozionare rare. Questi sono gli album che dimostrano quanto la questione non è mai da porsi nei termini di tradizione/innovazione, ma solo in quelli di ispirazione/non ispirazione. Tenebra è un disco oscuro, triste e al contempo sognante, potente nelle immagini suscitate e forte di una identità che colpisce. Consigliato a chiunque ascolti musica per provare emozioni e che cerchi una personalità creata e supportata dall’amore per la propria storia e le proprie radici e ne sappia quindi fare un messaggio universale. Una opera prima di grande spessore, da conoscere e supportare.
Volano i corvi Nel cielo della sera Disegnano cerchi nel vento Posano stanchi Sul tetto della chiesa Vegliano il campo e le case Ho amato l'estate La schiena sul prato I baci nascosti nel fieno Le spighe di luglio Le stelle di agosto Le more silvane nel seno (da Volano i Corvi…)
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Disco meraviglioso, per me la più bella sorpresa del 2019: un disco che ha tanto da dare a chiunque vorrà ascoltarlo |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Malevento 2. Mater Tenebrarum 3. Violante Aveva un Osso di Capra 4. Tenebra 5. Mephis 6. Cera 7. Il Canto dei Morti 8. Volano i Corvi… 9. Or Poserai per Sempre 10. Ver Sacrum
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Line Up
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Raffaella "La Janara" Cangero (Voce) Nicola "Il Boia" Vitale (Chitarra) Rocco "L’Inquisitore" Cantelamo (Basso) Antonio "Il Mercenario" Laurano (Batteria)
Musicisti Ospiti Riccardo Studer (Tastiera, Piano, Orchestrazioni) Alessio Cattaneo (Basso, Drum Programming su traccia 10) Alessandro Liccardo (Chitarra solista su tracce 5,9) Giulian Latte (Voce scream su traccia 9)
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