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M.O.D. - Rhythm of Fear
31/07/2021
( 645 letture )
Reduci da due album piuttosto riusciti, i M.O.D. tornano alla carica con Rhythm of Fear, il loro primo disco negli anni Novanta. Un dettaglio non da poco perché, a partire da questo momento, qualcosa inizia leggermente a cambiare nel suono dei Nostri, e probabilmente il contesto non vi è del tutto estraneo. Nati nel 1986 dalla volontà di Billy Milano di continuare l’esperienza con i S.O.D., i Method of Destruction partono quindi come gruppo puramente crossover thrash. E mentre i seguenti dischi, a partire da Devolution del ’94, vireranno verso un hardcore cavernicolo e sotto steroidi, Rhythm of Fear rappresenta una sorta di transizione.

Come già successo in passato, il panciuto singer si circonda di una line-up completamente rinnovata rispetto al precedente lavoro in studio, ripescando dal debutto il chitarrista Tim McMurtrie. Alla batteria troviamo il nuovo entrato Dave Chavarri, che fonderà i nu metallers Ill Niño pochi anni dopo, e al basso lo stesso Milano. Il primo cambiamento visibile, prima ancora che sonoro, riguarda la lunghezza del disco: 30 minuti esatti per 12 brani, quando Gross Misconduct ne contava 15 per oltre 44 minuti, e l’esordio addirittura 23. Un disco più compatto insomma, e ciò si riflette anche nel songwriting dei Nostri: pur presentando buona parte dei loro classici ingredienti, i brani si presentano più coesi, più rocciosi e ancora più squadrati che in passato. Dopo la pseudo intro Objection, Dead End mette in mostra un sound muscoloso e ancora più semplificato. In altre parole, è come se Billy Milano e soci avessero aumentato la componente “core” del loro sound, diminuendo quella propriamente thrash. Ne risultano un pugno di brani d’impatto, dall’andamento spesso controllato che sfocia qua e là in un’improvvisa accelerazione, dove il cantato acido del leader succede ai possenti cori dei ritornelli. E proprio parlando di cantato, con la seguente Get up and Dance, qualcosa inizia a cambiare: la strofa di Milano si fa più serrata, metrica, parlata. In altre parole: “rappata”. Si tratta di poco più di una percezione, che non tarderà ad essere confermata. La doppietta Step by Step e, più ancora, Rhymestein, fugano ogni dubbio. La strumentale perde ogni asperità per trasformarsi in un lineare muro sonoro, sul quale l’imponente cantante sfodera le sue rime, il tutto con un’attitudine gangsta un po’ fastidiosa che si avvicina a certi gruppi rap metal del periodo. All’eccezione di Jive Time Jimmy's Revenge, che riprende queste stesse coordinate, il gruppo sembra però poi fare marcia indietro. Override Negative, I, the Earth e Intruder riprendono in maniera piuttosto riuscita il discorso crossover thrash degli esordi. Con Spy vs. Spy i nostri si concedono un intermezzo strumentale evocativo, sorta di soundtrack thriller versione metal, mentre la conclusiva Rally (NYC) si avvicina molto proprio all’hardcore della Grande Mela.

Più semplice, lineare e compatto dei precedenti, Rhythm of Fear mostra soprattutto che i M.O.D. non sono del tutto allergici al cambiamento né alle mode. Una predisposizione spesso positiva, ma tutto dipende dalla natura del cambiamento e delle mode in questione. Controverso all’epoca, il ricorso al rap è, retrospettivamente, invecchiato piuttosto male, in contrapposizione a un crossover thrash rimasto sempre d’attualità. Ma al di là di ciò, questi esperimenti metrici provocano un incontestabile impoverimento del sound. Il terzo disco dei M.O.D. dispone però anche di qualche atout, principalmente a livello sonoro. Contraddistinto da una produzione nettamente migliore che in passato, l’album erige un muro sonoro imponente e stracarico di groove, grazie anche all’ottima prestazione del batterista Dave Chavarri. Qualora i Nostri si applicano a quello che più sanno fare, il risultato è poi nettamente migliore. Non abbastanza per salvare un disco indeciso, che soffre più dei precedenti del passaggio del tempo.



VOTO RECENSORE
65
VOTO LETTORI
71.4 su 5 voti [ VOTA]
Galilee
Sabato 31 Luglio 2021, 19.30.25
1
Disco potentissimo. Il mio preferito degli Mod. Canzoni una più bella e potente dell'altra. 85
INFORMAZIONI
1992
Megaforce Records
Thrash Core
Tracklist
1. Objection / Dead End
2. Get Up and Dance
3. Step by Step
4. Rhymestein
5. Minute of Courage
6. Irresponsible
7. Override Negative
8. I, the Earth
9. Spy vs. Spy
10. Intruder
11. Jive Time Jimmy's Revenge
12. Rally (NYC)
Line Up
Billy Milano (Voce, Basso)
Tim McMurtrie (Chitarra)
Dave Chavarri (Batteria)
 
RECENSIONI
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