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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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10/07/2021
( 1392 letture )
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Eccoli di nuovo qua, i nostri cari vecchi/nuovi Artillery: reduci dal lutto che li ha colpiti nel 2019 con la dolorosa scomparsa di Morten Stützer i danesi hanno arruolato ufficialmente tra le loro fila il chitarrista Kræn Meier, che già da tempo li accompagnava in sede live, e hanno dato alle stampe il loro decimo full length, intitolato poco fantasiosamente X. Inutile rivangare i tempi di By Inheritance, quel periodo se n'è andato e con lui il techno thrash furioso che aveva rivelato il potenziale dell'act scandinavo -che in effetti thrasher duro e puro forse non lo era mai stato veramente, come dimostrano i lavori precedenti e successivi dei fratelli Stützer. In particolare dall'ingresso in line-up di Michael Bastholm Dahl il sound si è ulteriormente spostato verso lidi più prettamente heavy e il timbro power-oriented del singer non lascia dubbi in tal senso, col risultato di composizioni piuttosto melodiche; da questo punto di vista X non fa eccezione, anzi continua il percorso musicale intrapreso con Legions e lo fa con esiti più che apprezzabili.
Siamo seduti al tavolo di una locanda a Taastrup e stiamo sorseggiando una pinta di birra in buona compagnia quand'ecco che la band sul piccolo palchetto di legno attacca a pestare con la trascinante The Devil's Symphony: gente, sono gli Artillery! Lo scapocciamento viene da sé, non vi è dubbio che i Nostri sappiano fare il loro mestiere; le chitarre ululano e la batteria viaggia come un treno, cori a go go e horns up di massa! Gli accordi orientaleggianti che sono il marchio di fabbrica della band fanno ben presto la loro apparizione nella tracklist trovando in Varg I Veum una delle espressioni più palesi così come su In Your Mind, la quale si fa notare per una base che rivela forti influenze groove, distinguendosi da brani come In Thrash We Trust, The Force of Indifference e Beggars in Black Suits che invece sono pezzi decisamente thrash. Non manca l'heavy più classico stile Maiden (Turn Up the Rage) mentre nella semi-ballad The Ghost of Me Michael Bastholm Dahl sembra fare il verso a Klaus Meine trovando la dimensione ideale per la sua ugola (e pure l'assolo ad opera di Michael a metà brano è tra le cose migliori presenti sull'album). La produzione affidata a Søren Andersen è di gran livello e sa conferire ai brani la giusta potenza e pulizia sonora senza sembrare artificiosa; in ultimo va segnalato che l'edizione limitata CD digipack contiene due bonus track che altro non sono che il singolo del 2020 The Last Journey -dedicato alla memoria di Morten- e che vede avvicendarsi al microfono anche gli ex Søren Nico Adamsen e Flemming Rönsdorf (quest'ultima apparizione farà la felicità dei fan della prima ora) con l'aggiunta del lato B, cioè la cover di Trapped Under Ice.
Onesti e professionali come sempre, gli Artillery tirano fuori l'ennesimo buon disco metal senza far gridare al capolavoro ma consegnando al pubblico un più che degno rappresentante del genere, e per una band "cult" dopo le vicissitudini sia passate che recenti non è cosa da poco: chi ha apprezzato i lavori post-reunion e le conseguenti sonorità heavy/thrash non rimarrà deluso da X.
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7
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Mi piace la seconda parte, da Force of Indifference in poi. Le prime canzoni, a parte the Devil’s Symphony, sono discrete ma non mi convincono. In your mind e Ghost of me sono le due che mi prendono meno. Comunque da loro mi aspettavo un lavoro del genere, sempre coerenti, un buon thrash. Direi che un 65/70 ci sta tutto. |
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6
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Niente male. Album ben fatto, ben suonato e ben cantato, che si ascolta molto piacevolmente, anche se alla fine nessun pezzo mi ha preso particolarmente. Il loro marchio c’è, però forse il precedente mi era piaciuto di più. Concordo col voto. |
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5
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A me pare che facciano sempre ottimi album, ma non ottimi album da pacca sulla spalla: "bravi avete fatto il compitino vecchierelli" . La voce si inserisce abbastanza bene in questi riff anche se manca un po "sporco". Darei dieci punti in più a questo lavoro anche per la produzione che Metal Blade sempre ci regala a differenza della pigliatutto e onnipresente casa krukka. Questo è thrash e non heavy/thrash come su scritto. Trovo più logico etichettare alcune band coetanee che hanno smarrito la via, con death/thrash, tanto per dare una misura ai termini. |
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4
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COMPRATO APPENA USCITO. GRANDE BAND, OTTIMO DISCO |
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3
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...ottimo ...lo stavo aspettando da tempo.....thrash metal di qualita' ed esperienza.... |
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2
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Per me un disco veramente riuscito alla perfezione, il thrash c'è e rispetta la tradizione con quelle melodie orientaleggianti tipiche della band, belle canzoni, assoli riusciti e ben piazzati e soprattutto un cantante straordinario, flemming era un fuoriclasse ma anche questo non sfigura affatto. Un album da 70 abbondante quindi concordo con il voto |
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1
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Concordo, anche se starei anche più basso, sul 65, per un disco formalmente "perfetto" ma che non fa mai sussultare, se non con un paio di tracce dove le melodie sono finalmente azzeccate. Senza infamia e senza lode per me! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Devil's Symphony 2. In Thrash We Trust 3. Turn Up the Rage 4. Silver Cross 5. In Your Mind 6. The Ghost of Me 7. The Force of Indifference 8. Varg I Veum 9. Mors Ontologica 10. Eternal Nights 11. Beggars in Black Suits
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Line Up
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Michael Bastholm Dahl (Voce) Michael Stützer (Chitarra) Kræn Meier (Chitarra) Peter Thorslund (Basso) Josua Madsen (Batteria)
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