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Riot - Army of One
17/07/2021
( 1324 letture )
I Riot sono certamente una delle band più amate della scena heavy mondiale. Sia per ragioni musicali, che per "contingenze" non proprio felici. Gruppo dalla storia estremamente travagliata, che ha visto innumerevoli e talvolta repentini cambi di formazione oltre che lutti enormi (non è questa la sede per i dettagli), giunse alla registrazione di Army Of One dopo l’entrata direttamente dai Virgin Steele di Frank Gilchriest in luogo di Bobby Rondinelli e con un Mike DiMeo in procinto di unirsi ai Masterplan. Proprio la situazione riguardante il cantante determinò il rinvio dell’uscita dell’album, registrato in realtà nel 2004, al 2006, tanto che durante il successivo tour si vide al microfono Mike Tirelli, ex Last Lix e Burning Starr. Con questo disco e nonostante i soliti sommovimenti interni, ad ogni modo, i Riot si mostrarono forse lontani dai tempi d’oro nella resa complessiva, ma sempre più che piacevoli da ascoltare.

Annunciato da una copertina in cui la classica mascotte del gruppo ci guarda dal corpo della Gibson Black Beauty di Mark Reale, Army Of One è inaugurato dalla title-track. Una bella canzone tirata che ricorda le atmosfere di Fire Down Under, con rimandi a dischi precedenti che affioreranno pure nelle efficaci The Mystic e Shine. Più amichevoli ed "heavy-hardrockeggianti", se così si può dire, Knockin’ at my Door e One More Alibi, dove le tastiere e i cori (con la presenza di Tony Harnell, ex TNT) si fanno tratto distintivo delle composizioni. Heavy metal di classe con It All Falls Down, pezzo correttamente bilanciato tra aggressività e pathos -forse quello in cui l’amalgama delle chitarre si apprezza meglio- mentre Blinded colpisce il bersaglio grosso per merito di un ritornello che deve essere cantato mentre si ascolta il brano. Classica, godibile, se vogliamo persino scontata almeno nel testo, la power-ballad Helpin’ Hand. Hard rock/blues a emergere con Still Alive e piglio sudista sugli scudi quando arriva il turno di Alive in the City. A concludere le ostilità pensano la strumentale Stained Mirror, con Reale che guarda a quanto fatto da Nino Rota per la colonna sonora di Romeo & Juliet di Zeffirelli e poi i suoni più patinati di Darker Side of Light a terminare con classe ed eleganza una prestazione non epocale, ma di qualità adeguata ai Riot del periodo.

Il CD è dedicato a Guy Speranza, cantante che tanto ha dato alla band e ai suoi supporter prima di trovare la morte a causa del cancro nel 2004. Lo stesso Tirelli avrà una diagnosi simile nel 2007 e le conseguenze del suo stato di salute porteranno allo stop del 2008, per poi ripartire con la formazione di Thundersteel. Tutto ciò prima della morte di Reale e la nascita dei Riot V, ma queste sono altre storie. Per quanto ci riguarda in questo spazio, Army Of One non è passato alla storia come un capolavoro e date le condizioni generali era molto difficile che potesse farlo. Tuttavia era e resta un buon album. Con qualche cedimento qua e là causato anche della durata media delle canzoni più elevata del solito, molti rimandi al passato, forse poco power rispetto alla aspettative, ma col presente in buona evidenza e in un certo senso un buon Bignami della storia della band. Certo non il lavoro da ascoltare per primo per chi si avvicinasse al gruppo partendo da zero, dato che ben altri sono da consigliare in questo senso, ma un prodotto più che dignitoso che fotografa uno dei tanti snodi che si incontrano nella travagliatissima storia dei Riot (V).



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
83 su 14 voti [ VOTA]
Hiroshi
Mercoledì 21 Luglio 2021, 13.37.24
10
Sono un grande estimatore dell'era DiMeo, cantante oltre che di buona tecnica dotato anche di un timbro caratteristico e dal grandissimo pathos interpretativo. Army of one (che tra l'altro ho recensito mille anni fa su TM...) è la chiusura perfetta della sua epopea nella band, che per me ha raggiunto l'apice con il sottovalutatissimo Inishmore. Qui un maggiore accento hard/heavy e meno influenze power. Gustosissimi come sempre gli intrecci armonici del duo Reale-Flyntz. A Gilchrist allora non dovette sembrar vero di poter suonare come sapeva fare, visto come l'aveva relegato DeFeis nei VS... Bellissimo album, da 80.
Voivod
Lunedì 19 Luglio 2021, 16.21.12
9
Ricordo che lo comprai appena uscì...ma probabilmente è l'album che ho ascoltato meno della loro discografia! All'epoca, per quel poco che ascoltai, mi piacque poco...ci tornerò su...
Voivod
Lunedì 19 Luglio 2021, 16.21.11
8
Ricordo che lo comprai appena uscì...ma probabilmente è l'album che ho ascoltato meno della loro discografia! All'epoca, per quel poco che ascoltai, mi piacque poco...ci tornerò su...
Mic
Domenica 18 Luglio 2021, 19.10.11
7
Nota: presi il CD appena uscito. Casa discografica: Metal Heaven
Aceshigh
Domenica 18 Luglio 2021, 10.33.09
6
Gran bell’album! Preso quando è uscito, ormai 15 anni fa, e ogni volta che l’ho messo nel lettore è sempre stato un piacere. Bastano già la title-track e la seguente Knockin’ At My Door per capire che la band è in gran tiro (malgrado i casini di line up), ma il livello dei pezzi rimane sempre mediamente alto fino alla fine. Gli album della fase DiMeo, anche se non raggiungono mai i livelli di un Thundersteel, per me sono comunque tutti belli (quale più quale meno, forse giusto Sons of Society un filo meno incisivo), i miei preferiti di quel periodo rimangono Nightbreaker e The Brethren, ma questo qui rimane un signor album. Arrotondo tranquillamente il voto a 80.
Mic
Sabato 17 Luglio 2021, 19.50.18
5
Disco incredibile e raffinato. Tra sfuriate metal, e melidie più rockeggianti. Il mio preferito dell'era DiMeo. Un millimetro sotto piazzo Nightbreaker. Mark Reale idolo.
duke
Sabato 17 Luglio 2021, 19.44.37
4
...un buon disco....anche se preferisco i primi....
Pirata
Sabato 17 Luglio 2021, 17.41.41
3
Bravo Raven che ci recensisce un grande disco dei Riot! Almeno ci passa un po' il caldo!
Adrian Smith
Sabato 17 Luglio 2021, 15.37.50
2
Di Meo e Reale gran coppia melodic metal/hard rock. Non il loro kiglior album, ma il livello e’ alto e concordo con il voto
Deathrider
Sabato 17 Luglio 2021, 15.26.02
1
L' ho riascoltato qualche settimana fa, devo dire che ha superato indenne la prova del tempo. Non un capolavoro ma un album che si lascia apprezzare. Eccellente il lavoro di Gilchrist alla batteria, ispirato come sempre Mike DiMeo al microfono. Se fosse uscito oggi sarebbe uno dei 10 album rock - metal migliori del 2021
INFORMAZIONI
2006
Metal Blade
Heavy
Tracklist
1. Army of One
2. Knockin’ At My Door
3. Blinded
4. One More Alibi
5. It All Falls Down
6. Helpin’ Hand
7. The Mystic
8. Still Alive
9. Alive in the City
10. Shine
11. Stained Mirror
12. Darker Side of Light
Line Up
Mike DiMeo (Voce)
Mark Reale (Chitarra)
Mike Flyntz (Chitarra)
Pete Perez (Basso)
Frank Gilchrist (Batteria)
 
RECENSIONI
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